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Quanto guadagna un assistente sociale?

7 Settembre 2021 | Autore:
Quanto guadagna un assistente sociale?

L’assistente sociale è un professionista che lavora al servizio della collettività, occupandosi di persone in stato di bisogno. L’iter formativo, i possibili sbocchi lavorativi e lo stipendio.

Attualmente, nel mondo del lavoro, una figura professionale molto richiesta è quella dell’assistente sociale. Ma cosa fa e quanto guadagna un assistente sociale? In generale, le sue mansioni sono finalizzate a prevenire e risolvere situazioni di disagio sociale.

L’assistente sociale segue le pratiche per l’adozione, l’affido e il pre-affido, supporta le famiglie che si trovano in stato di difficoltà, si occupa di soggetti con problematiche di salute mentale e di tossicodipendenza oppure di minori a rischio, si adopera per ridurre la dispersione scolastica e per l’inserimento degli immigrati.

Quanto guadagna un assistente sociale? Dipende dal tipo di posizione che ricopre e dai livelli di professionalità e responsabilità raggiunti. In ogni caso, si tratta di un lavoro non sempre semplice, che richiede una forte dose di motivazione e di consapevolezza. A volte, infatti, dall’attività dell’assistente sociale può dipendere il destino di intere famiglie e bisogna essere pronti ad affrontare anche le situazioni più delicate.

Assistente sociale: le categorie

La professione di assistente sociale è riconosciuta dallo Stato italiano ed è disciplinata da un’apposita legge [1].

Esistono due categorie di assistenti sociali:

  1. l’assistente sociale che si occupa delle mansioni già sopra elencate;
  2. l’assistente sociale specialista che ha compiti dirigenziali poiché organizza e coordina i servizi sociali.

Come si diventa assistente sociale

Per diventare assistente sociale occorre essere in possesso di una laurea triennale appartenente alla classe L 39 Servizio sociale [2]. Durante il percorso di laurea, sono previsti dei periodi di tirocinio per avvicinarsi alla professione e acquisire esperienza sul campo. Terminati gli studi universitari, è previsto un esame di abilitazione professionale, che consente l’iscrizione all’albo professionale (Albo sezione B).

Per diventare assistente sociale specialista bisogna conseguire una laurea magistrale in Servizio sociale e politiche sociali (classe LM 87). Anche in questo caso, successivamente, occorre superare l’esame di abilitazione prima di iscriversi all’albo professionale (Albo sezione A).

Diventare assistente sociale con la laurea in Servizio sociale (triennale) permette di accedere a corsi di perfezionamento, master di primo livello e altri corsi di specializzazione. Il conseguimento della laurea magistrale, invece, consente di accedere, oltre ai corsi sopra citati, a master di secondo livello e ai concorsi per i dottorati di ricerca.

L’esame di abilitazione per assistente sociale consiste in quattro prove, di cui due scritte, una orale e una prova pratica, e verte sulle materie studiate durante il corso di laurea.

L’esame di abilitazione per assistente sociale specialista consta di tre prove, due scritte e una orale.

Dopo l’esame di abilitazione per poter svolgere l’attività di assistente sociale sia come libero professionista sia come dipendente pubblico o di enti ed aziende private è obbligatorio iscriversi all’albo professionale [3].

Quanto guadagna un assistente sociale?

Per stabilire con esattezza quanto guadagna un assistente sociale, occorre prima distinguere il ruolo che ricopre e l’area di riferimento nella quale opera. Successivamente, si possono associare le cifre.

Lo stipendio dell’assistente sociale, quindi, presenta un grosso margine di oscillazione.

Si parte da un minimo di 850 euro netti mensili fino ad arrivare ad un massimo di circa 2.000 euro. Nel nostro Paese, lo stipendio medio di un assistente sociale è pari a 1.350 euro netti al mese, vale a dire 24.300 euro lordi all’anno. Quello che fa la differenza è l’esperienza, tanto è vero che un assistente sociale con meno di tre anni di esperienza lavorativa arriva a guadagnare circa 900 euro al mese, mentre nella fascia intermedia della carriera, cioè con un’esperienza compresa tra i quattro e i nove anni, percepisce uno stipendio intorno ai 1.200 euro netti al mese.

A fine carriera, ovvero con più di 20 anni di esperienza lavorativa, il suo stipendio si aggira intorno ai 1.700 euro mensili.

Guadagno di un assistente sociale: le variabili

Sullo stipendio dell’assistente sociale influiscono anche altre variabili oltre all’esperienza lavorativa come:

  • la tipologia di lavoro svolto. A tal proposito, si possono distinguere tre grandi categorie: la prima, relativa al servizio sociale organizzativo, la seconda, inerente alle relazioni pubbliche sociali, e la terza, attinente all’intervento psicosociale;
  • le fasce di età dei soggetti con i quali lavora (minori, anziani o persone di qualsiasi età);
  • l’ambito di riferimento: ad esempio, quello delle adozioni piuttosto che delle dipendenze o della tutela dei minori.

Altresì, lo stipendio varia a seconda se l’assistente sociale lavora nel settore pubblico, ad esempio in un ospedale, oppure in quello privato, come una residenza sanitaria per anziani oppure una cooperativa sociale. Bisogna anche tenere presente che l’assistente sociale può lavorare sia come libero professionista sia in associazione con altri liberi professionisti.

Settore pubblico/privato: qual è lo stipendio dell’assistente sociale?

In ambito pubblico, lo stipendio di un assistente sociale è regolato dal contratto, che di solito prevede 36 ore settimanali ed assicura un guadagno di almeno 1.300 euro netti mensili, ai quali bisogna sommare indennità e mensilità aggiuntive.

Pertanto, lo stipendio lordo annuale può arrivare a 22.000 euro, a cui si aggiungono l’indennità di comparto, pari a circa 600 euro, la tredicesima, altre indennità e l’assegno per il nucleo familiare, se dovuto.

Nel settore privato, lo stipendio può variare a seconda del ruolo ricoperto, dell’anzianità e delle responsabilità. Il guadagno si aggira comunque intorno ai 1.300/1.400 euro netti mensili, che arrivano a 2.000 euro se si diventa coordinatore o responsabile.

Infine, chi svolge l’attività come libero professionista ha un guadagno che varia in base ai clienti che riesce a gestire. In tal caso, il costo delle prestazioni si calcola con l’apposito tariffario pubblicato dal Consiglio nazionale dell’ordine degli assistenti sociali.


note

[1] L. n. 84/1993.

[2] D.M. 270/2004.

[3] L. n. 84/1993.


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