Errori del Caf e diritto al risarcimento del danno.
Ti sei rivolto ad un Caf per presentare domanda di pensione, ma questa non viene accolta perché l’operatore ha sbagliato a conteggiare la tua anzianità contributiva, oppure non hai potuto percepire la NASpI perché sei stato mal consigliato al momento della presentazione telematica delle dimissioni. Questi e molti altri sono gli errori in cui potrebbe incorrere il Caf, soprattutto se si avvale di operatori inesperti. Ti chiedi, di fronte ad un errore, come fare causa al Caf o, comunque, come poter chiedere un risarcimento.
In questo articolo ti spiegheremo quali sono i principali doveri del Caf e cosa puoi ottenere in caso di negligenza degli operatori di cui si avvale.
Indice
Quali sono i doveri del Caf?
La legge che regola l’attività dei patronati e dei Caf [1], non disciplina la responsabilità di tali enti per gli errori commessi dagli operatori nell’adempimento dei mandati conferiti.
Tuttavia, secondo l’articolo 1176 del Codice civile, il Caf è tenuto a operare con diligenza professionale, nel proprio ambito: ciò significa che nello svolgimento degli incarichi conferiti dai cittadini, il Caf deve operare con particolare scrupolosità, in quanto “professionista esperto” nelle materie di cui si occupa e rispetto alle quali offre un servizio ai cittadini.
Quando il Caf non opera con diligenza professionale nell’esecuzione del mandato, il cittadino può dunque chiedere il risarcimento dell’eventuale danno arrecato dall’operato dell’ente, anche nel caso in cui l’incarico conferito sia gratuito [2].
Responsabilità del Caf
La responsabilità del Caf è di tipo contrattuale: con la sottoscrizione del mandato da parte del cittadino, il Caf diventa responsabile dell’attività che gli viene commissionata, salvo l’errore dipenda da una causa a lui non imputabile.
Si pensi, ad esempio, al caso in cui sia il cittadino ad omettere di fornire informazioni o documenti rilevanti per lo svolgimento dell’incarico ed il buon esito della pratica affidata al Caf.
Il Caf, per evitare il risarcimento, deve quindi provare che la causa dell’errore è esterna alla sua sfera di controllo e deve dimostrare di non aver potuto fare nulla per evitarlo, nonostante l’applicazione della diligenza professionale.
Il cittadino, dal canto suo, deve solo provare in giudizio, la fonte del diritto al risarcimento del danno (cioè di aver conferito un mandato al Caf) e allegare la circostanza dell’inadempimento o del non esatto adempimento dell’ente.
Cosa fare in caso di errore del Caf
In caso di errore del Caf, dopo aver verificato che esso dipende dalla negligenza dell’operatore che ha seguito la tua pratica, puoi chiedere il risarcimento del danno subito.
Il primo passo da fare è scrivere dunque, con l’assistenza di un legale, una lettera di diffida al Caf, a mezzo raccomandata a.r. o pec, chiedendo di essere ristorati del pregiudizio subìto.
Il patronato è obbligato a stipulare un’assicurazione per lo svolgimento della sua attività, pertanto potrebbe essere disponibile a trovare un accordo per risolvere bonariamente la vertenza.
Se invece il Caf non intende pagare alcunché a titolo di risarcimento, oppure risponde negativamente, negando le proprie responsabilità, l’unica soluzione è intraprendere una causa giudiziale.
Se il valore del danno subito non supera i 5.000 euro, è competente il Giudice di Pace, diversamente la causa dovrà essere decisa dal tribunale.
Si tenga presente però, in quest’ultimo caso, che i costi ed i rischi potrebbero essere maggiori del danno subìto, dunque sarà necessario avere la sicurezza di poter dimostrare che sono stati forniti al Caf tutti i dati e/o gli elementi corretti per adempiere in modo completo al mandato.
note
[1] L. 152/2001.
[2] Cass. sent. n. 1911/1973.