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Come denunciare una moglie violenta?

2 Ottobre 2021 | Autore:
Come denunciare una moglie violenta?

Cos’è la violenza domestica? Cosa fare in caso di maltrattamenti del proprio coniuge? Come provare gli abusi subiti tra le mura domestiche?

L’ordinamento giuridico italiano non tollera nessun tipo di violenza, né fisica né psicologica. Ogni sopruso nei confronti di un altro soggetto costituisce un illecito, anche quando a essere lesa è solamente la dignità personale e non il corpo. Ovviamente, tutti gli individui sono tutelati alla stessa maniera, sia uomini che donne. Anche se statisticamente sono quasi sempre queste ultime ad essere vittime di violenza, ciò non significa che non possa accadere il contrario, e che un uomo non possa segnalare alle autorità gli abusi patiti. Come denunciare una moglie violenta?

Sin da subito, va detto che i soprusi che avvengono in famiglia costituiscono un delitto più grave di quello che la stessa condotta può configurare all’esterno delle mura domestiche. Quando si commette violenza in casa, si risponde del reato di maltrattamenti contro familiari e conviventi. Spesso, però, si hanno remore nell’agire contro un proprio familiare, sia per il profondo legame tra vittima e autore del fatto, sia perché si hanno timori di ritorsioni: poiché la giustizia italiana è molto lenta, tra la denuncia e l’intervento concreto delle forze dell’ordine potrebbe trascorrere molto tempo.

Nel caso in cui la vittima delle violenze sia un uomo, le cose si fanno ancor più difficili perché la persona offesa potrebbe pensare di non essere creduta dalle autorità. Come denunciare una moglie violenta? Come provare di essere vittima di abusi da parte della consorte? Se l’argomento ti interessa, prosegui nella lettura: troverai le risposte che cerchi.

Violenza domestica: cos’è?

Per violenza domestica si intendono gli abusi, fisici e psicologici, che si consumano all’interno delle mura di casa.

La violenza domestica, come vedremo, è oggetto di particolare attenzione da parte del legislatore, visto che si tratta di una forma di prepotenza più grave delle altre: essa, infatti, si consuma in un contesto in cui le persone non dovrebbero temere nulla. Inoltre, il fatto che la violenza avvenga in famiglia rende più difficile l’intervento delle autorità, poiché tutto avviene tra le mura domestiche, lontano dagli occhi degli altri.

Violenza domestica: che reato è?

Essenzialmente, la violenza domestica è riconducibile al reato di maltrattamenti contro familiari e conviventi, punito con la reclusione da tre a sette anni [1].

Perché si integri questo crimine occorre che i soprusi di un convivente nei confronti dell’altro siano ripetuti nel tempo. Un solo episodio di violenza sarebbe insufficiente a far sorgere una responsabilità penale di questo tipo.

E così, se la moglie colpisce al viso il marito causandogli una ferita, la donna sarà querelabile per lesioni personali, ma non per maltrattamenti. Diverso è il caso se gli episodi di violenza si ripetono abitualmente.

Affinché si possa integrare il reato di maltrattamenti, inoltre, occorre che vittima e aguzzino coabitino abitualmente. Non è dunque sufficiente una relazione sentimentale occasionale, come quella che può esserci col proprio amante: c’è bisogno che la convivenza rappresenti una condizione di normalità.

Solo al ricorrere di queste condizioni si può parlare di violenza domestica e, dunque, del reato di maltrattamenti contro familiari e conviventi. Difettando tali requisiti, si potrà al massimo rispondere dei diversi reati di percosse e lesioni personali.

Moglie violenta: come denunciare?

Come denunciare una moglie violenta? È molto semplice: recandosi presso il più vicino presidio delle forze dell’ordine, come ad esempio la caserma dei carabinieri o la stazione di polizia. Nei casi di estrema urgenza, si può anche contattare il numero unico d’emergenza, il 112.

Il fatto che l’autore dei maltrattamenti sia una donna non deve spaventare la vittima: ogni reato è sempre punito dalla legge, a prescindere dal sesso di chi l’ha commesso. Dunque, poco importa che le vessazioni provengano dalla moglie: anch’ella potrà essere denunciata e processata dalla legge.

Poiché il reato di maltrattamenti contro familiari e conviventi è procedibile d’ufficio, chiunque potrà denunciare gli abusi commessi da una moglie violenta. In altre parole, davanti alle violenze patite dal marito, chiunque potrà allertare le forze dell’ordine, anche la persona che ha assistito occasionalmente e per puro caso a un episodio di prepotenza.

Anche il figlio che assiste alle violenze domestiche tra genitori potrà allertare la polizia. A tal proposito, la legge specifica che il minorenne che assiste ai maltrattamenti in famiglia si considera persona offesa dal reato.

Come provare i maltrattamenti della moglie violenta?

Veniamo ora all’aspetto probabilmente più controverso dell’intera questione. Come provare i maltrattamenti della moglie violenta?

Molti uomini rinunciano a sporgere denuncia contro le proprie mogli perché provano vergogna. Inoltre, temono di non essere creduti dalle autorità: di solito, infatti, è la donna a segnalare le violenze, non l’uomo.

Si tratta di pregiudizi e di paure infondate: come detto in apertura, la legge tutela ogni vittima di violenza, e punisce tutti coloro che se ne rendono protagonisti.

Come provare che la propria moglie è violenta? Per dimostrare di essere vittima di soprusi, si può fare ricorso a ogni mezzo di prova:

  • testimonianze;
  • filmati;
  • fotografie;
  • registrazioni audio;
  • perizie mediche che dimostrano i danni subiti, anche psicologici.

Anche in assenza di queste prove, bisogna ricordare che, nel campo penale, è sufficiente la testimonianza della vittima per dimostrare la condotta colpevole del responsabile, purché la deposizione sia lineare e credibile.

In altre parole, la persona vittima di violenza domestica che non può provare i maltrattamenti perché non ci sono testimoni né segni visibili sul proprio corpo degli abusi patiti, può ottenere comunque giustizia se il giudice ritiene che la propria narrazione sia credibile perché priva di contraddizioni.

Insomma: può bastare la parola della vittima contro quella dell’accusato. Ovviamente, l’ideale sarebbe che il racconto della persona offesa sia confortato da ulteriori elementi, come per l’appunto le testimonianze di chi ha assistito, oppure la semplice registrazione, audio e/o video, degli avvenimenti, fatta anche mediante smartphone.


note

[1] Art. 572 cod. pen.

Autore immagine: canva.com/


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2 Commenti

  1. SI parla sempre di uomini violenti e finalmente un articolo che parla degli uomini vittime delle angherie delle pazze delle mogli, diventate ora ex. non è semplice raccontare questi episodi perché spesso non si viene creduti o si viene derisi (come tu grande e grosso te le fai dare di santa ragione da tua moglie? Ma che sei, un uomo senza attributi? e potrei continuare all’infinito. e allora ti confidi con il tuo collega che ti consiglia di denunciare la moglie violenta

  2. quando litigavamo la mia ex mi urlava contro come un a matta e mi lanciava oggetti. Un giorno mi ha provocato una ferita profonda tant’è che sono finito all’ospedale e farmi mettere i punti. lei è intervenuta inventandosi una storia palesemente falsa. IL medico invita a far uscire la mia ex e mi chiede le dinamiche della vicenda così sono state chiamate le forze dell’ordine e l’ho denunciata

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