TIPOLOGIA DI REATO | DURATA INDAGINI (senza proroga) | DURATA MASSIMA INDAGINI (con proroga) |
REATI ORDINARI | 6 mesi | 18 mesi |
REATI GRAVI | 1 anno | 2 anni |
Per quanto tempo si può essere indagati?


Quanto durano le indagini preliminari? Cosa succede in caso di proroga delle investigazioni? Avviso di conclusione delle indagini: cos’è?
È cosa nota che la giustizia italiana non sia particolarmente celere: un processo può durare anni e, alla fine, condurre anche a risultati insoddisfacenti. Mettiamo il caso che, a seguito di un violento diverbio col tuo vicino di casa, questi abbia giurato di denunciarti per le minacce che gli hai rivolto. Hai provato a chiedergli scusa, ma la presunta vittima non vuole più parlarti. Attendi con trepidazione di ricevere una comunicazione dai carabinieri o dalla polizia, ma il tempo passa e della presunta denuncia sporta nei tuoi confronti non si hanno notizie. Le settimane trascorrono e, oramai, ti senti al sicuro: se una denuncia fosse stata sporta, oramai lo avresti dovuto sapere. Ma è proprio così? Cosa succede se si viene denunciati? Per quanto tempo si può essere indagati?
Sin da subito, voglio chiarirti alcuni aspetti. Innanzitutto, se sei stato denunciato, non necessariamente ne verrai a conoscenza: nessuna norma di legge obbliga le autorità a comunicarti che sei stato segnalato per un crimine. In secondo luogo, sappi che le indagini che le forze dell’ordine devono compiere a seguito di una denuncia hanno un limite di tempo determinato. Con questo articolo ci concentreremo proprio su quest’ultimo aspetto. Scopriamo insieme per quanto tempo si può essere indagati.
Indice
La polizia mi comunica se sono stato denunciato?
Se hai il sentore di essere stato denunciato, magari perché ti è stato “gentilmente” riferito proprio da chi ha sporto la segnalazione, allora sappi che potresti attendere invano una notifica da parte delle forze dell’ordine: per legge, infatti, le autorità non sono tenute a comunicarti nulla, a meno che non si debba procedere con un atto d’indagine per il quale è necessaria l’assistenza di un difensore (ad esempio, l’interrogatorio o la perquisizione). Solo in questo caso, la polizia ti notifica l’avviso di garanzia, nel quale troverai indicati i tuoi principali diritti (il più importante dei quali è quello di nominare un avvocato) e il reato che ti è contestato.
In tutti gli altri casi, se vuoi sapere se sei stato denunciato, devi fare un’istanza alla Procura della Repubblica territorialmente competente in cui chiedere il rilascio di un certificato in cui sono riportate le indagini che si stanno compiendo a tuo carico.
Cosa succede dopo la denuncia?
Mettiamo il caso che tu abbia certezza della denuncia sporta contro di te, magari perché la polizia ti ha notificato l’informazione di garanzia oppure perché hai fatto istanza in Procura. Cosa succede ora? La segnalazione di un reato inaugura formalmente quella fase del procedimento penale che prende il nome di indagini preliminari.
Durante le indagini, la Procura della Repubblica, per mezzo della polizia giudiziaria, esegue tutte le investigazioni necessarie a fare luce sul caso. In pratica, durante le indagini preliminari le autorità cercano di capire se la denuncia è fondata oppure no.
Indagini preliminari: quanto durano?
La durata delle indagini preliminari è fissata dalla legge in sei mesi a partire dal momento in cui il nominativo della persona indagata viene iscritto all’interno del registro delle notizie di reato [1]. Facciamo un esempio.
Mario va dai carabinieri per denunciare Paolo, colpevole di avergli sferrato un pugno a seguito di una lite al bar. I carabinieri acquisiscono la denuncia e solamente dopo una settimana la trasmettono in Procura. Le indagini non potranno durare più di sei mesi dal momento in cui la notizia di reato è giunta negli uffici della Procura e il nome di Paolo è stato iscritto nel registro degli indagati. Non conta, quindi, il momento in cui la denuncia è stata presentata ai carabinieri.
Nel caso in cui le investigazioni siano particolarmente complesse, ad esempio perché il numero degli indagati è elevato, allora il pubblico ministero che segue il caso può chiedere al giudice una proroga delle indagini, che può essere concessa per non più di due volte e per periodi massimi di un semestre.
Considerate dunque le eventuali proroghe, le indagini preliminari non possono superare la durata massima di diciotto mesi (6 mesi + 2 proroghe da 6 mesi ciascuna) [2].
Indagini preliminari per reati gravi: quanto durano?
Quando si procede per reati particolarmente gravi (associazione mafiosa, omicidio, sequestro di persona, ecc.), le indagini preliminari hanno una durata di un anno.
Anche in questo caso, ricorrendone l’esigenza, è possibile chiedere due proroghe di sei mesi ciascuna, giungendo così a una durata massima delle indagini pari a due anni.
Per quanto tempo posso essere indagato?
Tirando le somme, se sei stato denunciato per un reato, devi sapere che la durata massima delle indagini preliminari è di diciotto mesi mentre, per i reati di particolare gravità, la durata massima delle indagini è di due anni.
TIPOLOGIA DI REATO | DURATA INDAGINI (senza proroga) | DURATA MASSIMA INDAGINI (con proroga) |
REATI ORDINARI | 6 mesi | 18 mesi |
REATI GRAVI | 1 anno | 2 anni |
Avviso di conclusione delle indagini: cosa succede?
Fin qui tutto semplice e chiaro: non si può essere indagati per più di sei mesi o di un anno (nell’ipotesi di reati gravi) oppure, in caso di proroga, per più di diciotto mesi o di due anni. Ma allora perché, per andare a giudizio, a volte ci vuole molto più tempo? Ebbene, devi sapere che i termini visti nei precedenti paragrafi subiscono uno slittamento per via dell’avviso di conclusione delle indagini [3], cioè della comunicazione obbligatoria con cui si informa l’indagato che le investigazioni sono terminate e che è suo diritto prendere visione del fascicolo ed essere interrogato dal pm.
Per la precisione, la legge afferma che l’avviso di conclusione delle indagini, oltre alla sommaria enunciazione del reato per cui si procede, contiene l’avvertimento che l’indagato ha facoltà, entro il termine di venti giorni, di:
- presentare memorie, produrre documenti, depositare documentazione relativa ad investigazioni del difensore;
- chiedere al pubblico ministero il compimento di atti di indagine;
- di presentarsi per rilasciare dichiarazioni ovvero chiedere di essere sottoposto ad interrogatorio.
In particolare, la richiesta del compimento di nuovi atti d’indagine e quella di interrogatorio comportano un inevitabile allungamento dei tempi processuali, in quanto:
- se l’indagato chiede di essere sottoposto ad interrogatorio, il pubblico ministero deve necessariamente procedervi entro trenta giorni, ovvero entro un termine maggiore di sessanta giorni, se il gip glielo concede;
- quando il pubblico ministero, a seguito delle richieste dell’indagato, dispone nuove indagini, queste devono essere compiute entro trenta giorni dalla presentazione della richiesta. Anche in questo caso, il termine può essere prorogato dal giudice per le indagini preliminari, su richiesta del pubblico ministero, per una sola volta e per non più di sessanta giorni.
Dunque, alla durata iniziale delle indagini preliminari, vista nei paragrafi precedenti, si aggiungono i seguenti tempi:
- almeno venti giorni, obbligatoriamente concessi all’indagato per legge, entro i quali avanzare le proprie richieste e depositare le proprie memorie;
- ulteriori trenta giorni, prorogabili di altri sessanta, nell’ipotesi in cui si debba procedere ad interrogatorio oppure a un supplemento di indagini.
È quindi facile che, all’iniziale anno di durata delle indagini, si aggiungano diversi altri mesi prima che venga comunicato il rinvio a giudizio; ciò perché i tempi previsti dall’avviso di conclusione delle indagini si sommano a quelle massimi indicati nei precedenti paragrafi.
note
[1] Art. 405 cod. proc. pen.
[2] Art. 406 cod. proc. pen.
[3] Art. 415-bis cod. proc. pen.
Autore immagine: canva.com/