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Genitore gay: si può chiedere l’affido esclusivo?

14 Ottobre 2021 | Autore:
Genitore gay: si può chiedere l’affido esclusivo?

L’orientamento sessuale non giustifica un provvedimento di affidamento esclusivo se non viene dimostrato un danno al minore.

Hai intenzione di separarti da tua moglie perché sei omosessuale. Da tanto tempo, infatti, sei innamorato di un altro uomo e non vedi l’ora di raccontare la verità a tua moglie per essere finalmente libero di vivere la tua storia d’amore. L’unico problema è che hai paura della sua reazione e che possa portarti via i tuoi bambini.

In questo articolo parleremo del genitore gay: si può chiedere l’affido esclusivo? Devi sapere che nella maggior parte dei casi i figli sono affidati sia alla madre che al padre in modo da garantire il rispetto del principio di bigenitorialità. Tuttavia, in determinate ipotesi, la prole può essere affidata anche ad un solo genitore, mentre l’altro ha comunque il diritto di intervenire nelle decisioni più importanti, esercitare il diritto di visita e rivolgersi al giudice quando lo ritiene opportuno. Tale modalità ricorre solamente nell’eventualità in cui si adotti un comportamento pregiudizievole per il minore. L’orientamento sessuale, invece, non incide sulla capacità genitoriale, quindi non giustifica un provvedimento di affido esclusivo. Ma procediamo con ordine e cerchiamo di approfondire la questione.

Cosa vuol dire affido esclusivo?

L’affido esclusivo è concesso dal giudice solamente in casi eccezionali, cioè quando uno dei genitori adotta un comportamento dannoso per il bambino. Pensa, ad esempio, al papà che dopo la separazione viene condannato per aver commesso un reato grave (tipo un omicidio). Ebbene, in circostanze simili, il tribunale affida i figli ad un solo genitore, il quale ha il potere di decidere in merito al mantenimento, all’educazione e all’istruzione della prole.

Cosa comporta l’affido esclusivo?

A dispetto di quanto si pensi, l’affido esclusivo non comporta una perdita della responsabilità genitoriale. In pratica, il genitore non affidatario conserva comunque il diritto di vedere il figlio (a meno che il giudice non ritenga che tale frequentazione sia dannosa), di intervenire nelle decisioni più importanti e perfino di rivolgersi all’autorità giudiziaria ogni qual volta ritenga che l’altro abbia adottato delle scelte pregiudizievoli.

Solamente in casi estremi, cioè quando si è completamente inadatti dal punto di vista educativo, il tribunale può optare per l’affido esclusivo rafforzato. Pensa, ad esempio, ad una madre alcolizzata. Tale modalità consente al genitore affidatario di gestire in completa autonomia tutte le questioni nell’interesse del minore, senza prima consultarsi con l’altro (ad esempio, quale sport fargli frequentare, cosa fargli mangiare, ecc.).

Quando chiedere l’affido esclusivo?

Come già detto poc’anzi, l’affido esclusivo viene disposto dal giudice in tutti quei casi in cui uno dei genitori non è capace di prendersi cura dei figli oppure se adotta un comportamento dannoso per il loro benessere psicofisico.

Secondo la giurisprudenza, l’affido esclusivo si può chiedere in particolare:

  • se il figlio ha difficoltà a relazionarsi con un genitore oppure rifiuta di avere qualsiasi tipo di rapporto;
  • quando si allontana fisicamente o psicologicamente il minore da un genitore;
  • se la madre o il padre sono dipendenti da sostanze (alcoliche o stupefacenti) oppure sono condannati per reati gravi;
  • se il genitore è violento nei confronti del figlio oppure se ne disinteressa completamente.

Naturalmente, non si tratta di un elenco esaustivo e il giudice, prima di decidere se concedere o meno l’affido esclusivo, deve valutare per bene la situazione nel suo complesso, la condotta pregiudizievole ed il danno arrecato al minore.

Genitore gay: si può chiedere l’affido esclusivo?

Il genitore gay che intraprende una relazione sentimentale con una persona dello stesso sesso non giustifica un provvedimento di affido esclusivo. Più volte, infatti, la giurisprudenza ha sancito che vivere in un nucleo familiare composto da una coppia omosessuale non danneggia l’equilibrio psicofisico del bambino.

Il discorso cambia, invece, se il genitore, indipendentemente dall’orientamento sessuale, è violento o adotta una serie di condotte pregiudizievoli. Pensa, ad esempio, al padre alcolizzato che contrae un grosso debito ed usa il figlio per ricattare la moglie affinché gli consegni i soldi che gli servono.

Oltre alla relazione omosessuale del genitore, ci sono altri casi in cui la richiesta di affido esclusivo non è giustificata. Ciò accade quando:

  • si cambia orientamento religioso;
  • ci si trasferisce in uno Stato diverso da quello in cui abita il figlio;
  • si fa un lavoro discutibile dal punto di vista morale (sempre che non si metta a rischio il corretto sviluppo del bambino).

Qual è l’alternativa all’affido esclusivo?

Come ti ho anticipato in premessa, la regola generale che viene applicata nella maggior parte dei casi è l’affido condiviso. Questo vuol dire, in buona sostanza, che il minore viene affidato ad entrambi i genitori, i quali devono concordare le decisioni più importanti ed affrontare in autonomia le questioni di ordinaria amministrazione. In questo modo, si realizza pienamente il principio di bigenitorialità, ossia il diritto di ogni bambino di mantenere un rapporto stabile e continuativo con la mamma ed il papà, anche se separati o divorziati.



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