La Corte Ue: sì ai vaccini obbligatori per i bambini


I giudici di Strasburgo: immunità necessaria in una società democratica, giusto vietare l’iscrizione all’asilo e multare i genitori.
Per la prima volta, la Corte europea dei Diritti dell’uomo dichiara legittimo l’obbligo di vaccinazione per i bambini. I giudici di Strasburgo si sono pronunciati, per ora, su un singolo Paese dell’Unione ma la decisione, a questo punto, avrà delle ripercussioni su tutti gli altri Stati membri e potrebbe porre la parola fine alle polemiche sollevate anche in Italia sul divieto di iscrivere a scuola gli alunni che non hanno ricevuto il siero contro determinate patologie. Perché, secondo la Corte, «la vaccinazione obbligatoria dei bambini può essere considerata come necessaria in una società democratica».
Tutto è partito dalla Repubblica Ceca dove, appunto, è stata approvata una legge che costringe i bimbi a vaccinarsi contro nove malattie, tra cui il morbillo, il tetano, l’epatite B, la pertosse e la poliomielite, pena l’esclusione dalla scuola materna e una multa per i genitori. La questione era arrivata sul tavolo della Corte europea dei Diritti dell’uomo riunita in Grande Camera, quella cioè che esamina i casi più complessi, alla quale aderiscono 47 Paesi.
La legge ceca prevede l’obbligo di vaccinare i bambini, obbligo che però non può essere applicato mediante la costrizione fisica: i bambini non vaccinati vengono esclusi dalla scuola materna (si fa eccezione per chi non può essere vaccinato) e i genitori possono essere multati. Tra i ricorrenti, infatti, uno era stato sanzionato per non aver adeguatamente vaccinato due figli, gli altri si erano visti solo rifiutare l’ammissione all’asilo dei figli per lo stesso motivo.
La vaccinazione obbligatoria, riconosce la Corte, rappresenta un’interferenza con l’integrità fisica dell’individuo e, pertanto, riguarda il diritto al rispetto della vita privata, tutelato dall’articolo 8 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo. Tuttavia, i giudici notano che la legge ceca persegue l’obiettivo legittimo di tutelare la salute, come pure i diritti altrui, sottolineando che «la vaccinazione tutela sia coloro che la ricevono sia quelli che non possono essere vaccinati per ragioni mediche e che pertanto si affidano all’immunità di gregge per essere protetti dalle malattie infettive gravi».
Pertanto, e dato che l’obiettivo della norma è che «ogni bambino venga protetto dalle malattie infettive gravi, attraverso la vaccinazione e l’immunità di gregge», secondo i giudici di Strasburgo la politica della Repubblica Ceca «può essere definita coerente con il miglior interesse del minore».
Per quanto riguarda la proporzionalità della misura, i giudici notano poi che lo status di non vaccinato non impedisce ai bambini non immunizzati di accedere alla scuola elementare, ma solo all’asilo, e che la multa inflitta ad uno dei ricorrenti non è esorbitante.
In Italia, il rispetto dell’obbligo vaccinale è un requisito per l’ammissione all’asilo nido e alla scuola dell’infanzia, cioè per i bambini a 0 a 6 anni. Per gli altri, è possibile accedere alla scuola e fare gli esami ma, nel caso in cui gli alunni non siano stati vaccinati, l’Asl predispone un piano di recupero della vaccinazione e i genitori possono ricevere una multa da 100 a 500 euro.