Trasferire i contratti in corso dalla vecchia alla nuova azienda in presenza di debiti


Si rischia l’incriminazione per il reato di sottrazione illecita al pagamento delle imposte.
Rischia grosso l’imprenditore la cui impresa, sommersa dai debiti, viene “parcheggiata” e, nel frattempo, cede i contratti in corso ad un’altra azienda, sempre dello stesso soggetto o di un prestanome. Infatti, se lo scopo è solo quello di evitare i creditori, e tra questi c’è il fisco, il pericolo è quello di una incriminazione per il reato di sottrazione illecita al pagamento delle imposte.
Lo ha chiarito la Cassazione con una sentenza di questa mattina [1].
Facile per il fisco dimostrare che l’imprenditore, in relazione ai beni trasferiti ed alla modalità di rientro in possesso dei medesimi beni, ha posto solo in essere una condotta finalizzata alla sottrazione al pagamento in favore dell’erario.
Peraltro, è del tutto irrilevante il mancato completamento dell’operazione rispetto alla punibilità delle condotte finalizzate alla distrazione. Infatti, sostiene la Corte, il reato sussiste a prescindere dalla realizzazione del trasferimento effettivo e del vantaggio economico.
Il reato in commento non richiede che l’amministrazione tributaria abbia già compiuto un’attività di verifica, accertamento o iscrizione a ruolo, né richiede l’evento, vale a dire la sussistenza di una procedura di riscossione in atto e la effettiva vanificazione della riscossione tributaria coattiva. Si tratta infatti di un reato “di pericolo” e non “di danno” e l’esecuzione esattoriale, quindi, non configura un presupposto della condotta illecita, ma è prevista solo come evenienza futura che la condotta tende (e deve essere idonea) a neutralizzare.
Ai fini della perfezione del delitto, pertanto, è sufficiente la semplice idoneità della condotta a rendere potenzialmente inefficace (a prescindere, poi, dai risultati effettivi e concreti) la procedura di riscossione [2].
note
[1] Cass. sent. n.. 7618 del 19.02.15.
[2] Cass. sent. n. 25147 del 22.04.09.