Cosa può fare la moglie sul conto in banca del marito?


Quali sono i diritti del coniuge se non alimenta il conto corrente cointestato? Se c’è la comunione dei beni lei può sempre prelevare?
Luogo comune numero 1: la donna che sposa l’uomo per i soldi. Luogo comune numero 2: la donna che passa la giornata tra shopping, parrucchiere ed estetista con la carta di credito del marito. Luogo comune numero 3: la donna che esce a pranzo e/o a cena con le amiche e spende i soldi del marito. Anche volendo, tutti questi luoghi comuni sarebbero fattibili? Cosa può fare la moglie sul conto in banca del marito?
Fuori dai luoghi comuni, ci sono anche quelli che vengono considerati di meno ma che finirebbero per porre lo stesso interrogativo. Per esempio: può una donna che, per scelta, ha lasciato il lavoro per la famiglia andare in banca e prelevare dal conto del marito qualche centinaio di euro per comprare un paio di scarpe al figlio e per andare a fare la spesa? Oppure avrebbe bisogno di una delega? Se il conto non è cointestato, lei ha le mani legate? Anche se la coppia è sposata in regime di comunione dei beni? Cerchiamo di sciogliere questi interrogativi e vediamo cosa può fare la moglie sul conto in banca del marito.
Indice
Chi può avere accesso al conto del marito?
Per sapere cosa può fare la moglie sul conto del marito, la prima cosa da considerare è quale tipo di regime abbia adottato la coppia al momento del matrimonio. Se si tratta di una separazione dei beni, la consorte non avrà alcun diritto sul rapporto tra il coniuge e la banca. In sostanza, il conto corrente è di esclusiva proprietà del marito e solo lui può operare sui soldi tenuti in deposito. L’unico modo con cui la moglie potrebbe avere accesso al contenuto del conto è quello di separarsi e di chiedere un assegno di mantenimento, sempre che le spetti.
Accesso al conto in comunione dei beni
Se la coppia vive in regime di comunione dei beni, cosa può fare la moglie sul conto in banca del marito? Dipende dagli accordi tra i coniugi. Il fatto di avere scelto questo tipo di regime patrimoniale, infatti, non dà alcun diritto automatico a uno di loro.
Anche in questo caso, se il conto è stato aperto solo dal marito e lui risulta come unico intestatario, è lui l’unica persona che può prelevare direttamente i soldi depositati. Alla moglie restano due alternative: chiedere al marito il Bancomat per potersi recare allo sportello automatico a ritirare del denaro oppure munirsi di una delega per operare sul conto.
Il marito, in quanto intestatario unico del conto, può delegare la moglie a fare un singolo prelievo oppure a fare delle operazioni in qualsiasi momento. In sostanza, può fare una delega per una sola volta oppure una delega generale. In questo modo, la banca non può impedirle di prelevare, a meno che quando il conto corrente è stato aperto sia stato stipulato in modo che per effettuare tutte o determinate operazioni ci sia bisogno di una firma congiunta.
Ci sarebbe una terza via, ed è quella che porta il marito a cointestare il conto con la moglie. Così facendo, entrambi sarebbero liberi di ritirare dei soldi all’occorrenza. Con una precisazione: se il conto viene alimentato soltanto da uno dei due, l’altro potrà sì prelevare più del 50% che in teoria gli spetta ma successivamente dovrà restituire la parte ritirata senza consenso.
La moglie può prelevare se i soldi li versa solo il marito?
Come abbiamo detto, la comunione dei beni non garantisce in automatico alla moglie il diritto di prelevare dal conto del marito: occorre il Bancomat, la delega o un conto cointestato. Ed abbiamo appena accennato anche al fatto che se nel conto finiscono solo i soldi del marito, teoricamente la banca non può vietare alla moglie di fare uno o più prelievi di denaro.
Occorre aggiungere, però, che quando nel conto corrente finiscono solo i redditi del marito, i soldi appartengono esclusivamente a lui: ciò che arriva dall’attività lavorativa del singolo, infatti, non rientra nella comunione dei beni. La moglie avrà accesso a quel denaro solo in caso di separazione. Ne consegue che senza delega, Bancomat o conto cointestato, la moglie si vedrà negare il diritto di ritirare autonomamente dei soldi.
In caso di separazione, quindi, ciò che si trova depositato nel conto corrente andrà diviso a metà tra i due coniugi, con alcune limitazioni che riguardano il denaro proveniente da donazioni, eredità, risarcimento di un danno subìto in prima persona o pensione di invalidità.
Occorre, però, stare ben attenti quando si prevede che il matrimonio sta per finire e che, quindi, da lì a poco, toccherà svuotare il conto a beneficio di chi non ci ha messo un soldo. Di solito, in casi come questo, c’è la tendenza di svuotare il conto corrente in modo da non avere alcunché da dividere, ma non sempre conviene farlo o, almeno, bisogna pensarci più di una volta e più di due.
Il motivo è semplice: il regime di comunione dei beni impone che tutto ciò che viene acquistato dopo il matrimonio appartiene ad entrambi i coniugi, ad esclusione dei beni personali come il vestiario, le scarpe, il computer per lavorare, ecc. Quindi il marito, potendo disporre interamente del suo reddito mentre sono ancora sposati, se per svuotare il conto spende i soldi comprando un appartamento, una macchina o un mobile antico, la moglie avrà diritto al 50% sul valore di quei beni, quindi il marito non avrà risolto niente.