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Come difendersi da chi spia nella buca delle lettere

5 Ottobre 2021 | Autore:
Come difendersi da chi spia nella buca delle lettere

Vicino guarda nella corrispondenza altrui: come scoprire chi è stato in condominio e quali tutele apprestare. 

A chi non è capitato di scoprire che la propria corrispondenza, immessa dal postino nella cassetta delle lettere, è stata sottratta, aperta o semplicemente spiata da qualche vicino curioso. Per difendersi da comportamenti di questo tipo bisogna prima scoprire chi è il colpevole e, solo dopo, valutare se sussistono gli estremi di una querela. Per procedere in tal senso è necessario sapere come difendersi da chi spia nella buca delle lettere. Ecco allora alcuni importanti chiarimenti in merito.

Spiare nella buca delle lettere è reato?

L’articolo 616 del Codice penale punisce la violazione, la sottrazione e la distruzione dell’altrui corrispondenza. 

Il reato scatta solo nei casi ben descritti dalla norma. In particolare, viene punita la condotta di chi prende cognizione del contenuto di una corrispondenza chiusa o la sottrae o la distrugge. La punizione è piuttosto severa: è prevista infatti la reclusione fino a un anno o la multa da 30 euro a 516 euro.

Il colpevole che, oltre a ciò, rivela a terzi il contenuto della corrispondenza altrui, e lo fa senza che vi sia una giusta causa, rischia una pena più grave: la reclusione fino a tre anni.

Le condotte punite dalla legge sono quindi essenzialmente quattro:

  • l’apertura di una lettera chiusa;
  • la sottrazione dell’altrui corrispondenza, chiusa o aperta che sia;
  • la distruzione dell’altrui corrispondenza;
  • la rivelazione a terzi del contenuto dell’altrui corrispondenza.

In tutti questi casi, è possibile sporgere una querela contro il colpevole. Si tratta infatti, come anticipato, di comportamenti che costituiscono reato.  

Non è invece punibile chi si limita a prelevare le buste chiuse dall’altrui cassetta, a leggerle senza tuttavia aprirle ed a rimetterle poi a posto. In questo caso, non c’è reato e non è possibile sporgere querela.

In giurisprudenza non mancano le assoluzioni nei confronti dei condomini sorpresi a spiare nella buca delle lettere dei vicini senza aprire le singole buste. La motivazione potrebbe infatti risiedere in una legittima esigenza di controllo, al fine di scongiurare che la propria corrispondenza venga, per errore, consegnata ad altri, finendo così nelle mani sbagliate. 

Quindi, il condomino che mette le mani nella buca delle lettere dei vicini di casa senza però prendere cognizione del relativo contenuto, ma limitandosi ad esempio a leggere il nome del mittente e del destinatario, non può essere querelato.  

Leggi Violazione di corrispondenza: è reato leggere la posta altrui?

Come difendersi da chi spia nella buca delle lettere?

Prima di valutare se sussistono gli estremi del reato, è necessario individuare il colpevole e analizzare il suo comportamento. A meno che non vi siano testimoni oculari – cosa alquanto improbabile, trattandosi di comportamenti posti sempre di nascosto – è necessario procurarsi delle prove fotografiche. Prove che possono essere costituite dalla videosorveglianza condominiale. In alcuni androni sono infatti installati sistemi di videocamere a circuito chiuso in grado di riprendere la porta dell’edificio e le cassette delle lettere. 

In mancanza, è sempre possibile chiedere all’amministratore di indire un’apposita assemblea per deliberare sull’installazione delle telecamere. È necessario che vi sia il consenso della maggioranza dei presenti in assemblea, che rappresentino almeno la metà dei millesimi dell’edificio. La presenza dell’obiettivo deve essere segnalata con un apposito cartello. Delegato alla visione delle immagini può essere solo l’amministratore, in quanto titolare del trattamento dei dati.

In difetto di approvazione dell’assemblea, il singolo condomino può installare un proprio impianto di videosorveglianza avendo però cura di non riprendere altre parti comuni se non la propria cassetta delle lettere, pena una violazione dell’altrui privacy che potrebbe costare una denuncia.

In questo modo, i filmati potranno costituire una valida prova dell’eventuale sottrazione della corrispondenza. Attenzione però a visionare bene il filmato: se infatti nel video dovesse vedersi solo una mano togliere la corrispondenza dalla cassetta, per poi rimetterla dentro subito dopo non sarà possibile agire contro il colpevole. E ciò perché, come detto, il reato scatta solo se la busta viene aperta, sottratta definitivamente o distrutta. 



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