Eredità: la legge prevede delle soglie al di sotto delle quali non si pagano le tasse sui beni immobili.
Tuo padre è morto da circa un mese. Si è trattato di un evento inaspettato e doloroso, ma adesso devi prendere in mano la situazione e sbrigare una serie di adempimenti. Primo fra tutti quello di presentare, entro 12 mesi, la dichiarazione di successione all’Agenzia delle Entrate.
In questo articolo ti spiego, in particolare, cos’è la franchigia di successione. Devi sapere, infatti, che quando si ricevono degli immobili in eredità è necessario pagare un’imposta di importo variabile a seconda del grado di parentela con il de cuius. La tassa viene calcolata sul valore complessivo del patrimonio ereditario. La legge, tuttavia, prevede delle soglie ben precise che se non vengono superate comportano l’esenzione dall’imposta.
Indice
Quando si parla di successione?
Prima di soffermarci sulle franchigie, voglio darti qualche nozione che ti aiuti a comprendere per bene l’argomento che andremo a trattare.
Si parla di successione quando si verifica la morte di una persona. È in questo momento, infatti, che è necessario individuare gli eredi a cui trasferire i beni del defunto (mobili, immobili, crediti, debiti, ecc.).
La successione può avvenire:
- per legge;
- per testamento: in tal caso, è regolata dalla volontà del de cuius, il quale stabilisce come distribuire il proprio patrimonio tra i soggetti designati. Per la validità di questo tipo di successione è necessario che ci sia un testamento valido, che gli eredi possano ricevere i beni tramite questa modalità e che il testatore abbia la capacità di disporre delle proprie risorse.
Cos’è la dichiarazione di successione?
Entro il termine di 12 mesi dalla data di apertura della successione è necessario presentare all’Agenzia delle Entrate una dichiarazione contenente i dati del defunto e degli eredi, gli immobili, i debiti, eventuali donazioni, ecc. Su tale documento, noto come dichiarazione di successione, l’Ente dovrà calcolare le tasse da pagare per entrare in possesso del patrimonio del de cuius.
Chi sono i soggetti tenuti alla dichiarazione di successione?
Sono tenuti a presentare la dichiarazione di successione:
- gli eredi: vale a dire i soggetti che hanno accettato l’eredità;
- i chiamati all’eredità: coloro che non hanno ancora accettato;
- i legatari ossia i beneficiari di beni o diritti determinati;
- i curatori di eredità giacenti: tale figura viene nominata quando il chiamato non ha ancora accettato l’eredità e si vuole evitare che qualcun altro si appropri dei beni senza averne titolo;
- gli amministratori dell’eredità;
- l’esecutore testamentario: cioè chi è incaricato dal defunto di dare esecuzione alle sue ultime volontà;
- gli immessi nel possesso temporaneo dei beni del soggetto dichiarato assente;
- il trustee: colui che amministra i beni del defunto nell’interesse dei beneficiari.
La dichiarazione di successione è sempre obbligatoria?
La dichiarazione di successione non va presentata se gli eredi sono il coniuge oppure i parenti in linea retta del defunto (ad esempio, i genitori, i nonni, i figli). Ciò, tuttavia, vale solamente se il patrimonio ereditario:
- non supera i 100 mila euro;
- non comprende gli immobili (ad esempio, case o terreni) oppure i diritti reali immobiliari (usufrutto, servitù, ecc.).
Questo vuol dire che se una persona lascia in eredità una somma di denaro e dei gioielli del valore complessivo di 50 mila euro al coniuge e ai figli, questi non dovranno presentare alcunché. Sono esonerati anche i soggetti che hanno rinunciato all’eredità o al legato prima della scadenza del termine per la presentazione della dichiarazione di successione. Lo stesso discorso vale quando viene nominato un curatore per l’eredità giacente (in attesa di accettazione da parte del chiamato).
Cos’è la franchigia di successione?
Come ti ho già anticipato in premessa, coloro che ricevono in eredità dei beni immobili o dei diritti reali immobiliari devono pagare una tassa chiamata imposta di successione.
Ti faccio un esempio.
Alla morte del marito, Caia eredita una casa del valore di 70 mila euro. Il valore dell’immobile non supera la franchigia prevista dalla legge (come vedremo a breve). Quindi, Caia non dovrà pagare alcuna imposta di successione. Tuttavia, sarà tenuta a corrispondere l’imposta ipotecaria (pari al 2% del valore dell’immobile) e l’imposta catastale (pari all’1% del valore dell’immobile).
Le franchigie di successione non sono altro che delle soglie al di sotto delle quali l’imposta non è dovuta e variano in base al grado di parentela dell’erede:
- coniuge, figli e parenti stretti: è prevista una franchigia di successione pari a 1 milione di euro per ciascun beneficiario. Se si supera questa soglia, si applica l’aliquota del 4% sul valore complessivo netto per i trasferimenti effettuati in loro favore;
- fratelli e sorelle: in quest’altra ipotesi, la franchigia è pari a 100 mila euro. In caso si superamento del limite, è prevista un’aliquota pari al 6%;
- altri parenti fino al quarto grado e affini in linea collaterale fino al terzo grado: in tal caso, non c’è alcuna franchigia, ma un’aliquota del 6%;
- altri soggetti: aliquota dell’8% senza franchigia.
Va detto, inoltre, che se l’erede è affetto da grave disabilità è prevista una franchigia di 1,5 milioni di euro, indipendentemente dal grado di parentela con l’erede.
Come si paga l’imposta di successione?
Una volta trasmessa la dichiarazione di successione, l’Agenzia delle Entrate calcola l’imposta da pagare entro il termine di 60 giorni dal giorno in cui è stato notificato l’avviso di liquidazione. Sono comunque previste delle sanzioni in caso di ritardo oppure omesso pagamento. Attenzione però: l’Ente di riscossione deve notificare l’avviso con cui richiede il pagamento dell’imposta entro il termine di tre anni dal giorno in cui è stata presentata la dichiarazione di successione.
L’imposta di successione può essere pagata in un’unica soluzione oppure a rate (se l’importo è superiore a 1.000 euro) attraverso la seguente modalità:
- il 20% va pagato entro 60 giorni;
- la parte restante in 8 rate trimestrali (oppure in dodici dai 20 mila euro in su).
Ovviamente, se si adotta il pagamento rateale è necessario pagare anche gli interessi.