Omesso versamento contributi Inps: resta reato anche dopo la riforma


La legge sulla depenalizzazione approvata lo scorso anno necessita anche dell’emanazione dei provvedimenti delegati.
Resta reato non versare i contributi previdenziali all’Inps nonostante sia intervenuta, lo scorso anno, la nuova legge sulla depenalizzazione [1].
Lo ha sancito la Cassazione con una sentenza [2] che ha respinto il ricorso di un imprenditore.
Il delitto previsto dalla legge [3] che punisce l’omesso versamento delle ritenute previdenziali ed assistenziali operate sulle retribuzioni dei lavoratori dipendenti, non può ritenersi abrogato per effetto diretto della legge dello scorso anno, posto che tale atto normativo ha conferito al Governo una delega, implicante la necessità del suo esercizio, per la depenalizzazione di tale fattispecie e che, pertanto, quest’ultimo, fino alla emanazione dei decreti delegati, non potrà essere considerato violazione amministrativa.
È vero: alcuni giudici di merito si sono subito schierati sul versante della depenalizzazione del reato, ma la Cassazione resta di contrario avviso: fino all’approvazione degli altri provvedimenti l’omesso versamento dei contributi resterà punibile, insieme a una serie di altri illeciti, come l’ingiuria, di cui la Cassazione ha già parlato.
note
[1] L. 28.04.2014 n. 67.
[2] Cass. sent. n. 20547/2015.
[3] Art. 2, comma 1 bis, d.l. n. 463 del 1983.
Autore immagine: 123rf com