Dimissioni per molestie: c’è giusta causa?


In alcuni casi, la decisione del lavoratore di dimettersi deriva da un grave comportamento del datore di lavoro che non consente la prosecuzione, nemmeno momentanea, del rapporto di lavoro.
Sono ormai mesi che il tuo capo ti rivolge delle frasi offensive e usa, nei tuoi confronti, espressioni sconvenienti e battutine a sfondo sessuale. Sei davvero stufa di questa situazione che sta compromettendo la tua salute psicologica e ti chiedi se nell’ipotesi di dimissioni per molestie c’è giusta causa.
Nei luoghi di lavoro, si verificano spesso situazioni di disagio psicologico e relazionale per i lavoratori e, in particolare, per le donne che sono frequentemente vittime di comportamenti molesti. Ma in caso di dimissioni per molestie, c’è giusta causa?
La risposta a questa domanda è molto importante poiché solo se le molestie sono considerate una giusta causa di dimissioni è possibile, per il lavoratore, ottenere importanti tutele come l’indennità di disoccupazione e una somma di denaro a carico del datore di lavoro a titolo di mancato preavviso.
Indice
Dimissioni: cosa sono e quali diritti spettano?
Le dimissioni sono l’atto con cui il lavoratore comunica al datore di lavoro la propria volontà di lasciare il posto di lavoro. Il dipendente può dimettersi in ogni momento in un rapporto di lavoro a tempo indeterminato senza dover spiegare il motivo di questa decisione. In un rapporto a tempo determinato, invece, non è possibile dimettersi prima della scadenza prevista dal contratto, salvo il caso della giusta causa di dimissioni, di cui parleremo più avanti.
Quando il lavoratore decide di dimettersi deve sapere, tuttavia, che gli spetteranno il pagamento, da parte del datore di lavoro, delle spettanze di fine rapporto (ossia il Tfr), i ratei di tredicesima e quattordicesima maturati e la monetizzazione di eventuali ferie e permessi non goduti. Non gli spetta, invece, l’indennità di disoccupazione Naspi poiché questo beneficio è riservato a coloro che perdono il lavoro in modo involontario, mentre le dimissioni sono una libera scelta del dipendente.
Per questo, come vedremo, quando le dimissioni non sono, in realtà, il frutto di una scelta volontaria ma derivano dal comportamento del datore di lavoro la legge offre adeguate tutele al dipendente.
Cosa sono le molestie sul lavoro?
L’ambiente di lavoro dovrebbe essere occasione di crescita umana e professionale ma, spesso, è tutt’altro. Le molestie sul lavoro, ad esempio, sono uno dei quei fenomeni che contribuiscono a rendere il luogo di lavoro fonte di stress e di disagio psichico per il dipendente. Le molestie sono quei comportamenti indesiderati, molto spesso a connotazione sessuale, che possono essere espressi in forma fisica, verbale o non verbale, e che hanno lo scopo o l’effetto di violare la dignità di una lavoratrice o di un lavoratore e di creare un clima intimidatorio, ostile, degradante, umiliante oppure offensivo.
Le molestie sul lavoro costituiscono una violazione dei doveri del datore di lavoro che, in base alla legge [1], deve tutelare la salute e la sicurezza dei dipendenti. Come chiarito dalla Cassazione [2], il datore di lavoro, peraltro, è responsabile in caso di molestie non solo se è stato lui stesso a realizzarle ma anche se ha permesso che altri tenessero questo comportamento rimanendo inerte.
Dimissioni per molestie: c’è giusta causa?
Le dimissioni per giusta causa [3] si differenziano dalle dimissioni volontarie perché sono, in un certo senso, indotte dal datore di lavoro che, a causa di un suo gravissimo comportamento, rende il rapporto di lavoro non più proseguibile per il dipendente, nemmeno per un istante.
L’aver subito delle molestie sessuali sul lavoro costituisce indubbiamente una giusta causa di dimissioni perché questi comportamenti rendono l’ambiente di lavoro non più sopportabile per il dipendente e costituiscono anche la violazione del dovere di protezione della salute del dipendente che grava sul datore di lavoro.
Dimissioni per giusta causa: quali tutele?
Chiarito che le molestie sul lavoro sono una giusta causa di dimissioni occorre, ora, capire che tutele ha il lavoratore che si dimette a causa di questo comportamento.
Le dimissioni per giusta causa danno al lavoratore il diritto di:
- dimettersi in tronco, senza rispettare il periodo di preavviso previsto dal Ccnl;
- ottenere dal datore di lavoro il pagamento dell’indennità di mancato preavviso, come se fosse stato licenziato;
- prendere la disoccupazione Naspi [4] se ricorrono gli altri presupposti richiesti dalla legge.
In questi casi, le dimissioni non sono frutto di una scelta volontaria del dipendente ma sono, di fatto, obbligate dal comportamento intollerabile del datore di lavoro o dei superiori gerarchici.
Approfondimenti
Per ulteriori approfondimenti, leggi:
note
[1] Art. 2087 cod. civ.
[2] Cass. 7097/2018.
[3] Art. 2119 cod. civ.
[4] Inps, Circolare n. 163/2003.