Cassa integrazione gestione Separata


Iscro: come funziona il nuovo ammortizzatore sociale per i liberi professionisti senza una cassa di previdenza di categoria.
I liberi professionisti che appartengono a una categoria per la quale non è prevista una cassa di previdenza, o che non si possono iscrivere presso la cassa professionale di categoria, sono tenuti all’iscrizione ed al versamento della contribuzione presso la gestione Separata.
Sono iscritte alla gestione Separata anche particolari categorie di lavoratori, come coloro che sono retribuiti con contratto di prestazione occasionale o libretto famiglia, oltre ai lavoratori parasubordinati. Per i co.co.co. (collaboratori coordinati e continuativi) è anche prevista un’indennità di disoccupazione erogata dalla cassa, la Dis-coll. Ai professionisti non è erogata un’indennità di disoccupazione, ma, di recente, è riconosciuta una sorta di cassaintegrazione dalla gestione Separata: si tratta dell’Iscro [1], Indennità straordinaria di continuità reddituale ed operativa.
Questo nuovo ammortizzatore sociale è destinato ai liberi professionisti iscritti alla gestione Separata: sono potenziali beneficiari della misura non soltanto coloro che esercitano una professione in proprio, ma anche i partecipanti agli studi associati e alle società semplici.
L’indennità Iscro, che ha alcuni punti di contatto con le integrazioni salariali destinate ai lavoratori dipendenti, può essere ottenuta una sola volta per il triennio 2021- 2023.
La durata massima del beneficio è pari a 6 mesi. Per richiedere la prestazione all’Inps, è necessario presentare la domanda tramite il portale web dell’Istituto, entro il 31 ottobre di ciascun anno. Per il 2021, la domanda di indennità Iscro può essere presentata a decorrere dal 1° luglio e fino al 31 ottobre.
L’Inps, con una recente circolare [2], ha fornito importantissimi chiarimenti sulla nuova misura.
Indice
Indennità Iscro: requisiti
Per ottenere il riconoscimento dell’indennità Iscro è necessario soddisfare le seguenti condizioni:
- non essere titolari di una pensione diretta (come la pensione di vecchiaia o anticipata) o dell’Ape sociale; l’acquisizione del diritto a una pensione diretta, successiva alla domanda Iscro e per tutto il periodo di percezione, determina la decadenza dall’indennità; l’Iscro è, invece, compatibile con l’assegno ordinario di invalidità;
- non essere iscritti presso un’altra gestione di previdenza obbligatoria; l’iscrizione successiva alla domanda Iscro, intervenuta nel periodo di percezione, determina la decadenza dall’indennità;
- non essere titolari di un’indennità di disoccupazione Naspi o Dis-coll;
- se si è titolari di cariche elettive o politiche, è possibile richiedere l’indennità Iscro solo se si percepisce esclusivamente il gettone di presenza;
- non essere beneficiari di Reddito di cittadinanza, all’atto della richiesta dell’indennità e per tutto il periodo di percezione della stessa;
- aver prodotto un reddito di lavoro autonomo, nell’anno precedente alla presentazione della domanda, inferiore al 50% della media dei redditi da lavoro autonomo conseguiti nei 3 anni anteriori all’anno precedente alla presentazione dell’istanza (ad esempio, se la domanda Iscro viene presentata nel 2021, bisogna considerare la media dei redditi degli anni 2017, 2018 e 2019 e confrontarla con il reddito del 2020); a rilevare sono i soli redditi prodotti per lo svolgimento dell’attività autonoma;
- aver dichiarato, nell’anno precedente alla presentazione della domanda, un reddito – derivante dallo svolgimento del lavoro autonomo- non superiore a 145 euro, annualmente rivalutato nuovamente si tratta di un riferimento “mobile” (ad esempio, se la domanda Iscro viene presentata nel 2021, bisogna verificare il reddito 2020, se è presentata nel 2022 occorre verificare il reddito 2021, e così via);
- essere in regola con il versamento dei contributi previdenziali obbligatori (verifica di esito positivo del Durc online);
- essere titolari di partita Iva attiva da almeno 4 anni, alla data di presentazione della domanda, per l’attività che ha dato titolo all’iscrizione alla gestione Separata; nel caso di partecipante a studio associato, la verifica riguarda la partecipazione;
- mantenere la partita Iva attiva per tutto il periodo di percezione dell’indennità, pena la revoca dell’Iscro.
Indennità Iscro: a quanto ammonta?
L’Iscro ammonta al 25% dell’ultimo reddito da lavoro autonomo certificato, su base semestrale. Qualora non dovesse essere rintracciabile alcuna dichiarazione dei redditi certificata dalla Agenzia delle Entrate in nessuno degli ultimi 4 anni oggetto di osservazione, che precedono l’anno di presentazione della domanda Iscro, quest’ultima non può essere accolta.
L’importo mensile dell’indennità spettante non può comunque essere inferiore a 250 euro o superiore a 800 euro al mese: qualora la misura della prestazione risulti di importo inferiore a 250 euro o superiore a 800 euro, l’indennità è erogata in misura pari, rispettivamente, a 250 euro mensili e a 800 euro mensili.
Sull’Iscro non sono accreditati dall’Inps i contributi figurativi; l’indennità non concorre alla formazione del reddito.
Marco, un professionista in possesso di tutti i requisiti per l’Iscro, ha conseguito nel 2020 un reddito professionale di 6mila euro. L’Iscro ammonta a 750 euro al mese per 6 mesi, in quanto si applica la seguente formula: euro 6.000 (reddito da lavoro autonomo annuo) /2(semestri) x 25% = 750 euro mensili, concessi per 6 mesi.
Indennità Iscro: durata
L’indennità è erogata per 6 mesi e decorre dal primo giorno successivo alla data di presentazione della domanda.
Nel corso del triennio, non è possibile presentare una nuova domanda per ulteriori mensilità.
Indennità Iscro: domanda
La domanda per il riconoscimento dell’Iscro deve essere presentata, dal 1° luglio al 31 ottobre 2021 (relativamente all’anno 2021), in via telematica tramite l’apposito servizio del portale web Inps, oppure tramite call center o patronato.
Le credenziali di accesso ai servizi per l’Iscro sono attualmente le seguenti:
- pin Inps;
- Spid di livello 2 o superiore;
- carta d’identità elettronica 3.0 (Cie);
- carta nazionale dei servizi (Cns).
Per verificare i requisiti reddituali, in sede di presentazione della domanda, l’assicurato deve autocertificare i redditi prodotti per ciascuno degli anni di interesse, a meno che i dati non siano già a disposizione dell’Inps; in tale ultima ipotesi, sono presi in considerazione i dati reddituali di cui dispone l’istituto, che si troveranno precaricati nel pannello di domanda.
Indennità Iscro: aggiornamento professionale
Il riconoscimento dell’Iscro deve essere accompagnato dalla partecipazione da parte dei beneficiari a percorsi di aggiornamento professionale. Questi percorsi saranno definiti in seguito, con apposito decreto del ministro del Lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Mef.
Indennità Iscro: decadenza
Il beneficiario dell’Iscro decade dal diritto all’indennità al verificarsi delle seguenti situazioni:
- cessazione della partita Iva nel corso dell’erogazione dell’indennità (la decadenza avviene dalla data di chiusura o di cessazione retroattiva della partita Iva);
- riconoscimento di una pensione diretta o dell’Ape sociale (la decadenza avviene dalla data di decorrenza del trattamento previdenziale);
- iscrizione ad un’altra forma previdenziale obbligatoria (la decadenza avviene dal mese successivo alla data di iscrizione);
- riconoscimento del reddito di cittadinanza (la decadenza avviene dalla data di riconoscimento del reddito di cittadinanza).
In questi casi, occorre restituire le mensilità non spettanti (quindi, a partire dal momento in cui si verifica la decadenza). Anche se l’indennità non viene fruita per tutto il periodo potenziale (cioè per 6 mesi), non è possibile presentare una nuova domanda, al riverificarsi delle condizioni per la fruizione.