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Come fare per non farsi pignorare la macchina?

12 Agosto 2021 | Autore:
Come fare per non farsi pignorare la macchina?

I trucchi – che non sempre riescono – di molti debitori per non farsi portare via l’auto: dalla vendita fittizia ad un parente all’intestazione ad un disabile.

Inutile che tenti di negarlo: se qualcuno ti arriva a casa dicendo che ti deve pignorare l’auto, non ti servirà a nulla dire che non ce l’hai, mostrare il box vuoto, farti perquisire la casa alla ricerca di un mazzo di chiavi che nessuno troverà mai (perché le hai abilmente date in custodia a qualcuno). Tanto, dagli archivi telematici del Pubblico registro automobilistico (Pra) sarà facile capire se hai un veicolo intestato oppure no. Quindi, in questo caso, la tua bugia avrà davvero le gambe corte. Tuttavia, le menti più raffinate hanno capito come fare per non farsi pignorare la macchina.

Se l’Italia è il Paese della burocrazia e delle regole contorte, è anche – probabilmente per questo – il luogo in cui crescono e si riproducono i furbi che riescono ad aggirare le leggi. Si tengono ben allenati ed hanno una capacità di riflessi stratosferica per inventare in poco tempo un sistema per non pagare un debito e, contemporaneamente, evitare di farsi portare via qualcosa a cui tengono in modo particolare, come può essere, appunto, l’auto. Ecco alcuni dei sistemi che hanno adottato quando hanno capito come fare per non farsi pignorare la macchina. Ce ne sarebbe un altro, di cui parleremo alla fine, ed è probabilmente quello più efficace per «tagliare la testa al toro»: pagare il debito. Vai a spiegarglielo.

Evitare il pignoramento: vendere o intestare l’auto ad un altro

Chi non vuol sentir parlare di saldare un debito ma non vuole nemmeno perdere la propria auto a causa di un pignoramento opta spesso per la soluzione più logica: se non possiedo una cosa, difficile che vengano a togliermela. Quindi, la si vende o la si intesta ad un altro. Che non vuol dire non utilizzarla più: basta scegliere la persona giusta e mettersi d’accordo.

Si tratta, dunque, di un «vero-finto» passaggio di proprietà. Vero perché così risulterà dalle carte: il debitore non avrà più un veicolo intestato a sé ma sarà stato ceduto a qualcun altro. Finto perché, in realtà, la vendita non sarà stata pagata ma si ridurrà ad una formalità. Dice il debitore alla moglie o al figlio: «Firma qui, e da oggi in poi la macchina è intestata a te. Va da sé che continuo a usarla io».

Le cose, però, non sono così semplici. Una mossa come questa la si può fare solo se l’auto non è stata già pignorata. In sostanza, quando il debitore comincia a sentire puzza di bruciato ed avverte il fiato dell’ufficiale giudiziario sul collo, deve procedere alla vendita o al passaggio di proprietà prima che gli arrivi la notifica del pignoramento. Se lo fa dopo, oltre a barare, commette pure reato, poiché viola il divieto imposto dall’ufficiale giudiziario di disporre della macchina, fosse solo per andare a prendere le sigarette.

E anche se la vendesse prima, potrebbe non raggiungere il suo scopo: il creditore può avviare un’azione revocatoria, cioè una causa mirata a dichiarare inefficace la cessione. Il che è fattibile solo se chi deve recuperare i soldi:

  • agisce entro e non oltre cinque anni dalla cessione dell’auto;
  • dimostra, in caso di cessione dell’auto, che il debitore non ha altri beni di valore pari o superiore da pignorare;
  • dimostra, in caso di vendita della macchina, che l’acquirente del veicolo sapeva della situazione debitoria del venditore.

Si evita il pignoramento cointestando l’auto?

Uno può anche pensare: se riesco a cointestare la macchina a me e a mia moglie, non me la portano via, dato che lei non c’entra nulla con il debito. Anche in questo caso, verrebbe da dire: «Fosse così semplice…».

Pensa a chi riceve un avviso di pignoramento della casa, cioè di un bene che si cointesta più frequentemente rispetto all’auto. L’immobile può essere pignorato e venduto all’asta per intero, dopodiché il creditore restituisce al comproprietario la parte che gli spetta in virtù della sua quota.

Con la macchina potrebbe succedere lo stesso: anche se risulta cointestata, la si pignora, la si mette all’asta e il creditore dà al comproprietario la sua parte. Tuttavia, alcuni giudici hanno preferito altre vie.

Va detto, infatti, che una macchina usata già ha il valore che ha. Se, per di più, si deve dare al comproprietario il 50% di quel che si è ricavato comprandola all’asta, il creditore finisce per ottenere una cifra che potrebbe non bastare a saldare il debito. Tanto vale, a quel punto, tentare di mettere le mani su altri beni.

Si evita il pignoramento intestando l’auto a un disabile?

Altra mossa. Questa, come si direbbe nella disciplina dei tuffi, «carpiata e con triplo avvitamento», cioè ben ricercata e ancora più difficile da attuare: tentare di evitare il pignoramento intestando l’auto ad un disabile. Perché uno dice: «Mica toglieranno la macchina ad un portatore di handicap». Errore. Si può pignorare l’auto di un disabile anche se è stata comprata con i benefici di legge riservati ai portatori di handicap titolari della legge 104. Quello che non si può fare – secondo l’interpretazione di alcuni giudici – è sottoporla a fermo amministrativo se il creditore è l’agente della riscossione anziché un privato.

Ad ogni modo, trovi tutte le indicazioni su questo punto nell’articolo “È pignorabile l’auto intestata al disabile?“.

Si evita il pignoramento dell’auto usata per il lavoro?

Quarto argomento che può tirare in ballo il debitore: «Se vogliono che guadagni i soldi per pagare, devo lavorare. E per lavorare, mi serve la macchina». E fino ad un certo punto avrebbe ragione. Ma solo fino ad un certo punto.

Non è consentito sottoporre a fermo amministrativo l’auto destinata da un professionista o da un imprenditore allo svolgimento della sua attività. Tranne, però, quando il creditore è un privato. Significa che si può pignorare l’auto del dipendente che la usa per andare al lavoro, per fare la spesa o per accompagnare i figli a scuola.

Va detto, infatti, che la macchina non viene considerata un bene essenziale per la sopravvivenza di una persona o della sua famiglia. Quindi, anche se si tratta dell’unico veicolo di cui dispone il debitore, in questo caso, lo si può pignorare.

È diverso, invece, se l’auto è assolutamente indispensabile per svolgere un’attività commerciale. Non è che la macchina ne esca indenne, ma ci sono dei limiti imposti dal Codice di procedura civile [1]. La normativa dice che l’auto può essere pignorata entro un massimo di un quinto, a condizione che non vi siano altri beni da pignorare (il limite non si applica per i debitori costituiti in forma societaria e, in ogni caso, se nell’attività del debitore prevale il capitale investito rispetto al lavoro). Purché – e questo è fondamentale – il veicolo sia indispensabile per l’attività e non per il suo proprietario.

In altre parole: non si tocca il mezzo utilizzato per fare le consegne a domicilio ma è pignorabile quello utilizzato per andare da casa al lavoro o viceversa.

Come evitare il pignoramento pagando il debitore

La soluzione più semplice per evitare il pignoramento dell’auto è quella di pagare il debito. Soprattutto se si tratta di un importo di modica entità, sul quale vanno calcolati interessi e spese giudiziarie. Magari arrivando ad un accordo con il creditore per pagare a rate, quest’ultimo, pur di incassare, potrebbe essere ben disponibile ad un compromesso.


note

[1] Art. 515 co. 3 cod. proc. civ.


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