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Quando conviene la comunione dei beni?

6 Agosto 2021
Quando conviene la comunione dei beni?

In quali casi è opportuno adottare il regime patrimoniale della comunione legale?

Tu e il tuo compagno avete deciso di sposarvi. Dopo tanti anni di convivenza, siete entrambi pronti per fare il grande passo. Adesso, vi tocca occuparvi dei preparativi (ristorante, lista nozze, invitati, fioraio, ecc.) e dei tanti aspetti burocratici del matrimonio. In questo articolo, ti spiego quando conviene la comunione dei beni.

In pratica, la comunione dei beni è un regime patrimoniale in virtù del quale ogni acquisto compiuto dai coniugi durante le nozze, anche separatamente, appartiene ad entrambi al 50%. Naturalmente, ci sono delle eccezioni, nel senso che non cadono in comunione i cosiddetti beni personali perché rimangono nella titolarità esclusiva del proprietario.

Va detto, inoltre, che una simile scelta è opportuna solamente quando non ci siano grandi differenze patrimoniali tra gli sposi e, soprattutto, che non è esente da rischi. L’argomento ti interessa? Allora prenditi cinque minuti di tempo per proseguire nella lettura.

Cos’è la comunione dei beni?

Come ti ho già anticipato in premessa, la comunione legale dei beni è un regime patrimoniale che si instaura in automatico se gli sposi nulla dicono al momento della celebrazione del matrimonio. La conseguenza è che i beni acquistati dai coniugi, congiuntamente o separatamente, saranno di proprietà di entrambi per metà (salvo alcune eccezioni che vedremo a breve). Ti faccio un esempio per farti capire cosa intendo.

Tizio è sposato con Caia e decide di acquistare una baita in montagna al prezzo di 800 mila euro.

Ebbene, se tra Tizio e Caia vige il regime della comunione dei beni, la baita in montagna apparterrà ad entrambi al 50%, anche se ad investire è stato solamente uno dei coniugi.

Coloro che non ricordano qual è il proprio regime patrimoniale possono chiedere un estratto dell’atto di matrimonio all’ufficio anagrafe del Comune. Se non è riportata alcuna annotazione, vuol dire che vige la comunione dei beni.

Qual è la differenza tra comunione e separazione dei beni?

Gli sposi possono anche scegliere il regime della separazione dei beni e mantenere la proprietà esclusiva sugli acquisti effettuati prima e durante il matrimonio. Tale diversa scelta può essere effettuata:

  • al momento della celebrazione del matrimonio tramite una dichiarazione al parroco oppure all’ufficiale di Stato civile (a seconda che le nozze avvengano in chiesa oppure al Comune);
  • prima o dopo il matrimonio, con un atto pubblico del notaio alla presenza di due testimoni.

Quindi, a differenza della comunione, con la separazione dei beni, la casa acquistata dal marito in costanza di matrimonio sarà di sua proprietà esclusiva e la moglie avrà solo il diritto di godimento, ma nulla di più.

Cosa comprende la comunione dei beni?

Come ti ho già spiegato, la comunione legale comprende tutti i beni acquistati dai coniugi, congiuntamente o separatamente, nel corso del matrimonio. Pensa, ad esempio, ad una casa, una barca, un televisore, all’azienda costituita dopo le nozze e così via. Alcuni di questi beni rientrano nella comunione direttamente al momento dell’acquisto (in tal caso, infatti, si parla di comunione immediata). Altri, invece, vi rientrano solo quando si procede allo scioglimento del regime patrimoniale (in quest’altra ipotesi si parla di comunione de residuo) come, ad esempio, i proventi dell’attività separata di ciascun coniuge.

Tuttavia, come ti ho già anticipato, sono esclusi dalla comunione legale i beni personali, cioè quelli di cui il coniuge era proprietario prima del matrimonio (ad esempio, i gioielli di famiglia), quelli acquisiti per donazione o successione, quelli relativi all’esercizio della sua professione oppure ottenuti a titolo di risarcimento del danno, ecc.

Come vengono amministrati i beni in comunione?

In regime di comunione, ciascun coniuge può amministrare, autonomamente o disgiuntamente, i beni comuni. Tuttavia, per il compimento di atti di straordinaria amministrazione occorre anche il consenso dell’altro (pensa, ad esempio, alla compravendita di un immobile), altrimenti si procederà all’annullamento entro un anno dalla trascrizione o dalla data in cui il coniuge ignaro ne ha avuto conoscenza.

Quando conviene la comunione dei beni?

A questo punto, vediamo se la comunione dei beni conviene davvero oppure no. L’aspetto negativo è che si tratta di un regime patrimoniale che comprende anche i debiti del coniuge. Ti faccio un altro esempio.

Tizio e Caia sono sposati in regime di comunione dei beni. Lui è un imprenditore e si occupa della vendita di macchine agricole. A causa della crisi economica, però, l’azienda va in bancarotta.

Ebbene, nell’esempio che ti ho riportato, eventuali creditori di Tizio potranno aggredire i beni in comunione (cioè quelli appartenenti anche alla moglie Caia).

Pertanto, si consiglia di scegliere il regime della comunione legale solo se, in previsione di una separazione, non ci saranno grandi contrasti di natura patrimoniale o quando tra marito e moglie non ci sia una notevole disparità di redditi. Inoltre, è bene tenere a mente le conseguenze in caso di fallimento del coniuge (così come te le ho illustrate) e che dopo la fine del matrimonio i beni dovranno essere divisi in parti uguali (come vedremo tra poco).

In quali casi si scioglie la comunione dei beni?

Lo scioglimento della comunione dei beni si verifica se ricorre una delle seguenti ipotesi:

  • decesso di uno dei due coniugi;
  • separazione personale, divorzio o annullamento del vincolo matrimoniale;
  • modifica del regime patrimoniale: in altre parole, i coniugi possono stipulare apposita convenzione per abbandonare la comunione dei beni;
  • separazione giudiziale dei beni;
  • fallimento del coniuge a seguito di sentenza del giudice.

Se ricorre uno dei suddetti casi, si procede con la divisione dei beni in parti uguali tra i coniugi.

Comunione dei beni: cosa accade in caso di separazione?

La fine del matrimonio comporta delle ripercussioni anche sui rapporti patrimoniali tra marito e moglie.

Come ti ho già anticipato poc’anzi, la sentenza di separazione o divorzio determina lo scioglimento della comunione legale. Ciò significa che si deve procedere alla divisione dei beni in parti uguali ed alla ripartizione del prezzo ricavato dalla vendita di tutti quei beni che non possono essere divisi (come, ad esempio, una barca).

Se i coniugi non raggiungono un’intesa in tal senso, spetterà al giudice decidere in merito.



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