Seppellimento e cremazione: cosa dice la legge?


Le varie scelte per il funerale di una persona cara: a chi vanno chieste le autorizzazioni, quali documenti ci vogliono, cosa si può fare con le ceneri.
Tra le pratiche da sbrigare quando viene a mancare una persona cara, probabilmente la più importante è quella dell’autorizzazione per il seppellimento o la cremazione: cosa dice la legge in questi casi? A chi va richiesto il permesso per l’uno o per l’altra? È possibile ottenere ovunque sia il seppellimento sia la cremazione o ci sono dei limiti?
Per i parenti, il momento del decesso di un familiare è, sicuramente, uno dei più delicati: occorre avere la forza necessaria a gestire il dolore per la perdita avuta e la lucidità per affrontare tutta la parte burocratica. Per quanto sia triste e difficile da dire, si ha a che fare con una parte affettiva che consiste nell’estremo saluto ad un genitore o ad un figlio e con una parte per così dire «pratica» che richiede il seppellimento o la cremazione di un cadavere solo dopo un certo tempo dal momento in cui è sopravvenuta la morte e con determinate modalità. Vediamo cosa dice la legge.
Indice
Seppellimento: come avere l’autorizzazione?
Il seppellimento di un cadavere, che è ancora la pratica più utilizzata, può avvenire in due modi: per inumazione, quando la bara viene collocata sottoterra, oppure per tumulazione, quando viene depositata in un loculo costruito in muratura. In entrambi i casi, è obbligatorio il rilascio di un’autorizzazione da parte del Comune per poter procedere. Chiunque venga a sapere di un seppellimento avvenuto senza autorizzazione, è tenuto ad informare la Procura della Repubblica, la quale, a sua volta, dovrà farlo sapere all’ufficio di stato civile competente.
Il permesso deve essere rilasciato almeno 24 ore dopo l’ora del decesso. L’ufficiale di stato civile deve avere acquisito il certificato necroscopico rilasciato dal medico legale o da un altro delegato sanitario. Deve, inoltre, verificare che dal momento del decesso a quello del seppellimento trascorra il tempo necessario ad escludere una morte apparente. Di norma, questo periodo dura 48 ore. In caso di morte violenta, l’autorizzazione viene rilasciata dopo che l’ufficiale di stato civile ha ottenuto il nulla osta dell’autorità giudiziaria. Il permesso è gratuito.
Seppellimento: deve avvenire nel cimitero?
Nella totalità dei casi, il seppellimento, per inumazione o per tumulazione, avviene in cimitero, che si tratti di quello del Comune di residenza del defunto o, se diverso, nel Comune di origine, magari per volontà dello stesso defunto.
Tuttavia, ci sono dei casi in cui viene richiesta l’eccezione. Si tratta della cosiddetta «sepoltura privilegiata», cioè di quella che avviene in un luogo diverso dal cimitero, concessa in casi eccezionali per motivi giustificati, soprattutto se la persona ha avuto dei meriti o delle benemerenze particolari in vita. Può accadere, dunque, che il seppellimento avvenga in un parco, all’interno di una chiesa o di una villa, ecc., purché vengano rispettate tutte le norme contenute nel regolamento di Polizia mortuaria.
La pratica per ottenere l’autorizzazione, secondo la legge, richiede più passaggi: serve un apposito decreto del ministero della Sanità in accordo con quello dell’Interno, sentito il parere dell’Istituto superiore di sanità e del Consiglio di Stato.
Cremazione: come avere l’autorizzazione?
La cremazione, come noto, consiste nella soppressione del cadavere tramite il fuoco. Le ceneri vengono raccolte e depositate in un’urna da consegnare alla famiglia per il loro trattamento: il seppellimento, la dispersione (con dei vincoli molto precisi) o la conservazione nel domicilio di un parente, anche questa soggetta a determinate condizioni. La pratica viene disciplinata dal regolamento di polizia mortuaria e, come nel caso del seppellimento, richiede un’autorizzazione da parte del Comune in cui è avvenuto il decesso.
Per ottenere il permesso, occorre presentare questi documenti:
- certificato in carta libera del medico curante o del medico necroscopo con firma autenticata dal coordinatore sanitario in cui si esclude che il decesso sia avvenuto per un reato;
- nulla osta dell’autorità giudiziaria in caso di morte improvvisa o sospetta;
- manifestazione tramite testamento della specifica volontà del defunto di essere cremato;
- oppure la richiesta del coniuge o dei parenti più prossimi tramite atto scritto in bollo (marca da 16 euro);
- oppure ancora attraverso l’adesione ad un’associazione riconosciuta che abbia tra i propri fini la cremazione dei cadaveri degli associati. Servirà una dichiarazione in carta libera scritta e con data certa sottoscritta di proprio pugno dal defunto o confermata da due testimoni e convalidata dal presidente dalla quale risulti la volontà della cremazione.
L’eventuale richiesta di trasporto e consegna delle ceneri dovrà essere accompagnata da una marca da bollo da 16 euro.
Cremazione: che succede con le ceneri?
Una volta rilasciato il permesso, la cremazione viene eseguita in un’apposita struttura da parte di personale autorizzato dal Comune. Le ceneri vengono depositate in un’urna che all’esterno riporterà il nome ed il cognome del defunto, la sua data di nascita e quella del decesso.
Se la famiglia decide di portare le ceneri nel cimitero, è possibile depositare l’urna in una tomba di famiglia oppure in uno degli appositi spazi, di solito in un piccolo loculo.
Può anche capitare che il defunto abbia manifestato nel suo testamento la volontà di far disperdere le sue ceneri in natura, cioè in uno spazio pubblico. In questo caso, la dispersione deve avvenire solo nelle zone consentite dalle autorità. Ad esempio, è vietato buttare le ceneri nei centri abitati. Chi, invece, vuole gettarle in mare, può farlo nei tratti liberi da natanti o da manufatti, a non meno di 100 metri dalla riva. Lo stesso vale per fiumi e laghi. In ogni caso, ci vuole un’autorizzazione del Comune in cui si intende disperdere le ceneri.
Se si vogliono depositare le ceneri in un’area privata, ci deve essere l’autorizzazione del proprietario e mai deve essere fatto a scopo di lucro. In altre parole: non si può pretendere del denaro in cambio del permesso per disperdere le ceneri nel proprio terreno.
La dispersione deve essere fatta:
- dal coniuge del defunto;
- dai figli;
- dagli altri familiari che ne hanno il diritto;
- dall’esecutore testamentario;
- dal legale rappresentante dell’associazione di cremazione di cui abbiamo parlato sopra;
- dal personale autorizzato del Comune che svolge attività di servizio funebre.
Ultima possibilità, quella di tenere l’urna con le ceneri in casa. A certe condizioni, però: manomettere i sigilli o disperdere le ceneri senza autorizzazione dell’ufficiale dello stato civile può far incorrere nella responsabilità penale. La corretta collocazione e tenuta dell’urna è soggetta a controlli della polizia municipale.
È anche possibile, ad un certo punto, fare un atto di rinuncia all’affidamento delle ceneri con una semplice dichiarazione sottoscritta ed indirizzata all’ufficiale dello stato civile, restituendo l’autorizzazione ed impegnandosi alla collocazione dell’urna, a proprie spese, presso un cimitero.
Una mia zia anziana ha espresso il desiderio della cremazione dopo la morte e vorrebbe che disperdessimo le sue ceneri nel paesaggio di una zona di montagna dove amava andare a trascorrere alcune domeniche estive. Una vacanza molto alta. Devo informarmi se in quel Comune è possibile. Intanto, credo che questa scelta sia comunque coraggiosa. Grazie per le informazioni