Questo sito contribuisce alla audience di
Diritto e Fisco | Articoli

Green pass: quando c’è reato?

10 Agosto 2021 | Autore:
Green pass: quando c’è reato?

Certificazione verde Covid-19: cos’è e quand’è obbligatoria? Quali sono le sanzioni amministrative? Cosa si rischia falsificando un Green pass?  

A partire dal 6 agosto, il Green pass è diventato obbligatorio per poter accedere a determinate manifestazioni o in alcuni ambienti, come piscine, palestre e ristoranti. Al di là delle polemiche e delle critiche (a tal proposito, si legga l’articolo Il Green pass è incostituzionale?), chi viola l’obbligo di esibire la certificazione verde può incorrere in severe sanzioni amministrative. Ma non solo. Per chi tenta di aggirare le limitazioni imposte dal Governo c’è perfino il rischio di dover affrontare un processo penale in piena regola. È ciò di cui ci occuperemo in questo articolo. Quando c’è reato con il Green pass?

Come appena detto, in linea di massima, chi non si munisce di Green pass e frequenta luoghi che gli sarebbero inibiti commette una violazione di legge punita con una pena pecuniaria. Lo stesso dicasi per il gestore dell’esercizio commerciale o della struttura che avrebbe dovuto effettuare i controlli, il quale rischia anche di dover chiudere la propria attività per qualche giorno.

Con questo articolo non ci occuperemo di queste trasgressioni, bensì dei più gravi imbrogli che qualcuno già sta cercando di porre in essere al fine di aggirare l’obbligo di certificazione verde. In altre parole, vedremo cosa rischia colui che presenta un Green pass falso, oppure che si spaccia per un’altra persona munita della certificazione. Insomma: vedremo quando c’è reato con l’uso del Green pass.

Green pass: quand’è obbligatorio?

Secondo la legge [1], il Green pass è obbligatorio per:

  • servizi di ristorazione per il consumo al tavolo, al chiuso;
  • spettacoli aperti al pubblico, eventi e competizioni sportivi;
  • musei, altri istituti e luoghi della cultura e mostre;
  • piscine, centri natatori, palestre, sport di squadra, centri benessere, anche all’interno di strutture ricettive, per le attività al chiuso;
  • sagre e fiere, convegni e congressi;
  • centri termali, parchi tematici e di divertimento;
  • centri culturali, centri estivi, centri sociali per le attività al chiuso e con esclusione dei centri educativi per l’infanzia;
  • attività di sale gioco, sale scommesse, sale bingo e casinò;
  • concorsi pubblici.

Green pass: per quanto tempo è valido?

Il Green pass ha una durata diversa a seconda del motivo che ne ha giustificato il rilascio. Per le persone che hanno completato il ciclo vaccinale, la certificazione è valida 270 giorni (9 mesi) dalla data dell’ultima somministrazione.

Per la vaccinazione dopo la prima dose, la certificazione viene emessa circa 15 giorni dopo la somministrazione ed è valida fino al tempo massimo per la dose successiva (42 giorni per Pfizer e Moderna, 84 giorni per Vaxzevria – ex Astrazeneca).

Il Green pass ottenuto a seguito di test molecolare o antigenico rapido è valido 48 ore dall’ora del prelievo del tampone, mentre la certificazione verde rilasciata a seguito di guarigione dal Covid dura 180 giorni (6 mesi).

Green pass: quali sanzioni?

Chi non è provvisto di un valido Green pass e accede comunque a determinati locali o attività, rischia sanzioni che vanno dai 400 ai 1000 euro. Sanzioni che, come anticipato, colpiscono sia il singolo cittadino che l’esercente o il gestore.

Nello specifico, chi possiede un locale e viola l’obbligo di controllo per almeno tre volte in tre giorni diversi, potrebbe andare incontro alla chiusura, da 1 a 10 giorni, dell’attività imprenditoriale.

Green pass: quand’è reato?

Fatta la legge, trovato l’inganno. Per ottenere il Green pass c’è chi è disposto a violare le regole. Le frodi sono sostanzialmente di due tipi:

  • contraffare o acquistare un certificato falso;
  • esibire la certificazione di un’altra persona, spacciandosi per essa.

C’è poi la possibilità che chi vende certificazioni false commetta anche il reato di truffa. Analizziamo tutte le ipotesi.

Green pass falso: che reato è?

Per quanto riguarda la falsificazione dei Green pass, la legge [2] dice che si applicano le norme previste dal Codice penale in materia di falso commesso dal privato o dal pubblico ufficiale.

Ciò significa che il cittadino che falsifica una certificazione verde rischia di incorrere nel reato di falsità materiale commessa dal privato [3]. Per la precisione, poiché il Green pass è equiparabile a un certificato o a un’autorizzazione amministrativa [4], la pena è della reclusione da sei mesi a tre anni, ridotta fino a un terzo.

Chi si limita a usare un Green pass falso senza aver preso parte alla contraffazione, commette comunque reato (quello di uso di atto falso), ma le pene sono ulteriormente ridotte di un terzo [5].

Trattandosi di reati procedibili d’ufficio, chiunque potrà denunciare la falsa certificazione, sia il personale addetto al controllo che qualsiasi altro individuo.

Green pass: quando c’è sostituzione di persona?

Sul Green pass non c’è la foto dell’utente, ma solo il Qr code, il nome e cognome e la data della vaccinazione, della guarigione dal Covid o del tampone effettuato. Proprio per questo motivo è difficile, per chi verifica, accertarsi che l’identità sia giusta: le certificazioni potrebbero essere state falsificate o scambiate.

La legge, però, non consente al personale addetto al controllo di richiedere l’esibizione di un documento di identità, per controllare la corrispondenza dei dati anagrafici presenti sul Green pass (per ulteriori informazioni, leggi l’articolo “Green pass: serve carta d’identità al ristorante o al bar?“).

Significa che il gestore dell’attività si deve limitare a farsi esibire la certificazione, senza provvedere al riscontro col documento d’identità. Chi se ne approfitta e utilizza la certificazione di altri potrebbe rischiare il reato di sostituzione di persona, punito con la reclusione fino a un anno [6]. Non commetterebbe reato invece il gestore, il quale rischia solo la sanzione amministrativa (e l’eventuale chiusura dell’attività) nel caso in cui, consapevolmente, lasciasse passare un cliente con il Green pass di un’altra persona.

Per il delitto di sostituzione di persona non sono necessari i raggiri tipici della truffa. Non occorre dunque chissà quale macchinazione per spacciarsi per altro individuo. Pertanto, mostrare il Green pass di altri potrebbe essere condotta di per sé sufficiente a far scattare il reato di sostituzione di persona.

Green pass: c’è truffa?

In teoria, l’acquisto e la vendita di Green pass contraffatti possono integrare, oltre che il delitto di falso, anche quello di truffa [7].

Secondo la giurisprudenza [8], i reati di truffa e di falso possono coesistere, anche quando la falsificazione sia stato lo strumento per portare a termine il raggiro.

Tuttavia, nell’ipotesi di utilizzo di un Green pass contraffatto, il reato di truffa sembra non sussistere in quanto, per aversi frode penalmente perseguibile, occorre che l’azione sia finalizzata a procurarsi un ingiusto profitto con altrui danno.

Nel caso di specie, colui che acquista una certificazione verde sa benissimo che sta commettendo un illecito. Di conseguenza, l’acquirente non è ingannato dal venditore, in quanto entrambi stanno violando la legge.

Al massimo, potrà aversi truffa se l’acquirente, credendo di seguire la procedura corretta per l’ottenimento della certificazione verde, agisce in totale buona fede ed è pertanto raggirato dal venditore che gli assicura che il Green pass che riceverà è legale. Ipotesi invero piuttosto difficile da configurarsi.


note

[1] Art. 3, decreto legge n. 105 del 23 luglio 2021.

[2] Art. 13, decreto legge n. 52 del 22 aprile 2021.

[3] Art. 482 cod. pen.

[4] Art. 477 cod. pen.

[5] Art. 489 cod. pen.

[6] Art. 494 cod. pen.

[7] Art. 640 cod. pen.

[8] Cass., sent. n. 21409/2008.


Sostieni laleggepertutti.it

Non dare per scontata la nostra esistenza. Se puoi accedere gratuitamente a queste informazioni è perché ci sono uomini, non macchine, che lavorano per te ogni giorno. Le recenti crisi hanno tuttavia affossato l’editoria online. Anche noi, con grossi sacrifici, portiamo avanti questo progetto per garantire a tutti un’informazione giuridica indipendente e trasparente. Ti chiediamo un sostegno, una piccola donazione che ci consenta di andare avanti e non chiudere come stanno facendo già numerosi siti. Se ci troverai domani online sarà anche merito tuo.Diventa sostenitore clicca qui

6 Commenti

  1. Stiamo rasentando i limiti del ridicolo. Ma vi pare che adesso i gestori dei locali ed i ristoratori si mettano a fare i controllori? State chiedendo sforzi eccessivamente grandi per questi poveri imprenditori che sono già stati messi in ginocchio dalla pandemia, Ora, spunta anche questa notizia e non oso immaginare che succederà

  2. C’è gente che si scambia informazioni sui falsi Green pass sui gruppi di alcuni social noti. Ma la gente sta bene col cervello? Cioè non spende soldi per il tampone ed entra abusivamente rischiando di commettere un reato ben più grave e severamente punito… che figuraccia che facciamo anche con i turisti stranieri

  3. Questi datori di lavoro dovrebbero fermarsi a pensare alle famiglie che lasciano a casa e che risentono da mesi questa situazione. Ovviamente, i clienti sono più inclini a frequentare quei locali in cui il green pass non è necessario. così finiscono per determinare il fallimento di diversi bar e quindi se non è il covid a farli chiudere è la mancanza di clientela

  4. il green pass crea discriminazioni. Io devo avere il diritto di frequentare certi posti e non è una certificazione a potermelo impedire. Questa storia sta sfuggendo di mano Addirittura, alcuni ristoratori hanno messo dei cartelli in cui si precisa che non piò entrare chi non è munito di green pass. cioè io credo che sia giusto il green pass ma entro certi limiti

  5. Alfonso e tutti gli altri, ma lo capite che qui non dobbiamo liberarci dal vaccino ma dal Virus? Cioè il nostro nemico è il COVID-19. I medici stanno lavorando come matti alla campagna vaccinale; ci sono dei team che si spostano per fare le vaccinazioni in quei paesi dell’entroterra. Insomma, anche il vaccino a domicilio. E la gente pensa a contraffare il green pass oppure a prendersi quello dei suoi parenti sempre con lo scopo egoistico di andare a fare i comodi propri costringendo le persone a lasciarti sola

  6. CI sono un sacco di no-vax che stanno andando a vaccinarsi per ottenere il green pass e soprattutto aggiungono discorsi futili e ridicoli: dicono che loro non credono all’esistenza del virus e credono nei complotti…Ma dico io, siate coerenti e se proprio avete tutte queste idee non vaccinatevi e non prendete il green pass. Ma poi non vi lamentate se alcune attività non sono ad accesso libero ecc….

Lascia un commento

Usa il form per discutere sul tema (max 1000 caratteri). Per richiedere una consulenza vai all’apposito modulo.

 


NEWSLETTER

Iscriviti per rimanere sempre informato e aggiornato.

CERCA CODICI ANNOTATI

CERCA SENTENZA

Canale video Questa è La Legge

Segui il nostro direttore su Youtube