Spariscono i giovani dai “registri” dell’Agenzia delle Entrate


Gli effetti della crisi: il reddito medio è calato del 6% nell’arco di 12 mesi e l’importo dichiarato è sceso sotto i 6.400 euro l’anno: dal 2008 sono “spariti” 400mila under 25 dai registri dell’agenzia delle Entrate.
In un anno ne sono spariti 67mila. In quattro anni il calo è, addirittura, di 400mila unità.
Meno presenti nel mercato del lavoro, meno protagonisti nella società, i giovani sono ormai una rarità anche negli archivi dell’agenzia delle Entrate.
I ragazzi che lavorano – e che, quindi, sono “tracciati” dal Fisco – sono in calo del 18% dall’inizio della crisi.
Un esercito sempre più sguarnito, che oggi conta 1,6 milioni di contribuenti – secondo le elaborazioni del Centro studi Datagiovani per Il Sole 24 Ore -, appena il 4% del totale, residenti al Nord nella metà dei casi.
L’ennesimo indicatore che la stragrande maggioranza delle nuove generazioni continua a vivere con i genitori. Una possibile ipotesi è che alcuni si mantengano al di sotto della soglia di esenzione fiscale (pari a 2.840 euro), assicurando così alla famiglia le detrazioni per figli a carico.
Il dato dei 400mila giovani scomparsi dalle liste dei contribuenti – osserva Maurizio Del Conte, docente di Diritto del lavoro alla Bocconi di Milano – si compone non solo di nuovi disoccupati, ma anche di ragazzi che sono andati a ingrossare le fila del lavoro sommerso.
Prevale il segno meno
Nelle denunce dei redditi presentate nel 2013 il calo è stato del 4%. Sul territorio è tutto un susseguirsi di segni negativi, con effetti pesanti in alcune regioni: i flop maggiori in Umbria e Sardegna (-8% in 12 mesi), Liguria e Marche.
Per chi ha un impiego, poi, i redditi non sono di certo alti. Gli incassi lordi medi denunciati all’anno sono scesi sotto i 6.400 euro nel 2013, quasi 400 in meno, in termini reali, rispetto all’anno precedente, con un gap territoriale che va dai 7.500 euro del Nord-Ovest ai 4.900 del Mezzogiorno.
Quasi un giovane su quattro ha guadagnato meno di 10mila euro.
I colpi più pesanti si registrano al Sud (-7,9%), in particolare in Molise e Basilicata, con perdite superiori al 10%, l’equivalente di 600-700 euro medi in meno.
La mappatura delle Province più ricche
Il ranking delle province con più giovani contribuenti in rapporto alla popolazione vede svettare le “oasi felici” dell’occupazione italiana: Bolzano è prima (due terzi presentano la dichiarazione dei redditi) e Trento seconda (quasi 50%). Al terzo posto Aosta (44%).
Al polo opposto troviamo Napoli, che ha appena il 17% di contribuenti giovani in rapporto alla popolazione, superata solo di qualche decimale da Agrigento e Palermo.
Il “testacoda” dei redditi
Dalla classifica provinciale dei redditi emergono tutte le contraddizioni e le differenze delle “due Italie”: un Nord in cui, tutto sommato, qualche introito si riesce ad avere e un Mezzogiorno in cui il lavoro scarseggia e produce anche poco reddito. Se al primo posto della classifica troviamo i giovani bergamaschi, con quasi 9mila euro di reddito medio, seguiti dagli under 25 di Sondrio e Brescia (8.500 euro), i ragazzi di Oristano non arrivano mediamente neppure a 4mila euro.
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