Berruti alla guida della commissione per la riforma del processo civile: ecco gli undici componenti.
Di nuovo mano al processo civile per ridurre i mali della giustizia, di nuovo una commissione che studierà misure urgenti per riformare la giustizia.
Il Ministro della Giustizia, Andrea Orlando, ha appena dato il via libera alla “Commissione per la Riforma del Processo Civile”.
A presiedere l’organismo nominato per sconfiggere i processi-lumaca è Giuseppe Maria Berruti, presidente in Cassazione, alla terza sezione civile e direttore dell’ufficio del massimario.
A coadiuvare quest’ultimo sarà il presidente delle Camere civili Renzo Menoni.
Gli altri componenti sono:
Rosanna De Nictolis (presidente di sezione del Consiglio di Stato e capo della segreteria del guardasigilli);
Stefano Recchioni (ordinario di diritto processuale civile all’Università di Cassino e del Lazio meridionale);
Pietro Sirena (ordinario di istituzioni di diritto privato all’Università di Siena);
Rosaria Maria Castorina (giudice del tribunale di Catania);
Oronzo De Masi (consigliere della Corte di appello di Roma);
Paolo Spaziani (vice capo ufficio legislativo del ministero dell’Economia e Finanze, sezione Finanza);
Giacomo Travaglino (consigliere di Cassazione).
Ai lavori partecipano “con voto deliberativo”, il capo di gabinetto e il capo dell’ufficio legislativo del ministero della Giustizia.
Punto di partenza il testo uscito dalla commissione “Vaccarella”
La Commissione si troverà per la prima volta domani, per stendere entro una quindicina di giorni un documento con gli aspetti più dolenti del nostro processo sui quali è più urgente l’intervento. Berruti esordisce con una punta di vis polemica sottolineando che “Bisognerà dispiacere un po’ a tutti, magistrati e avvocati. Il testo di legge delega che ci siamo impegnati a consegnare entro dicembre dovrà essere ampio e toccare tutte le questioni aperte, dal primo grado all’esecuzione, con un’attenzione anche per i giudici “specializzati””.
E che di un intervento ci sia bisogno, avverte Berruti, è assolutamente evidente visto che “il nostro processo civile è troppo farraginoso, crivellato dalle pronunce della Corte costituzionale, oggetto di una pluralità di misure non organiche, spesso dettate al legislatore da diverse emergenze, ma certo non garanzia di efficacia”.
Logico poi, viste le premesse, e a scapito di una magistratura dall’«elevata professionalità», che la macchina del processo non sia in grado di produrre sentenze con un minimo di prevedibilità: “Bisogna finirla anche con questo mito dell’imprevedibilità della sentenza. Anche nel processo civile, come avviene in quello penale”. In ogni caso la volontà di Berruti non è certo quella di fare tabula rasa dei lavori di altre commissioni ministeriali costituite nel passato. E il neopresidente dichiara di avere apprezzato in particolare l’ultima, quella guidata da Romano Vaccarella, che “sfornò” peraltro un modello assai innovativo. Che ricalcava in larga parte quello societario, ma che oggi è stato abbandonato anche per le controversie commerciali. Berruti non si sbilancia ma avverte come sia importante che il giudice arrivi all’udienza di trattazione pienamente informato delle caratteristiche della controversia, in maniera da potere oltretutto proporre un vero tentativo di conciliazione.
Ma poi c’è il nodo delle imprese e la constatazione che il nostro modello non è in grado di attrarre investimenti perché soprattutto gli stranieri non si sentono garantiti da un sistema processuale dai tempi ultradilatati. Per questo la Commissione, in un certo modo, tratteggerà delle “corsie preferenziali” per le imprese. Non solo per richiamare capitali, ma anche per ridare efficienza alle tutele per i creditori, compresi quelli esposti con la Pubblica amministrazione. L’altra “corsia” sarà per il variegato sistema famiglia.
note
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anche noi avvocati vorremmo che i magistrati arrivassero alla fase della trattazione conoscendo la causa…sarebbe un gran passo avanti;
per accelerare propongo anche l’abolizione dell’udienza della precisazione delle conclusioni: non possiamo precisarle al termine dell’udienza istruttoria e avere subito i termini del 190 cpc?
e dove sono gli Avvocati nella commissione?! forse i professori di civile e processuale civile svolgono anche la libera professione? frequentano le aule? speriamo…………….
Il mondo degli operatori forensi e’ troppo lento. Dieci anni per il pct che informatica mente e ‘ piuttosto semplice, per il processo civile commissioni su commisioni, possibile che non hanno ancora capito che l’art. 183 e’ una follia? La commissione Vaccarella non l’aveva toccato e non aveva risolto niente. E poi bisogna trasformare tutti i termini da ordinatori a perentori, se no i giudici sulle cause ci dormono!!!