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Quando decade la rinuncia all’eredità?

29 Ottobre 2021 | Autore:
Quando decade la rinuncia all’eredità?

C’è un termine entro il quale bisogna decidere se accettare o meno il lascito del defunto? Cosa bisogna fare? Un minorenne può rifiutare?

Si fa presto a dire «ho ereditato». Perché il fatto di essere nei pensieri e nel testamento del caro estinto non sempre può rivelarsi un affare. Accettare quello che ti viene lasciato dal defunto comporta due cose: diventare proprietario dei suoi beni ma anche titolare dei suoi debiti. Due conti vanno fatti bene e per tempo, prima di scoprire troppo tardi che dell’affare immaginato non c’è proprio traccia e di essere obbligato a soddisfare dei creditori che nemmeno tu sapessi che esistevano. Nel caso in cui volessi tirarti fuori perché il gioco non vale la candela, sapresti quando decade la rinuncia all’eredità?

Dipende quale ruolo avevi nella vita di chi, così generosamente, ti ha lasciato oneri e onori. Se sei un suo parente convivente o una persona così legata a lui da disporre già di alcuni dei suoi beni, avrai una scadenza più breve. Se, invece, non possedevi ancora nulla, avrai più tempo per fare le dovute valutazioni e decidere sull’eventuale rinuncia all’eredità. Vediamo quando scade in entrambi i casi.

Rinuncia all’eredità: per quale motivo?

Raramente, si rinuncia all’eredità per una questione di principio. Ma c’è chi lo fa. C’è chi dice: ero in pessimi rapporti con il defunto quand’era in vita, per quanto fossimo parenti stretti non ci si parlava, non voglio niente da lui nemmeno ora che è morto. Quindi, non si fa una questione di convenienza, bensì, appunto, di principio.

Molto più frequente il caso di chi, di fronte ad un lascito apparentemente non semplice, si siede a tavolino e fa due conti prima di accettare l’eredità in automatico. Non si tratta di ricevere un’auto o una casa e basta: si parla di dividere un patrimonio fatto di averi ma anche di debiti. Capire da quale delle due parti pende di più la bilancia farà decidere se accettare o rifiutare l’eredità.

Ti starai chiedendo, però, come si fa a sapere se i debiti sono più consistenti dei benefici. Una delle prime mosse da fare a tale scopo è quella di collegarsi al sito dell’Agenzia delle Entrate o di recarsi di persona in uno dei suoi uffici territoriali per chiedere una visura catastale sulle proprietà immobiliari e su eventuali terreni riconducibili al defunto. Così potrai avere un primo quadro della situazione su quel fronte. E, già che ci sei, verificare se su quei fabbricati gravano delle ipoteche o altro, prima che ti trovi ad ereditare una casa sulla quale vanta un diritto un terzo. Almeno, saperlo prima.

Il secondo importante controllo da fare è nella banca in cui il defunto aveva il conto corrente. Occorrerà chiedere lo sblocco del rapporto e la consegna della documentazione necessaria ad accertare quanti soldi sono a disposizione. Lo stesso vale per eventuali libretti di risparmio, polizze vita, titoli, ecc.

E fin qui la parte bella. Quella meno gradevole, cioè la parte relativa ai debiti, va ricercata presso l’Agenzia delle Entrate Riscossione. Qui bisogna chiedere un estratto di ruolo per sapere se ci sono dei creditori che il defunto avrebbe dovuto soddisfare e che, invece, attendono ancora i loro soldi. In sostanza, presso l’agente della riscossione si può sapere se ci sono delle cartelle esattoriali notificate al caro estinto contenenti i singoli importi e le causali di pagamento.

Rinuncia all’eredità: chi la può fare?

La risposta a questa domanda è estremamente semplice: può rinunciare all’eredità chiunque abbia il diritto di riceverla.

Va detto, però, che se chi rinuncia ha dei figli minorenni, questi ultimi ricevono il legato respinto dal genitore. Compresi, anche in questo caso, i debiti. E si pone la domanda ovvia: un minore può rinunciare all’eredità per non trovarsi a far fronte al passivo del defunto? Sì, lo può fare ma solo con il parere positivo del giudice tutelare, rilasciato dopo aver accertato che c’è una necessità o un’evidente utilità per loro.

Rinuncia all’eredità: come si fa?

Poniamo il caso che, a conti fatti, decidi che non ti conviene accettare quel che ti lascia il defunto e che è meglio per te rinunciare all’eredità. Dovrai recarti presso un notaio o dal cancelliere del tribunale competente rispetto all’ultimo domicilio del defunto per rendere l’opportuna dichiarazione di rinuncia. Così facendo, non riceverai nulla ma nessun creditore del caro estinto potrà bussare alla tua porta per pretendere che sia tu a saldare i debiti.

Dovrai portare con te e presentare i seguenti documenti:

  • la tua carta d’identità ed il tuo codice fiscale;
  • il codice fiscale del defunto;
  • copia conforme dell’eventuale testamento, se esiste;
  • il certificato di morte in carta libera o, in alternativa, un’autocertificazione;
  • la nota di iscrizione a ruolo;
  • la marca da bollo da 16 euro:
  • il versamento per la registrazione di 200 euro da fare tramite modello F23 contestualmente alla redazione dell’atto;
  • il modulo della domanda di autorizzazione per la rinuncia all’eredità.

Nel caso in cui la rinuncia venga fatta da un minore, bisognerà aggiungere l’autorizzazione del giudice tutelare.

Dettaglio fondamentale: la rinuncia deve essere fatta come prescritto dalla legge, pena la nullità. In particolare, non deve prevedere:

  • condizioni: «Rinuncio se eredita anche Tizio»;
  • termini: «Rinuncio solo per il primo anno»;
  • limiti: «Rinuncio a tutto ma non alla Ferrari».

Rinuncia all’eredità: quando decade?

Per poter rinunciare all’eredità occorre rispettare determinati tempi, altrimenti decadrà la possibilità di farla. Il termine è di 10 anni dal giorno in cui viene aperta la successione che, di norma, coincide con la data del decesso di chi lascia patrimonio e debiti [1]. La decorrenza inizia dal passaggio in giudicato della sentenza relativa all’eventuale accertamento giudiziale dello stato di figlio [2].

Ci sono, però, dei casi particolari. Ad esempio, i termini possono essere più brevi su richiesta di un creditore che sollecita l’erede in sede giudiziaria a decidere entro una certa data se vuole accettare o meno. Trascorso quel periodo senza che sia arrivata la dichiarazione, non sarà possibile rinunciare o accettare l’eredità [3].

Altra eccezione è quella che riguarda l’erede in possesso dei beni: in questo caso, la rinuncia all’eredità decade dopo tre mesi dalla data del decesso. Non può rinunciare all’eredità chi ha nascosto o sottratto dei beni che fanno parte del lascito.

Sempre entro 10 anni dal decesso, è possibile revocare la rinuncia all’eredità nel caso in cui nemmeno gli altri eredi l’abbiano accettata.


note

[1] Art. 480 cod. civ.

[2] Art. 480 co. 2 cod. civ.

[3] Art. 481 cod. civ.


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