Questo sito contribuisce alla audience di
Diritto e Fisco | Articoli

Ex moglie smette di lavorare: ha diritto al mantenimento?

8 Ottobre 2021 | Autore:
Ex moglie smette di lavorare: ha diritto al mantenimento?

Separazione e divorzio: se la donna si dimette o chiede una riduzione dell’orario di lavoro passando da full-time a part-time non ha diritto agli alimenti. 

Se l’ex moglie smette di lavorare ha diritto al mantenimento? La questione si pone perché il divario economico tra coniugi è la prima condizione per il riconoscimento degli alimenti in favore di chi, dei due, non è in grado di mantenersi. Ma è anche vero – ha ribadito la Cassazione in questi anni – che tale divario non deve essere volontario, cioè il frutto di una scelta consapevole come per chi decide di non lavorare o di ridurre il proprio orario di lavoro dopo la separazione.

C’è una questione importante da chiarire in proposito: dopo il divorzio, entrambi i coniugi hanno il dovere di rendersi autonomi e di badare alle proprie esigenze. Solo un’oggettiva impossibilità, determinata dall’avanzare degli anni (che rendono meno probabile, oltre che più difficoltosa, un’occupazione) o da invalidanti condizioni di salute o, infine, dal fatto di non aver acquisito, nel corso degli anni di matrimonio, una formazione o una collocazione nel mondo del lavoro, possono giustificare lo stato di disoccupazione. 

Ed allora, ecco che se, dopo la separazione o il divorzio, l’ex moglie smette di lavorare non ha diritto al mantenimento. È infatti scontata l’esistenza di una capacità reddituale a cui la stessa ha rinunciato per propria volontà. E non importa se tale scelta è stata determinata dalla sia pur legittima ambizione di fare la mamma a tempo pieno e di occuparsi della casa. A tali conclusioni è arrivata una recente sentenza della Cassazione [1] che non fa che ribadire i principi che, dal 2016 ad oggi, la giurisprudenza ha ormai sposato in tema di assegno di mantenimento.

Per comprendere il senso della decisione è necessario fare un passo indietro e spiegare quando e a chi spettano i cosiddetti alimenti.

Ex moglie non lavora: ha diritto al mantenimento?

La moglie che, in costanza di matrimonio e d’accordo con il marito, decide di dedicarsi alla casa e alla famiglia, abbandonando così le proprie ambizioni lavorative, ma dall’altro lato consentendo all’uomo di fare carriera, ha sempre diritto a un mantenimento: mantenimento proporzionato alla ricchezza che il coniuge, grazie all’altrui sacrificio, ha potuto così realizzare. 

Del resto, è vero che la donna che sceglie di fare la casalinga consente al marito di concentrarsi maggiormente sull’attività lavorativa, incrementando le proprie capacità reddituali [2]. 

In questo caso, insomma, l’assegno di mantenimento suona un po’ come una sorta di buonuscita, un risarcimento per aver rinunciato alle proprie ambizioni lavorativo-professionali. Ma è anche un riconoscimento per il ruolo e il contributo fornito dall’ex coniuge economicamente più debole alla formazione del patrimonio della famiglia e di quello personale degli ex coniugi. 

Se però dovesse risultare che l’ex moglie non ha lavorato per una propria scelta, pur potendolo fare, specie se in condizioni d’età, di salute e di formazione per potersi occupare, allora alcun mantenimento le può essere riconosciuto. Secondo la giurisprudenza, vanno valorizzate le potenzialità lavorative del coniuge ancora giovane che può rendersi autosufficiente.

Ex moglie smette di lavorare: ha diritto al mantenimento?

Diverso è il caso della moglie che, solo dopo la separazione o il divorzio, decide di rinunciare o ridurre il proprio lavoro. Se è vero che, per la giurisprudenza, ciò che conta è la dimostrazione delle potenzialità lavorative del coniuge meno abbiente, è vero che proprio la sua rinuncia al lavoro è la tacita dimostrazione di una intrinseca capacità reddituale: capacità a cui ha volontariamente abiurato in nome magari di maggior tempo libero da dedicare a sé o ai figli. 

Risultato: l’ex moglie che, una volta intervenuta la separazione, si rende volontariamente incapace di mantenersi, rinunciando al proprio lavoro o passando da un contratto full-time a uno part-time, non può che prendersela con sé stessa. L’ex coniuge non è tenuto a versarle il mantenimento proprio perché è insita, nei fatti, la prova di una capacità reddituale che la donna ha messo da parte in nome di esigenze personali.  


note

[1] Cass. ord. n. 27276/21 del 7.10.2021.

[2] Cass sent. n. 27223/21.

Autore immagine: depositphotos.com


Sostieni laleggepertutti.it

Non dare per scontata la nostra esistenza. Se puoi accedere gratuitamente a queste informazioni è perché ci sono uomini, non macchine, che lavorano per te ogni giorno. Le recenti crisi hanno tuttavia affossato l’editoria online. Anche noi, con grossi sacrifici, portiamo avanti questo progetto per garantire a tutti un’informazione giuridica indipendente e trasparente. Ti chiediamo un sostegno, una piccola donazione che ci consenta di andare avanti e non chiudere come stanno facendo già numerosi siti. Se ci troverai domani online sarà anche merito tuo.Diventa sostenitore clicca qui

Lascia un commento

Usa il form per discutere sul tema (max 1000 caratteri). Per richiedere una consulenza vai all’apposito modulo.


 


NEWSLETTER

Iscriviti per rimanere sempre informato e aggiornato.

CERCA CODICI ANNOTATI
CERCA SENTENZA