Ecco cosa si rischia a rubare un account o profilo


Reati che si commettono hackerando l’account di altri: sostituzione di persona, accesso abusivo a sistema informatico, truffa.
L’incremento dei crimini in Internet va di pari passo con la diffusione del web nelle abitudini quotidiane delle persone. Dai social network ai servizi di home banking, praticamente oggi per ogni cosa serve un accesso a Internet. Anche chi non vorrebbe è spesso costretto a doversi registrare ai vari siti: si pensi ai portali istituzionali dell’Inps, dell’Agenzia delle Entrate o del proprio ente di previdenza. Tutto passa per la Rete, insomma, favorendo così l’incremento delle truffe e, in genere, dei reati sul web. Con questo articolo ci soffermeremo su una specifica condotta illecita, analizzando cosa si rischia a rubare un account o un profilo.
Quando si parla di profili si pensa immediatamente a Facebook, Instagram e a tutti gli altri social network. In realtà, l’iscrizione ad ogni sito o piattaforma presuppone la creazione di un account: per tale ragione, i reati che andremo ad analizzare, sebbene diffusissimi soprattutto tra i social, in realtà riguardano anche piattaforme più “serie”, tipo quelle che consentono di accedere al conto corrente online. Se l’argomento t’interessa e vuoi saperne di più, prosegui nella lettura: scopriremo cosa si rischia a rubare un account o un profilo su Internet.
Indice
Furto account: reato di sostituzione di persona
Innanzitutto, chi ruba un account o un profilo di un’altra persona rischia di commettere il reato di sostituzione di persona. Questo crimine si integra solamente se, una volta hackerato il profilo, lo si utilizza per spacciarsi per il legittimo titolare.
In pratica, se accedi al profilo social di un tuo amico e, poi, lo utilizzi per sfruttare la sua identità e spendere il suo nome presso terzi (amici, ecc.), allora commetterai il delitto di sostituzione di persona.
Secondo il Codice penale [1], commette questo delitto chi, al fine di procurare a sé o ad altri un vantaggio, oppure di arrecare ad altri un danno, induce taluno in errore, sostituendosi illegittimamente ad un’altra persona, o attribuendo a sé o ad altri un falso nome, un falso stato ovvero una qualità a cui la legge attribuisce effetti giuridici. La sanzione è la reclusione fino a un anno.
Attribuirsi una falsa identità o, comunque, un’identità non propria costituisce dunque il reato di sostituzione di persona.
Peraltro, il vantaggio di cui parla la norma non deve essere necessariamente economico. Ad esempio, secondo la Corte di Cassazione, può costituire reato anche soltanto spacciarsi per single per conquistare un’altra donna [2].
Furto profilo: reato di accesso abusivo
Rubare un account o un profilo comporta senza dubbio il rischio di essere incriminati per il reato di accesso abusivo a un sistema informatico o telematico.
La legge italiana punisce con la reclusione fino a tre anni chi, abusivamente, si introduce in un sistema informatico o telematico protetto da misure di sicurezza, ovvero vi si mantiene contro la volontà espressa o tacita di chi ha il diritto di escluderlo [3].
Classico esempio di accesso abusivo è quello di colui che riesce ad entrare nell’account personale di un altro individuo utilizzando le sue credenziali: pensa all’hacker che riesce a rubare la password di accesso all’area riservata dell’home banking, riuscendo così a gestire il conto corrente della vittima.
Chi effettua un accesso non autorizzato commette reato a prescindere dalle sue intenzioni e dal danno che abbia cagionato: in pratica, chi ottiene abusivamente le credenziali di un’altra persona e le utilizza senza arrecargli alcun danno, commette ugualmente reato.
Ciò significa che, se qualcuno ruba la password di Facebook a un’altra persona ed entra nel suo profilo solamente per sbirciare, si sarà comunque macchiato del reato di accesso abusivo, anche senza aver prodotto alcun danno concreto.
Spesso, però, l’accesso abusivo è finalizzato a ben altri scopi, e cioè a carpire informazioni preziose, semmai provvedendo alla duplicazione illegittima delle stesse, con il rischio di dare luogo al diverso reato di diffusione abusiva di dati informatici, punito con la reclusione sino a un anno e con la multa sino a 5.164 euro [4].
Questo reato è tipico dell’attività di hacking: i pirati informatici si introducono nei siti istituzionali (a volte anche governativi) al fine di rubare informazioni top secret per poi rivelarle pubblicamente.
Pensa a colui che riesce ad entrare negli account personali delle persone famose e poi diffonde in Rete: password, dati personali, fotografie, ecc.
Rubare account o profilo: reato di truffa
Senza alcun dubbio, chi ruba il profilo o l’account di un’altra persona e lo utilizza per arricchirsi, magari trasferendo sul suo conto somme di danaro, commette il reato di truffa [5].
Ad esempio, commette una truffa (oltre alla sostituzione di persona) colui che, utilizzando il profilo di altri, si faccia dare del denaro oppure altre utilità.
Allo stesso modo, chi ruba il profilo o l’account altrui per accedere a un conto corrente online e poi disporre a proprio vantaggio un bonifico, commette il reato di truffa.
In casi del genere, il truffatore che ha approfittato dell’account o del profilo altrui rischia la reclusione sino a tre anni.
note
[1] Art. 494 cod. pen.
[2] Cass., sent. n. 3480 del 10 agosto 2016.
[3] Art. 615-ter cod. pen.
[4] Art. 615-quater cod. pen.
[5] Art. 640 cod. pen.
Autore immagine: canva.com/