Cosa succede se marito e moglie simulano una crisi coniugale?
Sei sposata da circa dieci anni. Le cose andavano a gonfie vele fino a quando l’azienda di tuo marito ha cominciato ad avere problemi economici. Per evitare che i creditori aggrediscano i vostri beni, soprattutto lo chalet in montagna, avete pensato di lasciarvi. In questo articolo parleremo della finta separazione: cosa si rischia?
Il fenomeno della finta separazione è ampiamente diffuso e studiato a tavolino. In pratica, la coppia stipula un accordo con cui il marito lascia alla moglie le proprietà immobiliari. Per rendere ancora più credibile la magagna, i due coniugi cambiano residenza, quindi vanno ad abitare in due appartamenti diversi. In questo modo, non sarà possibile pignorare i beni che sono entrati nel patrimonio dell’altro. Tale condotta, però, non è priva di conseguenze.
In casi del genere, si può smascherare l’intento fraudolento sia dal punto di vista civile che penale. Ma procediamo con ordine e cerchiamo di analizzare la questione punto per punto.
Indice
Finta separazione: cosa vuol dire?
Quando si parla di separazione si fa riferimento a quella fase transitoria della crisi matrimoniale che rappresenta l’anticamera del divorzio. I coniugi, in buona sostanza, vengono autorizzati dal giudice a vivere in due dimore diverse, pur essendo ancora sposati. La separazione potrebbe concludersi con una riconciliazione oppure con una pronuncia di scioglimento o cessazione degli effetti civili del matrimonio (a seconda che l’unione sia celebrata in Comune oppure in chiesa). Fino ad allora, marito e moglie non sono più tenuti alla coabitazione e alla fedeltà reciproca, ma sussiste comunque l’obbligo di mantenere i figli e il coniuge economicamente più debole.
Alcune volte, però, la coppia ricorre alla cosiddetta separazione fittizia, vale a dire ad un accordo finalizzato a simulare la fine dell’unione coniugale per non pagare eventuali creditori. Ti faccio un esempio per farti capire meglio cosa intendo.
Tizio e Caia sono sposati. A causa della crisi economica, Tizio, noto imprenditore, comincia a chiedere dei prestiti ad amici e parenti. Con il passare del tempo, però, l’uomo non riesce a saldare i debiti. Temendo che i creditori possano procedere con il pignoramento della sua casa, propone alla moglie Caia una finta separazione per trasferirle la proprietà dell’immobile.
Come puoi notare nell’esempio che ti ho riportato, Tizio e Caia non vogliono separarsi per mettere fine al matrimonio, ma solo per evitare il pignoramento.
Finta separazione: cosa si rischia?
Le coppie che simulano la separazione possono incorrere nella responsabilità penale per il reato di truffa [1] ai danni del creditore oppure di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte [2] se lo scopo è quello evadere il Fisco e i debiti sono di importo superiore a 50 mila euro. Nel primo caso, la pena base è la reclusione da 6 mesi a 3 anni e la multa da euro 51 a euro 1.032. Nel secondo caso, invece, è prevista la reclusione da 6 mesi a 4 anni (oppure da 1 a 6 anni se le imposte evase superano i 200 mila euro).
Dal punto di vista civile, i creditori possono agire in due modi per dimostrare l’intento fraudolento dei coniugi, quindi che la separazione è tutta una messa in scena. In particolare, la legge prevede i seguenti strumenti:
- azione simulatoria: in pratica, il giudice accerta che il trasferimento della proprietà del bene è fittizio e, pertanto, condanna il coniuge alla restituzione;
- azione revocatoria: in tal caso, il giudice dichiara inefficace il trasferimento rispetto al creditore, il quale avrà la possibilità di espropriare i beni alienati a terzi. L’azione può essere esercitata entro cinque anni dalla data del trasferimento. Secondo la Corte di Cassazione, inoltre, sono soggetti a questo tipo di azione anche «gli atti con un profondo valore etico e morale» [3]. Pensa, ad esempio, al marito indebitato che, grazie ad un accordo di separazione, trasferisce alla moglie la proprietà di un bene quale adempimento dell’obbligo di mantenimento nei confronti della prole.
Attenzione: se l’atto è a titolo oneroso, il creditore deve dimostrare la consapevolezza dell’intento fraudolento sia del coniuge debitore sia del terzo.
Viceversa, se si tratta di un atto a titolo gratuito, basta provare il dolo del debitore.
Finta separazione: come si fa?
Per mettere in campo una separazione fittizia è sufficiente un accordo tra i coniugi con cui uno dei due intesta all’altro tutti i beni o parte di essi, in modo da sottrarli al Fisco ed evitare il pignoramento.
Un’alternativa lecita è scegliere, come regime patrimoniale della famiglia, la separazione dei beni. In questo modo, ciascun coniuge conserva la titolarità esclusiva degli acquisti compiuti durante il matrimonio e i patrimoni di ognuno rimarranno distinti. Ne consegue, che i creditori potranno soddisfarsi esclusivamente sui beni di cui è titolare il debitore.
Per avere altre informazioni su questo argomento ti consiglio di leggere l’articolo “I vantaggi della separazione dei beni nel matrimonio“.
note
[1] Art. 640 cod.pen.
[2] Art. 11 d.lgs n. 74/2000.
[3] Cass. civ. sent. n. 15603/2005 del 26.07.2005.
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