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Come funziona il prestito infruttifero?

13 Agosto 2021 | Autore:
Come funziona il prestito infruttifero?

Il modo in cui prestare una somma ad un parente o ad un amico stretto senza avere problemi con il Fisco. L’importanza della scrittura privata e della causale.

Prima o poi, arriva il momento in cui i genitori capiscono che devono dare una mano ai figli da un punto di vista economico affinché possano fare i primi passi sulla strada che porta verso la piena autonomia. L’anticipo della casa, l’auto per andare al lavoro trovato non senza fatica, le spese del matrimonio. Le occasioni, certo, non mancano. Facile, poi, che un genitore dica al figlio: «Ti presto questi soldi, ti impegnerai a restituirmeli perché devi capire cosa vuol dire farsi carico di un debito, ma siamo i tuoi genitori, non una banca. Quindi, niente interessi: considerali il nostro regalo». Troppo bello per essere vero? Esiste ancora questa scelta ed è quella chiamata «prestito infruttifero».

E come funziona il prestito infruttifero? Per dirla in parole semplici, funziona che tu, genitore, presti i soldi a tuo figlio e lui te li ridà pari pari, senza aggiungere un centesimo rispetto a quello che ha ricevuto. Si tratta, dunque, di un prestito che non frutta, «in-fruttifero», appunto.

Prestito infruttifero: cos’è?

Come abbiamo già accennato, il prestito infruttifero è una forma di finanziamento tra privati che non comporta una maggiorazione al momento della restituzione del denaro. Avviene, di norma, tra parenti o soci di una Srl, più comunemente tra genitori e figli o tra fratelli.

I vantaggi non mancano: chi riceve la somma non dovrà pagare gli interessi al momento di restituirla. Non ci saranno dei costi di apertura di un finanziamento, perché il prestito infruttifero non è «un finanziamento» vero e proprio come quello concesso da un istituto di credito. Infine, molto spesso, non viene stabilito un termine per la restituzione dei soldi. «Ti impegnerai a restituirmeli perché devi capire cosa vuol dire farsi carico di un debito», aveva detto quel genitore al figlio. Impegno sì, fatica pure, ma senza strozzarsi.

Non mancano nemmeno i vincoli: i trasferimenti di denaro devono essere tracciabili. Primo, perché l’Agenzia delle Entrate ritiene cosa buona e giusta sapere da dove arrivano i soldi versati su un determinato conto corrente (cioè, che non siano frutto, ad esempio di reddito non dichiarato o di traffici illeciti) e perché viene fatto un certo pagamento da un privato all’altro. Secondo, perché si vuole evitare che si cada nella solita, spiacevole situazione: «Oggi andiamo d’accordo, domani chi lo sa». Quindi: «Io ricordo di averti prestato 10mila euro, non 6mila». Strozzinaggio, insomma. O al contrario: «Io non ricordo che tu mi abbia prestato alcunché». Carta canta: occorre mettere per iscritto l’avvenuto passaggio di denaro. Meglio per tutti.

Prestito infruttifero: quanti se ne possono fare?

Chi sostiene che la generosità non ha limiti si sbaglia: ce li ha eccome. Il prestito infruttifero tra privati deve essere occasionale e, quindi, non continuativo. Inoltre, è riservato a parenti o soci, non al pubblico, non a sconosciuti. Un po’ va bene, il resto lasciamolo alle banche e alle finanziarie. Altrimenti, che ci stanno a fare?

Prestito infruttifero: come si fa?

Si diceva poco fa che «carta canta»: il prestito infruttifero deve essere messo nero su bianco. Lo si può fare attraverso una scrittura privata, su cui occorre riportare i dati anagrafici ed il codice fiscale delle parti, le modalità e le eventuali scadenze per la restituzione.

La scrittura privata per fare un prestito infruttifero non serve soltanto a sancire un impegno formale tra le parti in virtù del quale chi riceve i soldi si impegna a restituirli entro una certa data. Serve anche a tutelare entrambe le parti.

Si pensi, ad esempio, a chi mantiene coniuge e due figli con 2.500 euro al mese e, di colpo, fa l’acquisto di una nuova cameretta per i bambini o di una macchina per un valore decisamente più alto. L’Agenzia delle Entrate potrebbe pensare – come darle torto? – che il contribuente abbia utilizzato i soldi che ha sotto il materasso e sui quali non paga le tasse.

Per ovviare a questo problema, se il contribuente ha bisogno di fare una spesa al di sopra delle sue possibilità, chiede un prestito al genitore, al fratello o a una persona a lui molto vicina ed entrambi definiscono i dettagli dell’operazione in una scrittura privata con data certa. Su quel foglio di carta si deve dichiarare e dimostrare da dove arrivano i soldi utilizzati per l’acquisto della cameretta, della macchina o del bene oggetto del prestito.

Inoltre, il documento sarà utile a chi fa il prestito per provare che non riceverà alcun interesse sulla somma elargita e che, quindi, non dovrà pagare le tasse sui soldi che gli verranno restituiti.

Per riportare sulla scrittura privata la data certa, si può:

  • registrare il documento presso l’Agenzia delle Entrate (è il modo migliore quando la cifra del prestito è piuttosto elevata);
  • apporre la data certa presso un ufficio postale oppure un timbro sulla scrittura sempre presso l’ufficio postale;
  • scambiarsi la scrittura privata con raccomandata a/r;
  • ricorrere alla firma elettronica dell’atto con marca temporale.

Se il documento viene registrato, bisognerà pagare:

  • l’imposta di bollo di 16 euro per ogni quattro facciate del contratto;
  • l’imposta di registro del 3% dell’importo prestato, da pagare entro 20 giorni dalla data in cui è stata stipulata la scrittura.

La scrittura deve essere assolutamente firmata da entrambe le parti sia su ogni pagina sia in calce. Trovi in basso un facsimile.

Quando si arriva al momento del prestito vero e proprio, cioè quando si deve trasferire il denaro al beneficiario, è fondamentale precisare attentamente la causale dell’operazione, in modo che il Fisco capisca subito che cosa sta succedendo.


SCRITTURA PRIVATA DI PRESTITO INFRUTTIFERO TRA FAMILIARI ex art. 1813 codice civile

Da usare se lo scopo delle parti è un prestito (mutuo)

Con la presente scrittura privata, redatta in duplice originale, tra

il signor ……… nato a ……… (…) il ……… e residente in ……… in via ……… n. …, codice fiscale ………, (mutuante);

ed il signor ……… nato a ……… (…) il ……… e residente in ……… in Via ……… n. …, codice fiscale ………, (mutuatario),

premesso che tra il mutuante ed il mutuatario intercorre il seguente rapporto di parentela ………

si conviene e stipula quanto segue:

Art. 1. OGGETTO

1.1. Il mutuante dà in mutuo al mutuatario, che accetta la somma di euro ……… (in lettere ………) che versa a mezzo assegno bancario n. ……… tratto sulla Banca ……… Filiale ……… o tramite bonifico bancario con versamento dal conto n. ……… (Banca ………) di titolarità di ……… in favore del conto n. ……… (Banca ………) di titolarità di ………. Detto bonifico avviene (o avverrà) in data ……… (o all’atto della redazione della presente scrittura).

Art. 2. DURATA

2.1. Il mutuatario ritira la somma mutuata e si obbliga a restituirla entro la data del ……… al mutuante.

Art. 3. SCOPO

3.1. La somma oggetto del presente contratto di mutuo è consegnata al mutuatario affinché questi possa disporne nel seguente modo (indicare eventuali beni da acquistare o necessità di spese imminenti, di far fronte a debiti, ecc.).

Art. 4. RESTITUZIONE ANTICIPATA

4.1. È ammessa, da parte del mutuatario, la restituzione anticipata della somma mutuata.

Art. 5. INTERESSI

5.1. Il mutuante e il mutuatario, in considerazione del rapporto di parentela indicato in premessa, convengono che il presente prestito non è fruttifero di interessi neppure nella misura dell’interesse legale.

Art. 6. LUOGO DELL’ADEMPIMENTO

6.1. Il mutuatario eseguirà i pagamenti per la restituzione del capitale al domicilio del mutuante presso la sua residenza (come indicato sopra). Potrà farlo anche in rate anticipate rispetto alla scadenza.

Luogo e data

Mutuante                                                                 Mutuatario


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4 Commenti

  1. Quante volte ho prestato dei soldi a mio figlio quando doveva acquistare la sua auto e doveva consegnare la somma più grossa all’inizio al momento dell’acquisto per poi pagare a rate. E lì, avendo una necessità imminente, gli ho dato i soldi senza pensarci due volte dicendogli che poi avrebbe potuto restituirmeli con calma quando ne aveva la possibilità. Soldi che man mano che mi restituiva e che comunque io gli mettevo da parte per poi darglieli una volta restituiti tutti. Questo perché doveva capire il senso del dovere e l’impegno a restituire con puntualità e precisione quello che gli era stato dato in prestito. Così alla fine gli ho fatto questo regalo, mentre lui all’inizio era convinto che si trattasse di un prestito infruttifero

  2. Ho chiesto un prestito alla mia famiglia visto che ho trovato una casa e dovevo bloccare subito l’affare. Quindi, mi è stata consegnata una somma iniziale che man mano ho restituito non appena avevo la disponibilità economica. Si è trattato di un’urgenza, altrimenti non avrei chiesto soldi ai miei anche perché ho sempre cercato di rendermi indipendente

  3. Mi sono imbattuto in questo articolo perché ho intenzione di chiedere a mio padre un piccolo prestito visto che vorrei iniziare una nuova vita in un’altra città ed ho bisogno di un po’ di soldini da mettere da parte per lanciarmi. Poi, ho intenzione di restituirli non appena arriverà lo stipendio, ma intanto voglio avere le spalle coperte ed essere sicuro di non dovermi trovare a zonzo senza una lira

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