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Dopo quanto tempo staccano la luce?

2 Ottobre 2021 | Autore:
Dopo quanto tempo staccano la luce?

In caso di bollette della corrente non pagate, si resta subito al buio? Qual è la procedura seguita e come si può evitare il distacco?

Se non hai pagato l’ultima bolletta della luce e non hai ancora ricevuto un avviso dal tuo gestore, stai tranquillo: quando tornerai a casa dal lavoro potrai premere l’interruttore e le lampade si accenderanno, il forno funzionerà, potrai mettere in carica il cellulare e guardare un film in tv dopo cena. Non aspettare troppo a saldare il debito, però: prima o poi, tutto questo non sarà possibile perché un ritardo prolungato nel pagamento ti lascerà al buio. Se ti chiedi dopo quanto tempo staccano la luce, sappi che il contatore non andrà giù il giorno dopo la scadenza della bolletta ma nemmeno potrai vivere a lungo sulle spalle del tuo fornitore.

Prima di restare senza corrente ci sono diversi passaggi obbligatori: prima ti arriverà a casa una diffida in cui ti si chiede di pagare entro un certo termine, poi ti verrà scalata (non tolta del tutto) la tensione elettrica, infine resterai definitivamente al buio finché la luce del sole non ti consentirà di trovare la bolletta ed il portafoglio e non effettuerai il pagamento degli arretrati. Ecco come funziona questa procedura e dopo quanto tempo staccano la luce.

Bolletta della luce: quando scade il pagamento?

Forse, prima di chiedersi dopo quanto tempo staccano la luce è il caso di chiedersi dopo quanto tempo scade la bolletta, nel caso in cui non ci sia la domiciliazione in banca, per evitare di trovarsi involontariamente a lume di candela. Anche se il fatto di non pagare non è sempre legato ad una dimenticanza, può capitare che la fattura arrivi nel momento più inopportuno, quando c’è stata una spesa straordinaria e, con tutta la buona volontà, non si riesce economicamente a far fronte alle utenze. Non, almeno, finché non arriverà il prossimo stipendio.

Quando si apre la busta inviata dal gestore della corrente elettrica che contiene la bolletta, non bisogna guardare soltanto l’importo dovuto ma anche la data di scadenza. Deve essere riportata in risalto, in modo chiaro ed evidente. L’Autorità che regola l’energia, l’Arera, impone che il termine per pagare la bolletta della luce da quando viene lasciata dal postino nella cassetta delle lettere non sia inferiore a 20 giorni. Insomma, ci sono quasi tre settimane piene per mettersi a posto. Chi va oltre il termine indicato nella bolletta diventa cliente moroso e dovrà affrontare la procedura che vedremo di seguito. In caso di difficoltà economica, è possibile chiedere al fornitore il pagamento a rate secondo le modalità previste dal contratto.

Il pagamento in ritardo comprenderà, oltre all’importo della bolletta arretrata, anche gli interessi annuali pari al tasso ufficiale comunicato periodicamente dal ministero dell’Economia e delle Finanze maggiorato del 3,5%. La compagnia potrebbe addebitare al cliente anche i costi degli avvisi di pagamento.

Bolletta della luce: che succede prima del distacco della corrente?

Come abbiamo detto all’inizio, non è che se oggi ti scade la bolletta della corrente elettrica e non l’hai ancora pagata domani non puoi più accendere il televisore. Non è possibile, infatti, togliere una fornitura di energia senza preavviso. Quindi? Dopo quanto tempo staccano la luce?

Non è immediato. Il gestore invia, innanzitutto, un avviso bonario informale. Non si tratta di una raccomandata ufficiale ma di una semplice lettera o di una comunicazione nella bolletta successiva a quella non pagata (e in tutte le altre finché la situazione non verrà sanata). In questo modo, la compagnia fa sapere all’utente il termine entro il quale deve saldare il suo debito. L’importo degli arretrati viene indicato in fattura.

Se nemmeno così viene pagata la bolletta, allora parte la raccomandata formale o un messaggio di posta elettronica certificata (una Pec) nel caso in cui l’utente ne sia munito. Questa volta i toni saranno molto più determinati, perché si tratterà di una vera e propria diffida con la quale si intima il pagamento della bolletta arretrata. Sulla lettera o sul messaggio verrà indicata la data del termine ultimo per effettuare il pagamento, avvertendo del fatto che se ci sarà un ulteriore inadempimento, si procederà prima alla riduzione del 15% della potenza di energia erogata all’immobile e, successivamente, alla sospensione dell’utenza, cioè a staccare la luce.

Giova precisare che la raccomandata deve assolutamente riportare:

  • le modalità per comunicare l’avvenuto pagamento (telefono, fax ecc.);
  • il termine dopo il quale, se il cliente continua a non pagare, il venditore invierà al distributore la richiesta di sospensione della fornitura;
  • il costo delle eventuali operazioni di sospensione e riattivazione della fornitura.

Ancora non succede nulla? Si arriva al momento della riduzione della potenza che, come appena detto, cala del 15%. Il cliente può mettersi a posto entro il seguente termine a partire dal ricevimento della raccomandata o della Pec:

  • in caso di morosità reiterata, il termine minimo per provvedere al pagamento e regolarizzare la posizione è di 10 giorni;
  • in caso di morosità non reiterata, il tempo minimo è di 20 giorni.

Dopo 15 giorni di riduzione della potenza viene staccata la corrente.

Solo dopo aver pagato gli importi dovuti è possibile chiedere la riattivazione della fornitura. È previsto un indennizzo automatico in caso di ritardo nella riattivazione.

Bolletta della luce: quando non si può staccare la luce?

Il gestore dell’energia elettrica non può staccare la luce (anzi, se lo fa rischia di dover pagare il risarcimento all’utente) quando:

  • non spedisce prima al cliente la raccomandata con la diffida;
  • i termini di pagamento, assegnati con la raccomandata, sono inferiori a quelli previsti dalla normativa, per come sopra indicati;
  • l’utente ha presentato un reclamo scritto, ma non c’è stata alcuna risposta ufficiale per iscritto;
  • la sospensione del servizio cade di venerdì, sabato, domenica o negli altri giorni festivi e prefestivi, in modo da evitare che l’utente che vuole pagare trovi chiusi gli uffici postali o le banche;
  • l’importo non pagato è inferiore o uguale al deposito cauzionale.


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