Differenza tra contraffazione e alterazione


Contraffazione e alterazione: reati contro la fede pubblica. Quali sono le differenze e quali i settori più colpiti? Cosa prevede la legge?
Esistono diversi modi con i quali il mercato della contraffazione attira gli acquirenti. Ti sarà capitato di imbatterti in borse, cinture, occhiali da sole che imitano modelli griffati e hanno un prezzo accessibile alle tue tasche. E ancora jeans, cappotti, scarpe di marca a prezzi mai visti nelle vetrine dei negozi. Dove? Online, tra le bancarelle, in spiaggia da un venditore ambulante. Magari, hai un amico che ti ha proposto l’affare: un orologio di marca ad un prezzo stracciato, spiegandoti che si tratta di un modello fuori produzione o che presenta dei piccoli difetti. Magari, molto sinceramente, ti ha detto che è un falso: un caso di contraffazione o alterazione di un marchio. Se stai leggendo queste righe, probabilmente ti sei chiesto qual è la differenza tra contraffazione e alterazione.
Copiare abusivamente un marchio o copiarlo parzialmente è reato; acquistare consapevolmente oggetti contraffatti è un illecito amministrativo. Pertanto, se hai intenzione di comprare una finta griffe, devi sapere cosa rischi: l’art. 1 comma 7 del D.L. 35 del 2005 stabilisce che chi compra merce contraffatta è punibile con una sanzione pecuniaria che va da 100 € fino ad un massimo di 7.000 €, oltre alla confisca del bene. Se l’acquirente è un commerciante o un professionista, la multa lievita da un minimo di 20.000 € fino a 1 milione di euro.
La legge non ammette ignoranza. Non è possibile dire: «non lo sapevo o non me ne ero accorto» perché chi compra è tenuto al principio di ordinaria diligenza, secondo il quale chi acquista deve controllare il bene che intende portare a casa.
Ma la contraffazione e l’alterazione colpiscono anche altri ambiti come il denaro ed i prodotti alimentari. Realizzare e mettere in circolazione banconote false o anche solo modificarle per farle apparire di valore più elevato non è consentito dalla legge.
Come saprai, inoltre, esiste il fenomeno della contraffazione di prodotti alimentari e purtroppo anche la cattiva condotta di chi mantiene sul mercato alimenti alterati. E qui la legge è ancora più dura perché ne va della salute del cittadino. Vedremo dunque in questo articolo anche qual è la differenza tra la contraffazione e l’alterazione dei prodotti alimentari.
Indice
Cos’è un marchio?
Un marchio, nel diritto industriale e nel diritto civile, è il segno distintivo che indica la provenienza di un bene. In pratica, ciò che permette di individuare con certezza che quel bene è stato prodotto da una determinata impresa: quella lattina rossa con le scritte bianche e quel font, non lascia dubbi: è Coca-Cola.
Il Codice penale [1] stabilisce che sono punibili penalmente i reati di contraffazione e alterazione di marchi, segni distintivi, brevetti, modelli e disegni.
Spesso, nel linguaggio comune, si tende a confondere e ad usare come sinonimi le parole marchio e logo, ma non sono la stessa cosa.
Dal punto di vista legale, un marchio è l’insieme degli elementi visivi e testuali che contraddistingue un’impresa. Il logo è un segno distintivo ed è uno degli elementi del marchio. Prendiamo come esempio il colosso Amazon: quella particolare rappresentazione grafica del nome Amazon con quel font, quel colore e quella dimensione unita al disegno della freccia che parte dalla A e arriva alla Z con quel determinato colore, formato e dimensione, insieme formano il marchio.
Cos’è la contraffazione?
La contraffazione consiste nella riproduzione integrale abusiva di un marchio o di segni distintivi di prodotti industriali: la copia non autorizzata di un bene di una certa azienda che si identifica con il marchio. Per la legge, si ha contraffazione quando la copia è sufficientemente simile all’originale da confondere il consumatore sulla reale provenienza del prodotto.
La legge chiarisce che siamo in presenza di contraffazione anche se il prodotto contraffatto e l’originale non sono identici: basta che siano falsificati gli elementi essenziali del marchio e vi sia una tale somiglianza da ingannare la buona fede dell’acquirente.
Per esempio, si configura il reato di contraffazione nell’azione di produrre e mettere sul mercato senza autorizzazione un paio di occhiali da sole che sono la copia di un modello Gucci, riproducendo abusivamente soltanto il logo o l’intero marchio. Di primo acchito, i prodotti possono sembrare uguali; tuttavia, gli occhiali contraffatti presenteranno delle caratteristiche che ne tradiscono la provenienza. Per esempio, la montatura può essere realizzata con un materiale più leggero e fragile; il colore può avere un tono sensibilmente più chiaro o più scuro; la firma può presentare un carattere appena diverso dall’originale oppure può essere in rilievo anziché incisa.
In genere, il campanello d’allarme per il consumatore è il prezzo decisamente più basso, che può bastare per convincere l’acquirente ad accontentarsi di un prodotto falso ma simile ad uno griffato.
Lo scopo della contraffazione è ottenere un vantaggio economico: produrre e vendere oggetti che sembrano originali utilizzando materiali di qualità inferiore, spendendo meno in fase di produzione ma sfruttando il potere del marchio.
Cos’è l’alterazione?
L’alterazione consiste nel modificare il significato rappresentativo del marchio o del contrassegno: imitare in modo fraudolento o falsificare parzialmente un prodotto in modo da confondere originale e alterato. Diversamente dalla contraffazione, che è una copia abusiva integrale, l’alterazione è un’imitazione abusiva parziale.
Contraffazione e alterazione: cosa si rischia?
La contraffazione è un reato contro la fede pubblica.
Per la legge [2], è reato:
- l’alterazione e la contraffazione di marchi o segni distintivi italiani o esteri: è prevista una multa da un minimo di 3.500 € a un massimo di 35.000 €, con la reclusione da 1 a 4 anni;
- utilizzare, anche senza averlo materialmente prodotto in prima persona, un marchio alterato o contraffatto: è prevista una multa da un minimo di 2.500 € fino ad un massimo di 25.000 €, con la reclusione da 6 mesi a 3 anni.
Che differenza c’è tra contraffazione e pirateria?
Tutti ci siamo imbattuti almeno una volta nella vita nella copia di un film, di una canzone, di un programma per il pc. Qualcuno ingenuamente, qualcuno a scopo di lucro. Si tratta del fenomeno illegale della pirateria. Vediamo ora che differenza c’è tra contraffazione e pirateria.
La pirateria danneggia il diritto d’autore e consiste nel mettere sul mercato copie abusive di film, brani musicali, cd audio, software e giochi informatici. La catena della pirateria (illecita riproduzione, messa sul mercato, vendita e acquisto) viola il diritto d’autore, mentre la contraffazione viola la paternità di un marchio industriale in quanto lo riproduce abusivamente.
Contraffazione e alterazione di prodotti alimentari
La contraffazione e l’alterazione di cibi e bevande, secondo il Codice penale, costituiscono frode alimentare. L’orientamento della giurisprudenza italiana distingue:
- frode alimentare sanitaria, che tocca la salute del cittadino perché si realizza quando è probabile o sicuro un danno all’incolumità del cittadino. Gli elementi modificati sono infatti potenzialmente o sicuramente nocivi;
- frode alimentare commerciale, che non crea un danno concreto e immediato alla salute del consumatore ma consiste nell’agire in modo fraudolento sui cibi o sulle bevande o sulle loro confezioni allo scopo di ottenere profitti illeciti a scapito dell’acquirente.
La contraffazione alimentare
Contraffare alimenti [3] vuol dire creare ex novo dei cibi o delle bevande che sembrano genuini e, invece, sono stati realizzati impiegando sostanze di qualità ed in quantità diverse da quelle normalmente richieste.
L’elemento che contraddistingue la contraffazione alimentare è che il prodotto viene creato da zero e non modificato a partire da uno genuino (sofisticazione). Ne sono degli esempi: olio di semi spacciato per olio di oliva; la produzione di margarina che contiene idrocarburi di origine minerale; la produzione di acqua gasata con anidride solforosa; il fatto di marchiare un prosciutto crudo che non è Parma con un marchio che è la copia non autorizzata di quello di Parma. L’art.440 del Codice penale stabilisce per il reato di contraffazione alimentare la reclusione da 3 a 10 anni.
L’alterazione alimentare
L’alterazione alimentare deriva dalla scorretta conservazione degli alimenti: ad esempio, conservare un prodotto oltre la data di scadenza oppure conservarlo ad una temperatura non adeguata. Cause comuni di alterazione alimentare sono, per esempio: non conservare in frigorifero il formaggio; scongelare e ricongelare i prodotti surgelati.
L’errata conservazione di cibi innesca fenomeni degenerativi spontanei che possono portare a seri guai alla nostra salute: malori, dissenteria ma anche infezioni gravi fino alla morte. I cibi scaduti, avariati o in qualsiasi modo alterati spontaneamente devono essere ritirati dal mercato, non farlo significa commettere un reato penale e non solamente un illecito amministrativo.
La contraffazione e l’alterazione di monete
È più facile di quanto si pensi trovarsi tra le mani monete e banconote false. Ed è bene fare molta attenzione, perché utilizzarle può avere spiacevoli conseguenze. La Banca d’Italia, nel 2020, ha riconosciuto, tra quelle ritirate perché sospette, 65.229 banconote false. I tagli più falsificati sono quelli da 20 € e 50 €.
Se sospetti di possedere una banconota falsa non spenderla, è reato. Il dovere del cittadino, in caso di dubbi, è recarsi agli sportelli di una banca commerciale, delle poste o di una filiale della Banca d’Italia per farla esaminare dal personale autorizzato. Gli addetti, se ritengono di trovarsi di fronte ad un falso, provvederanno a ritirare la banconota, compilando un verbale di cui ti verrà consegnata una copia con valore di ricevuta.
La banconota verrà inviata all’Amministrazione Centrale della Banca d’Italia dove il Nac (Centro nazionale Analisi banconote sospette di falsità) ne accerterà la bontà o falsità. Solo nel caso che la banconota risulti buona ti verrà rimborsato il suo valore.
La legge, in ambito di contraffazione e alterazione di monete e banconote, punisce il falso nummario, tutelando la pubblica fede.
Differenza tra contraffazione e alterazione di monete
Contraffare monete e banconote significa crearle illegalmente; alterare monete o banconote vuol dire prendere monete o banconote in corso di validità e modificarle per farle apparire di un valore superiore.
La legge [4] punisce con una multa da 516 € a 3.098 € e la reclusione da 3 a 12 anni chi commette i seguenti reati:
- contraffazione e alterazione di monete e banconote in corso di validità;
- introduzione in Italia, detenzione o utilizzo di monete o banconote alterate o contraffatte da parte di un soggetto che non è stato l’esecutore materiale ma è in accordo con chi le ha falsificate;
- mettere in circolazione monete o banconote false acquistate o ricevute da chi le ha falsificate.
Di Fabio Scarello
note
[1] Artt. 473 e 474 cod. pen. e L. 99/2009.
[2] Art. 473 del cod. pen. e aggiornato con Art. 15, co. 1 L. n. 99/2009
[3] Artt. 440, 441, 442 e 444 cod. pen.
[4] Art. 453 cod. pen.