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Differenza tra risarcimento e indennizzo

22 Novembre 2021 | Autore:
Differenza tra risarcimento e indennizzo

Atto illecito: quando c’è responsabilità civile? Quando si è obbligati a pagare il risarcimento e quando l’indennità?

Chi provoca ad altri un danno ingiusto è tenuto a pagare il risarcimento. Un principio tanto noto quanto ovvio. Prendiamo il caso dell’incidente stradale: chi ha causato il sinistro paga i danni (seppur mediante la propria assicurazione). Lo stesso dicasi per qualsiasi altro danneggiamento: la pallonata che rompe i vetri della finestra, il mancato rispetto di un obbligo contrattuale, ecc. Per legge, ci sono delle ipotesi in cui occorre pagare un’altra persona pur non avendo commesso alcun illecito. È proprio qui la differenza tra risarcimento e indennizzo.

Come meglio diremo nel prosieguo, risarcimento e indennizzo (o indennità) sono accomunati dal danno che un soggetto patisce, ma si distinguono l’uno dall’altro per il tipo di evento che ha causato il pregiudizio. Se l’argomento ti interessa e vuoi saperne di più, prosegui nella lettura: vedremo insieme qual è la differenza tra risarcimento e indennizzo.

Risarcimento: cos’è?

Il risarcimento è l’obbligo che sorge in capo a un soggetto ogni volta che è responsabile di un danno.

Il risarcimento può essere di due tipi:

  • per equivalente, quando consiste nella compensazione pecuniaria del danno;
  • in forma specifica, quando consiste nella rimozione diretta del danno, con ripristino della situazione precedente.

In pratica, il risarcimento per equivalente obbliga il danneggiante a pagare una somma di danaro corrispondente al danno che è stato causato; il risarcimento in forma specifica, invece, consiste nel ripristinare la situazione precedente al verificarsi del fatto dannoso.

Se Tizio smarrisce il cellulare che Caio gli aveva prestato, potrà pagargli il valore dello stesso (risarcimento per equivalente) oppure procurargliene uno identico (risarcimento in forma specifica).

Per legge [1], il risarcimento in forma specifica può essere chiesto solo quando sia in tutto o in parte possibile; inoltre, il giudice può disporre che il risarcimento avvenga solo per equivalente, se quello in forma specifica risulta eccessivamente oneroso per il debitore.

Ad esempio, non è possibile procedere con il risarcimento in forma specifica se il bene danneggiato era unico. Si pensi a chi distrugge un prezioso dipinto; in un caso del genere, l’unica cosa che può fare il debitore è pagare il danno.

Ugualmente, si procederà a risarcimento per equivalente quando per il debitore sarebbe impossibile (o quasi) ripristinare la situazione precedente. Tornando all’esempio dello smarrimento del cellulare, si faccia l’ipotesi che il dispositivo perso sia rarissimo, di una serie a edizione limitata. Per il debitore potrebbe essere praticamente impossibile trovare un modello autentico. Ecco perché si preferisce quasi sempre il risarcimento in denaro.

Risarcimento: quando sorge l’obbligo?

L’obbligo risarcitorio sorge ogni volta che è stato causato un danno a un altro soggetto. Ciò accade in genere in due ipotesi:

  • per responsabilità contrattuale, quando cioè si è inadempienti a un impegno assunto in precedenza (ad esempio, quello di terminare un’opera nei tempi prestabiliti);
  • per responsabilità extracontrattuale, quando si arreca un danno a un’altra persona senza che con quest’ultima si abbia alcun rapporto. Si pensi al classico incidente stradale.

Indennizzo: cos’è?

L’indennizzo è la somma di denaro che bisogna pagare quando si compie un atto lecito che, però, lede i diritti di un’altra persona.

Le ipotesi di indennizzo (o indennità) previste dalla legge sono diverse:

  • indennità a seguito di espropriazione per pubblica utilità;
  • indennità per fatto compiuto in stato di necessità;
  • indennità al proprietario del fondo servente nel caso di costituzione di servitù di passaggio coattivo;
  • indennità per sopraelevazione in condominio.

In tutte queste ipotesi, colui che procura un danno agli altri non fa altro che esercitare un proprio diritto. Si pensi al proprietario del fondo intercluso: per legge ha diritto alla servitù di passaggio sul fondo altrui per accedere alla via pubblica. A questo diritto, però, corrisponde la compressione della proprietà di altri. Ecco dunque il motivo del pagamento di un indennizzo, proporzionato al danno causato dalla servitù di passaggio.

Risarcimento e indennizzo: differenze

La differenza tra risarcimento e indennizzo è che, mentre il risarcimento è dovuto per un atto illecito che ha causato un ingiusto danno, l’indennità è dovuta per aver esercitato legittimamente un diritto che, però, ha comportato una compressione o lesione del diritto altrui.

In sintesi: mentre il risarcimento è sempre la conseguenza di un illecito, l’indennità va pagata anche se l’atto compiuto è autorizzato dalla legge. L’indennità serve quindi a riequilibrare le posizioni tra chi ha esercitato un diritto e chi, a causa di ciò, ha subito un danno.

Infine, un’altra differenza tra risarcimento e indennità è che, mentre il risarcimento può essere per equivalente o in forma specifica, l’indennizzo è sempre per equivalente, nel senso che consiste sempre nell’obbligo di pagare una somma di denaro.


note

[1] Art. 2058 cod. civ.

Photo by Sharon McCutcheon on Unsplash


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