Abbandono di persone incapaci: quali rischi?


Quali sono le persone che hanno bisogno di assistenza? Chi sono i soggetti obbligati dalla legge ad avere cura di anziani e malati?
Da sempre, la legge tutela le persone più deboli, riservando ad esse una disciplina che, da un lato, permette agevolazioni negate ad altri soggetti e, dall’altro, sanziona coloro che dovrebbero prendersi cura di tali individui fragili. Da un punto di vista penale, chi abbandona a sé stessa una persona che non è in grado di provvedere alle proprie esigenze basilari commette reato. Quali sono i rischi dell’abbandono di persone incapaci?
Come vedremo, chi non si prende cura di determinati soggetti deboli rischia il carcere, oltre che a dover pagare il risarcimento: ogni crimine che causa un danno, infatti, obbliga il suo autore a porre rimedio e a ristorare il pregiudizio patito. Prima di giungere alle sanzioni, però, dobbiamo capire chi sono i soggetti deboli di cui parla la legge e chi sono coloro che devono prendersene cura. Quali sono i rischi in caso di abbandono di persone incapaci? Scopriamolo insieme.
Indice
Quali sono gli incapaci che non possono essere abbandonati?
La legge impone un vero e proprio obbligo di assistenza nei riguardi delle persone che non sono in grado di badare a loro stesse.
Per la precisione, il Codice penale punisce chiunque abbandona:
- una persona minore di 14 anni;
- una persona incapace di provvedere a sé stessa a causa di una malattia (di mente o di corpo), per vecchiaia o per altra ragione.
Secondo la legge penale, dunque, sono incapaci tutti coloro che, per età o per condizioni di salute, non sono in grado di provvedere alle proprie esigenze e quindi, se lasciate sole, potrebbero mettere a repentaglio la propria incolumità.
Sono pertanto incapaci i bambini, i ragazzi di età inferiore ai 14 anni, le persone estremamente anziane, le persone non anziane ma malate e, pertanto, bisognevoli di cure.
Equiparata alla situazione dell’incapace è quella del minorenne italiano che sia abbandonato all’estero. Anche in questo caso, in deroga al limite di età dei 14 anni, scatta il reato di abbandono di persona incapace.
Chi deve prendersi cura degli incapaci?
Abbiamo visto chi sono le persone che, per legge, hanno bisogno di assistenza perché ritenute incapaci. Analizziamo ora il rovescio della medaglia: quali sono le persone che hanno l’obbligo di assistenza? In altre parole: chi può rispondere del reato di abbandono di incapaci se non ha cura di costoro?
La legge individua i responsabili in coloro che hanno la custodia o devono avere cura degli incapaci. Non c’è altra specificazione. È dunque evidente che l’individuazione di questi soggetti è rimessa di volta in volta al caso concreto, avvalendosi eventualmente anche delle norme civili.
Secondo la legge italiana, i genitori devono prendersi cura dei figli minorenni. In loro assenza, il tribunale nomina un tutore (in genere un parente, come ad esempio uno zio), sul quale incombe quindi l’obbligo di assistere il minore.
In modo speculare, sui figli incombe l’obbligo di prendersi cura dei genitori, quando non sono più autosufficienti.
Solo per la speciale ipotesi di abbandono di minore italiano all’estero, la legge dice che il responsabile è colui che aveva l’affidamento del minore per ragioni di lavoro.
Abbandono persone incapaci: com’è punito?
Il reato di abbandono di persone incapaci è punito con la reclusione da sei mesi a cinque anni. La pena è della reclusione da uno a sei anni se dal fatto deriva una lesione personale, ed è da tre a otto anni se ne deriva la morte. Insomma, la pena per l’abbandono di incapaci è tanto più grave a seconda delle conseguenze della propria condotta.
Le pene sono in ogni caso aumentate se il fatto è commesso dal genitore, dal figlio, dal tutore o dal coniuge, ovvero dall’adottante o dall’adottato [1].
Abbandono di incapaci: quando non c’è reato?
Non c’è reato di abbandono di persone incapaci quando il soggetto su cui grava l’obbligo di custodia e/o di cura provvede a tale dovere incaricando una terza persona oppure provvedendo al ricovero dell’incapace.
In altre parole, la norma non impone di prestare fisicamente assistenza al soggetto bisognoso, bensì di provvedere alle sue esigenze anche indirettamente.
Pertanto, il figlio che non può lasciare il lavoro per accudire l’anziano genitore, può aiutare economicamente quest’ultimo per pagare una badante.
La legge non impone una prestazione personale al soggetto onerato dell’assistenza, ma un semplice obbligo di attivarsi per non lasciare incustodito l’incapace bisognoso di assistenza.
Cosa fare se l’incapace rifiuta di essere aiutato?
Spesso, accade che il soggetto incapace che avrebbe bisogno di assistenza rifiuti ogni tipo di aiuto, sia diretto che indiretto. Si assiste pertanto a episodi in cui il genitore anziano rifiuti sia l’assistenza dei figli che quella di una badante, per non parlare poi del ricovero presso una casa di cura. Come comportarsi in questi casi? C’è il rischio di essere incriminati per abbandono di persona incapace, nonostante la volontà di prestare aiuto?
In un caso del genere (tutt’altro che raro), per evitare ogni tipo di responsabilità sarebbe opportuno fare ricorso all’autorità giudiziaria chiedendo la nomina di un amministratore di sostegno, cioè di una persona, incaricata direttamente dal giudice, che possa scegliere ciò che è meglio per l’incapace, eventualmente anche contro la sua volontà.