La lettera di assunzione può prevedere uno stipendio più alto del minimo previsto dal contratto collettivo.
Hai partecipato ad un annuncio per un posto di lavoro. La società ha deciso di assumerti e ti ha inviato la bozza del contratto di lavoro. Una parte del salario che avete concordato è stata imputata come superminimo assorbibile e ti chiedi cosa significa questa locuzione.
La Costituzione prevede che tutti i lavoratori hanno diritto ad una giusta retribuzione ma spetta, poi, nel concreto, ai contratti collettivi stabilire qual è il minimo salariale spettante a ogni dipendente. A volte, però, il lavoratore riesce ad ottenere dal datore di lavoro uno stipendio più alto del minimo sindacale e, nella lettera di assunzione, compare la voce assegno ad personam: cos’è?
Si tratta di un elemento della retribuzione che si aggiunge al minimo stipendiale e che, a seconda dei casi, può essere assorbibile o non assorbibile. Di solito, riescono ad ottenere il superminimo i lavoratori che hanno particolari competenze specifiche molto richieste nel mercato del lavoro.
Indice
Stipendio del lavoratore: chi lo decide?
Lo stipendio è un elemento essenziale del contratto di lavoro che, infatti, si fonda proprio su uno scambio tra attività di lavoro e retribuzione. La causa fondamentale di ogni assunzione è proprio questa: il lavoratore eroga la sua prestazione a favore del datore di lavoro e quest’ultimo, in cambio, paga lo stipendio mensile. Ma chi decide l’ammontare del salario? Innanzitutto, la Costituzione [1] fissa il principio generale della giusta retribuzione in base al quale lo stipendio deve essere proporzionato alla quantità ed alla qualità del lavoro svolto e, comunque, sufficiente a garantire al lavoratore ed alla sua famiglia una vita libera e dignitosa.
La Costituzione fissa solo un criterio ma non individua quanti soldi devono essere pagati ai lavoratori. Questo ruolo è svolto dai contratti collettivi di lavoro, che vengono firmati dalle associazioni degli imprenditori e dai sindacati. Questi accordi, ciascuno nel proprio settore di riferimento (ad esempio, chimico, metalmeccanico, commercio, alimentare, etc.), fissano i minimi salariali, ossia, gli stipendi minimi che devono essere erogati al lavoratore in base al suo livello di inquadramento.
Possiamo, dunque, affermare che lo stipendio lo fissano le parti del contratto di lavoro, ossia lavoratore e datore di lavoro i quali, però, non possono scendere al di sotto dei minimi sindacali.
Assegno ad personam: cos’è?
Come abbiamo visto, nella lettera di assunzione, le parti non possono prevedere uno stipendio inferiore ai minimi salariali. Possono, invece, liberamente pattuire uno stipendio più alto di questi valori minimi. Ciò accade, di solito, perché il lavoratore ha delle particolari competenze e per ottenere la sua firma al contratto di lavoro è necessario offrirgli uno stipendio più ricco del minimo contrattuale.
La parte di salario che eccede il minimo previsto dal Ccnl viene, generalmente, erogato a titolo di superminimo individuale o assegno ad personam. Si tratta di una voce della retribuzione complessivamente erogata al dipendente su cui, al pari della paga base (ossia l’importo che corrisponde ai minimi contrattuali), occorre pagare le tasse ed i contributi previdenziali.
Assegno ad personam assorbibile: cos’è?
Se le parti, quando firmano il contratto di lavoro, non specificano che il superminimo non è assorbibile, l’assegno deve essere allora considerato assorbibile. La Cassazione [2] ha infatti stabilito il principio dell’assorbibilità del superminimo. Ma cosa significa che l’assegno ad personam è assorbibile? Con questa espressione si vuole dire che gli eventuali aumenti della paga base, determinati dal rinnovo del contratto collettivo oppure dalla variazione del livello di inquadramento, restano assorbiti all’interno del superminimo, finché c’è sufficiente capienza.
Facciamo un esempio.
La lettera di assunzione prevede, inizialmente, una paga base di 1.200 euro e un superminimo assorbibile di 100 euro. Se la paga base aumenta di 50 euro, lo stipendio sarà composto come segue: una paga base di 1.250 euro; un superminimo assorbibile di 50 euro.
Il lavoratore, dunque, riceverà un aumento di stipendio solo se gli incrementi della paga base supereranno il superminimo, azzerandolo.
Assegno ad personam non assorbibile: cos’è?
Come abbiamo visto, la regola generale è l’assorbibilità del superminimo. Ma quand’è che l’assegno ad personam non è assorbibile? Ciò si verifica quando:
- le parti del rapporto di lavoro abbiano stabilito che il superminimo non sia assorbibile nel contratto individuale di lavoro;
- il datore di lavoro ha fatto capire, con un proprio comportamento concludente, di considerare il superminimo non assorbibile (ad esempio, non applicando l’assorbimento in sede di rinnovo contrattuale);
- il Ccnl stabilisce che l’aumento retributivo non assorbe i superminimi individuali;
- il superminimo è attribuito come compenso speciale strettamente legato a particolari meriti o qualità del dipendente.
In caso di assegno ad personam non assorbibile, il lavoratore otterrà un aumento di stipendio ogni volta in cui c’è un incremento della paga base.
note
[1] Art. 36, Cost.
[2] Cass. 3.12.2015, n. 24643; Cass. 27.03.2013, n. 7685; Cass. 29.08.2012, n. 14689.