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Come si fa una denuncia o una querela

29 Ottobre 2021 | Autore:
Come si fa una denuncia o una querela

Qual è la differenza tra denuncia e querela? A chi segnalare un reato ed entro quanto tempo? Si può denunciare un minorenne?

Denuncia e querela sono molto simili: entrambe servono a portare a conoscenza delle forze dell’ordine un fatto che costituisce reato. A differenza della denuncia, però, la querela può essere sporta solamente dalla vittima del reato, e solo entro un determinato lasso di tempo. Per il resto, presentare una denuncia o una querela è davvero semplice: è sufficiente recarsi presso il più vicino presidio di polizia giudiziaria e raccontare ciò che è accaduto. In alternativa, è possibile depositare un atto già scritto, nel quale sono narrate le vicende che si intendono segnalare. Nel prosieguo, vedremo tutto ciò che c’è da sapere su come si fa una denuncia o una querela.

Chi è vittima di un reato o vi ha semplicemente assistito può recarsi presso il più vicino presidio delle forze dell’ordine e segnalare il fatto. La denuncia, così come la querela, dà il via alle indagini preliminari, cioè alla fase durante la quale la Procura compie le investigazioni necessarie per accertare la responsabilità del presunto autore del crimine. Insomma: la denuncia rappresenta l’input del processo penale. Vediamo dunque come si fa una denuncia o una querela.

Qual è la differenza tra denuncia e querela?

Sia la denuncia che la querela servono a segnalare un reato alle forze dell’ordine. Mentre la denuncia, però, può essere presentata da chiunque, anche dalla persona che assiste per puro caso alla commissione di un crimine, la querela può essere sporta solo dalla vittima, cioè da chi subisce il reato.

Si definiscono «procedibili d’ufficio» i reati che possono essere denunciati da chiunque, e per i quali le forze dell’ordine possono intervenire anche autonomamente. Facciamo un esempio.

Paolo assiste per strada a una rapina ai danni di un uomo, colpito al volto e poi derubato. Paolo potrà subito segnalare il fatto alle autorità competenti.

Si definiscono «procedibili a querela» i reati che possono essere segnalati solamente dalla persona offesa. Facciamo un altro esempio.

Marco assiste per strada a un tentativo di violenza sessuale ai danni di una donna. In questo caso, non potrà andare dai carabinieri a sporgere denuncia perché, per legge, la violenza sessuale è un reato procedibile a querela. Dovrà dunque essere la vittima a decidere, nei termini fissati dalla legge, se querelare l’autore del crimine.

Quanto tempo c’è per sporgere querela?

Di norma, la querela va sporta entro tre mesi da quando si è avuta conoscenza del crimine. Ad esempio, se Tizio scopre di essere stato diffamato in Internet solamente un anno dopo che la notizia diffamatoria è apparsa sul web, egli avrà tre mesi di tempo per querelare dal momento in cui ha appreso del reato.

Eccezionalmente, per alcuni delitti, il termine per proporre querela è più lungo. Ad esempio, per i reati di stalking e di revenge porn il termine è di sei mesi, mentre per la violenza sessuale c’è tempo un anno per poter querelare.

Come si fa una denuncia o una querela?

Sia la denuncia che la querela possono essere fatte in forma scritta oppure orale. Nel primo caso, si deposita presso le autorità un documento in carta semplice in cui è riportato il fatto che si intende segnalare.

Per scrivere una denuncia non occorre alcuna formalità; la cosa essenziale è che sia sottoscritta da chi la sporge: una denuncia anonima non può essere presa in considerazione.

La denuncia o la querela in forma orale, invece, può essere sporta presentandosi di persona alle autorità competenti: sarà l’ufficiale di turno a raccogliere per iscritto le dichiarazioni e, infine, a far apporre la firma in calce.

Al termine, l’autorità che ha ricevuto la segnalazione rilascia un’attestazione di ricevuta per avvenuta presentazione di denuncia.

Dove si presenta una denuncia?

La denuncia e la querela possono essere sporte direttamente in Procura oppure presso un qualsiasi presidio delle forze dell’ordine. È pertanto possibile presentare qualsiasi tipo di denuncia/querela presso i carabinieri, la polizia di Stato, la Guardia di finanza. È perfino possibile presentare denuncia presso il sindaco, in tutti i Comuni dove non abbia sede un Ufficio della Polizia di Stato ovvero un Comando dei Carabinieri o della Guardia di Finanza.

Un minorenne può sporgere querela?

Per legge, i minori di quattordici anni non possono sporgere querela; al loro posto, possono procedere i genitori o, in assenza, altra persona che ne abbia la rappresentanza (tutore, curatore speciale, ecc.).

In altre parole, la legge prevede che:

  • se il minore non ha compiuto 14 anni, la querela può essere sporta solo dal genitore o da chi ne ha la rappresentanza legale;
  • se il minore ha compiuto 14 anni, allora la querela può essere sporta personalmente dal minorenne stesso o, in alternativa, dal genitore. La volontà di quest’ultimo di sporgere querela prevale sulla volontà contraria del minore.

Mettiamo il caso che il 14enne non voglia presentare querela per uno schiaffo ricevuto a scuola dall’insegnante, mentre il genitore non sia d’accordo e intende procedere. Secondo la legge, in caso di contrasto tra genitore e minore (almeno 14enne), prevale la volontà del genitore che intende querelare, nonostante la volontà contraria del minore stesso.

Si può denunciare un minorenne?

Per legge si è imputabili solo al raggiungimento dei 14 anni. Ciò significa che il minore di 14 anni non può essere processato, mentre chi ha raggiunto questa soglia d’età può essere condannato penalmente.

È quindi possibile denunciare o querelare un minorenne. Se ha compiuto i 14 anni, subirà un processo penale in piena regola; in caso di condanna, però, ha diritto a una riduzione della pena.

Se il minore non ha compiuto i 14 anni, allora non sarà possibile processarlo penalmente. Tuttavia, se è ritenuto pericoloso, il giudice, tenuto specialmente conto della gravità del fatto e delle condizioni morali della famiglia in cui il minore è vissuto, può ordinare che questi sia collocato in comunità o posto in libertà vigilata.

Che succede se il minore deve sporgere querela contro il genitore?

Può succedere che il minore di 14 anni voglia querelare il proprio genitore, ad esempio per i maltrattamenti subiti. È evidente che, in un caso del genere, ci si trova in conflitto di interessi: il genitore che dovrebbe sporgere querela per il proprio figlio è egli stesso la persona da denunciare. Come procedere in questa ipotesi?

Se il genitore è solo uno ed è proprio la persona che il minore intende querelare, la denuncia può essere sporta da un curatore speciale nominato dal tribunale.

È obbligatorio denunciare un reato?

Denunciare un reato non è obbligatorio, salvo in alcuni casi eccezionali. Dunque, chi assiste alla commissione di un crimine (ad esempio, spaccio di droga, furto, rapina, ecc.) non è tenuto a recarsi dai carabinieri per segnalare il fatto.

La denuncia è invece obbligatoria per tutti i pubblici ufficiali e gli incaricati di un pubblico servizio che hanno avuto notizia di un reato procedibile d’ufficio nell’esercizio delle loro funzioni.

Sono esempi di pubblico ufficiale: gli appartenenti alle forze dell’ordine; gli insegnanti; i notai; i medici; i sindaci; i consiglieri comunali. L’infermiere è invece il classico esempio di persona incaricata di un pubblico servizio.

Dunque, se un professore di scuola assiste, durante la lezione, a una rissa tra alunni, dovrà per forza denunciare il reato.

Per legge, ci sono dei reati che devono essere denunciati da chiunque ne abbia notizia, a prescindere dalla carica rivestita. Si può parlare in questi casi di un obbligo oggettivo di denuncia, in quanto anche il comune cittadino è tenuto alla segnalazione alle autorità.

La denuncia è obbligatoria solo in caso di reati particolarmente gravi, come ad esempio quello di strage e di ricezione di monete contraffatte, o in particolari circostanze, come nell’ipotesi di smarrimento di un’arma o di rinvenimento di esplosivi.



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1 Commento

  1. Le querela non è valida se la vittima del reato non chiede espressamente che il responsabile sia punito.

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