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Come essere assunti in Comune

24 Agosto 2021 | Autore:
Come essere assunti in Comune

Si può entrare nella Pubblica Amministrazione senza concorso? Cosa viene chiesto nelle prove? Chi e come decide quando ampliare l’organico?

Sfatiamo subito un mito: contrariamente a quello che in molti sostengono, fare l’impiegato comunale non è sinonimo di vita comoda e facile: nella Pubblica Amministrazione, come nel settore privato, chi ha voglia di lavorare trova sempre qualcosa da fare, mentre lo sfaticato vivacchia sia nella veste di dipendente statale sia in quella di lavoratore presso una società privata. C’è, ad ogni modo, un vantaggio innegabile: essere assunti in Comune significa avere un lavoro fisso, cosa che i dipendenti impegnati fuori dal settore pubblico non possono dire mai.

Chi cerca questa tranquillità, insieme alla comodità di trovare un’occupazione vicino a casa e con orari accettabili, si sarà chiesto qualche volta come essere assunti in Comune. Ci vuole un titolo di studio particolare? Si può lavorare nella Pubblica Amministrazione senza concorso? Come si fa a diventare impiegato comunale?

La strada passa nella totalità dei casi da un concorso pubblico. Ma ci sono delle categorie di lavoratori che possono essere chiamati ad occupare un posto in Comune senza bisogno di sostenere queste prove. Vedremo tra poco chi sono.

Lavorare in Comune: chi decide le assunzioni?

Il decreto del 2017, che porta il nome dell’allora ministro della Pubblica Amministrazione Marianna Madia [1], prevede che per assumere dei dipendenti statali deve essere fatto prima un piano triennale di fabbisogni del personale. Si tratta, in buona sostanza, di una relazione dettagliata che segnala il numero ed il tipo di lavoratori di cui l’ente pubblico ha bisogno.

Il piano deve riportare:

  • la consistenza della dotazione organica e l’eventuale modifica rispetto a quanto programmato precedentemente, entro i limiti di budget;
  • la conformità del piano con la pianificazione pluriennale delle attività e della performance, con le linee di indirizzo e con l’ottimizzazione delle risorse disponibili;
  • la conformità anche con gli obiettivi di organizzazione, efficienza, economicità e qualità dei servizi ai cittadini.

Se questo piano non viene elaborato ed approvato dall’amministrazione pubblica, non è possibile essere assunti in Comune o in qualsiasi altro ente statale, ad eccezione delle categorie protette.

Lavorare in Comune: come si viene assunti?

Il Testo unico del pubblico impego stabilisce che si può essere assunti in Comune o in altre amministrazioni pubbliche con contratto individuale di lavoro, a seconda della procedura stabilita dal piano triennale dei fabbisogni di cui abbiamo appena parlato.

Tranne nei casi stabiliti dalla legge, l’assunzione come dipendente pubblico deve avvenire tramite concorso, come peraltro richiede la nostra Costituzione [2]. Tale concorso serve a creare una graduatoria di merito in cui ogni candidato ha un punteggio in base ai risultati ed ai titoli ottenuti. Il concorso si conclude con il contratto di assunzione che prevede, a seconda dell’accordo sindacale di riferimento, un periodo di prova.

In altre parole, chi si chiede come essere assunti in Comune deve sapere che, a meno di appartenere ad una categoria protetta, deve affrontare un concorso pubblico: l’ente locale, quando ha bisogno di personale, pubblica un bando sulla Gazzetta Ufficiale con i requisiti richiesti, il luogo, la data, l’ora e le modalità di svolgimento delle prove.

Il concorso per titoli ed esami consiste in una serie di domande a risposta multipla o aperta su argomenti come:

  • cultura generale e logica;
  • diritto amministrativo e diritto del lavoro;
  • ordinamento delle autonomie locali e del lavoro alle dipendenze pubbliche;
  • elementi di base di diritto penale;
  • contabilità dello Stato;
  • conoscenze di informatica e di lingua inglese.

Il bando potrà chiedere anche diplomi o lauree specifiche a seconda del posto da occupare e delle mansioni da svolgere.

Lavorare in Comune senza concorso

Come anticipato, è possibile essere assunti in Comune senza concorso solo se si appartiene alle cosiddette «categorie protette», vale a dire se si è iscritti negli elenchi anagrafici che danno diritto alle persone con disabilità ad avere una corsia preferenziale per entrare nel mondo del lavoro previa verifica della compatibilità con le mansioni da svolgere.

L’amministrazione pubblica, infatti (come del resto anche il settore privato) ha l’obbligo di avere nel proprio organico una percentuale di lavoratori disabili, ovvero:

  • il 7% se i dipendenti sono più di 50;
  • due lavoratori, se il numero di dipendenti è compreso tra 36 a 50;
  • un solo lavoratore, se il numero di dipendenti è compreso tra 15 a 35.

Nel caso in cui questa quota risulti scoperta, l’ente statale deve inviare una comunicazione in merito entro 60 giorni tramite la procedura telematica disponibile sul sito del ministero del Lavoro. In questa comunicazione, deve essere indicato come e quando provvederà all’assunzione dei lavoratori appartenenti alle categorie protette. Se le mansioni richiedono soltanto l’aver frequentato la scuola dell’obbligo, è possibile fare dei contratti di lavoro senza concorso attraverso una richiesta di avviamento degli iscritti nelle liste di collocamento, oppure tramite convenzione. Se, invece, è necessario un titolo di studio superiore, bisogna fare il concorso.

Nel caso in cui il Comune continui a non assumere, i centri per l’impiego hanno facoltà di avviare delle assunzioni automatiche dei disabili iscritti, previo invito all’ente locale ad adempiere entro 30 giorni.

La chiamata nominale spetta a:

  • invalidi civili con riduzione della capacità lavorativa di almeno il 45%;
  • titolari dell’assegno ordinario di invalidità;
  • invalidi del lavoro con percentuale d’invalidità superiore al 33%
  • non vedenti o sordi;
  • invalidi di guerra, invalidi civili di guerra, invalidi per servizio.

Lavorare in Comune: con quale contratto?

Qual è il rapporto di lavoro che spetta per essere assunti in Comune? Il contratto può essere:

  • come dipendente ordinario: viene applicato a chi ha superato un concorso o una selezione pubblica e rappresenta l’anticamera del contratto individuale di lavoro a tempo indeterminato;
  • come dipendente flessibile: si tratta sempre di un rapporto subordinato ma vincolato al tempo (ad esempio, a termine) o alle modalità (ad esempio, il contratto di somministrazione).

In quest’ultimo caso, il Comune deve rispettare i princìpi di imparzialità e di trasparenza. Non è possibile utilizzare lo stesso lavoratore con più tipologie contrattuali per periodi di servizio superiori al triennio nell’arco dell’ultimo quinquennio.


note

[1] D. Lgs. n. 75/2017.

[2] Art. 97 co. 4 Costituzione italiana.


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