Dopo il rinnovo dei buoni per le famiglie in difficoltà grazie al Sostegni-bis, ecco come avere i contributi per l’acquisto di generi di prima necessità.
Le famiglie in difficoltà economica possono ancora beneficiare del bonus spesa, che consente di avere un contributo per l’acquisto di generi di prima necessità, alimenti e farmaci. L’agevolazione, dunque, è rivolta a chi fatica ad arrivare alla fine del mese e permette di comprare solo determinati articoli. Ma quali sono i requisiti? Quali i documenti per il bonus spesa? E, di preciso, che cosa si può acquistare?
Il bonus spesa rientra nel piano di solidarietà alimentare gestito dai Comuni attraverso un Fondo istituito dal Governo con il quale vengono erogati i contributi oppure acquistati dei generi di prima necessità da distribuire direttamente tra le famiglie più bisognose che non beneficiano di altri sussidi, come per esempio il reddito di cittadinanza, la Naspi o la cassa integrazione. Vediamo come funzionano e quali documenti servono per i bonus spesa.
Indice
Bonus spesa: quanto valgono?
Per ottenere i bonus spesa occorre, innanzitutto, controllare i bandi pubblicati dai singoli Comuni che stabiliscono il momento in cui vengono erogati i contributi ed il loro importo. L’ente locale determina anche la soglia Isee entro la quale spetta l’agevolazione. Mediamente, si va dai 100-200 euro fino ad un massimo di 500-600 euro, a seconda delle condizioni economiche e del numero dei componenti del nucleo familiare.
Per fare qualche esempio, a Milano, i bonus spesa vanno da 300 euro per le famiglie fino a tre componenti a 700 euro per quelle più numerose. A Roma, da un minimo di 200 euro per nuclei di una sola persona fino a 600 euro per le famiglie di almeno cinque componenti. Più «povero» il contributo di Torino, che oscilla tra i 120 ed i 360 euro.
Bonus spesa: cosa si può comprare?
Come anticipato, i bonus spesa servono ad acquistare generi di prima necessità. A titolo esemplificativo, possiamo citare:
- alimenti necessari come pane, latte, sale, zucchero, pasta, tonno, passata di pomodoro, farina, uova, verdura, pesce, carne, scatolette di tonno, biscotti, formaggio;
- farmaci (non in tutti i Comuni, conviene controllare il bando);
- prodotti per l’infanzia, come pannolini, latte in polvere, omogeneizzati, ecc.
Non è possibile acquistare, invece, con i bonus spesa:
- bevande alcoliche, compresi vino o birra;
- cosmetici o altri prodotti di bellezza;
- cibo che non è di prima necessità, come patatine, caramelle, torte, ecc.;
- prodotti e cibo per animali;
- sigarette;
- cellulari.
Al momento di pagare alla cassa, i prodotti di prima necessità andranno separati dagli altri e occorrerà avvisare la cassiera che si vuole pagare i primi con i buoni spesa. Quelli non essenziali dovranno essere pagati a parte, con i propri soldi.
Bonus spesa: a chi spetta?
Sono i singoli Comuni, come detto, a stabilire la soglia massima di Isee sotto la quale si ha diritto a chiedere i buoni spesa. Oltre a questo requisito, però, per avere la priorità sul bonus è necessario che nessun componente del nucleo familiare percepisca un altro tipo di sussidio, come ad esempio il reddito di cittadinanza, la Naspi, la cassa integrazione o altri bonus. In questi ultimi casi, si potrà fruire dell’agevolazione solo se ci saranno fondi a sufficienza.
Il beneficio è rivolto sia a cittadini italiani sia a quelli stranieri regolarmente residenti in Italia.
Bonus spesa: i documenti
Per ottenere i buoni spesa bisogna, innanzitutto, controllare il bando pubblicato dal proprio Comune di residenza. Se si possiedono i requisiti e si è ancora in tempo a presentare la richiesta, occorrerà compilare un apposito modulo e consegnarlo al Comune secondo la procedura prevista (online oppure a mano). Nel modulo saranno indicate una serie di informazioni riguardanti il nucleo familiare, come il numero di componenti, l’indicatore Isee in corso di validità, il reddito di ciascun componente, ecc. Si tratta, a tutti gli effetti, di un’autodichiarazione.
Se la domanda deve essere presentata online, sarà necessario dotarsi del sistema di identificazione digitale, cioè dello Spid, oppure bisognerà utilizzare la tessera sanitaria con Pin o la Carta d’identità elettronica.
Successivamente, il Comune renderà noto direttamente ai cittadini dell’eventuale accettazione della domanda e provvederà all’erogazione del bonus. In alternativa, pubblicherà sul proprio sito una graduatoria anonima (senza citare, cioè nomi e cognomi) in cui vengono riportati il numero della domanda e dei componenti del nucleo familiare, l’importo dei buoni spesa e lo stato in graduatoria, cioè se sono finanziati o non finanziati.
I buoni vengono consegnati a domicilio oppure online e sono disponibili fino all’esaurimento dei fondi stanziati, salvo ulteriori proroghe.