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Ritardo in autostrada: oltre al rimborso c’è risarcimento?

17 Ottobre 2021 | Autore:
Ritardo in autostrada: oltre al rimborso c’è risarcimento?

Cosa fare se per percorrere una tratta vengono superati i tempi medi stabiliti? Come riavere i soldi del pedaggio? Viene riconosciuto il danno?

A chiunque sarà capitato di fare un viaggio da incubo sull’autostrada, di sapere a che ora parte ma di non riuscire ad immaginare quando arriverà a destinazione. Non si parla solo di esodi estivi, pasquali o natalizi, quando si presuppone che il traffico sarà particolarmente intenso, ma anche del viaggio che si fa in giorni insospettabili. Teoricamente, dovrebbe essere garantito all’automobilista un minimo di qualità del servizio. Ciò nonostante, spesso e poco volentieri, ci si trova a fare delle code a causa di lavori di manutenzione, di caselli poco celeri nel consentire il passaggio dei veicoli, di tratte che da tre corsie si riducono a due creando l’effetto «imbuto». «E io pago», direbbe quel genio di Totò: al pedaggio non si sfugge, altrimenti non si può imboccare la via di uscita. E ci si chiede: per il ritardo in autostrada, oltre al rimborso c’è il risarcimento del danno?

In questa domanda ci sono tre concetti fondamentali. Il primo, il ritardo. Dimostrabile con la statistica: se devo fare 100 chilometri a una media di 100 km/h, ci devo mettere un’ora. Se ci metto un’ora e mezza senza fare delle soste, c’è qualcosa che non va. Il secondo concetto è quello del rimborso: recentemente, Autostrade per l’Italia ha predisposto un’app sperimentale per chiedere di riavere i soldi del pedaggio in caso di ritardo a causa di un cantiere sulla rete gestita da Aspi. Ma se il problema è un altro, cioè se la coda si forma per una tratta le cui caratteristiche rallentano il traffico o per altre cause diverse dai lavori in corso? Infine, il risarcimento. È innegabile che un ritardo in autostrada di una o due ore può compromettere un appuntamento di lavoro e creare una condizione di stress poco sopportabile. Autostrade per l’Italia deve risarcire danni patrimoniali e non patrimoniali? Vediamo.

Ritardo in autostrada: quando c’è il rimborso?

Come anticipato, recentemente, Autostrade per l’Italia ha attivato l’app Free To X, disponibile sugli store per Android e IOS, che consente di ottenere il rimborso del pedaggio in caso di ritardo in autostrada rispetto alle medie stabilite a causa di un cantiere. La restituzione dei soldi interessa tutti gli utenti delle grandi arterie gestite da Aspi, indipendentemente dal tipo di veicolo e dal mezzo di pagamento usato al casello (contanti, carte, Telepass).

La società riconosce un rimborso dal 25% al 100% del pedaggio in caso di ritardi causati da cantieri in grado di alterare la regolarità della circolazione per la riduzione delle corsie a disposizione degli automobilisti, ad eccezione della corsia di emergenza.

Il tempo di percorrenza viene calcolato tenendo conto di una velocità media di 100 km/h per i veicoli leggeri e di 70 km/h per quelli pesanti. Il discorso di prima: se devo fare 100 chilometri senza sosta e ci metto un’ora e mezza, qualcosa non quadra. Nello specifico, si ha diritto al rimborso per ritardi sopra i 15 minuti anche su tragitti brevi per i transiti:

  • con ingresso e uscita su una tratta gestita da Autostrade per l’Italia;
  • con ingresso su rete Aspi e uscita su altra concessionaria;
  • con ingresso su altra concessionaria e uscita su rete Aspi;
  • con ingresso e uscita su altra concessionaria, con attraversamento su rete Aspi.

Va sottolineato, comunque, che il rimborso viene riconosciuto per i ritardi causati da lavori in corso. Quindi, chi ci mette mezza giornata per fare 150 chilometri esclusivamente a causa del troppo traffico, delle pessime condizioni meteo, di una manifestazione di protesta o di un incidente non avrà diritto alla restituzione del pedaggio.

Ritardo in autostrada: come ottenere il rimborso del pedaggio?

Per avere indietro i soldi del pedaggio in caso di ritardo in autostrada per lavori in corso occorre scaricare l’app Free To X, andare nella sezione «caskback» e chiedere il rimborso di quello che è stato pagato al casello con qualsiasi strumento, vale a dire in contanti, con Bancomat o carta di credito, con la tessera Viacard, con il Telepass, ecc. I titolari di quest’ultimo dispositivo possono inserire i riferimenti dell’apparecchio, mentre chi paga con carta o in contanti dovrà chiedere al casello la ricevuta del versamento del pedaggio e caricare nell’app la foto della ricevuta stessa.

Da gennaio 2022, cioè dopo la fase sperimentale in cui i rimborsi vengono accumulati in una sorta di borsellino per poi essere restituiti all’automobilista, i soldi arriveranno sul conto corrente del conducente tramite bonifico oppure direttamente in fattura dell’operatore di Telepass, sulla base di accordi ancora da definire. Il gestore dell’applicazione mette a disposizione degli utenti il numero verde di assistenza 800.93.2000 attivo dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 19 e il sabato dalle 8 alle 14.

Inoltre, sempre sull’app Free To X, è possibile consultare nella sezione «Viaggio»:

  • le telecamere che mostrano i flussi di transito;
  • il calcolo del pedaggio standard;
  • dove si trovano i tutor attivi lungo la rete;
  • i prezzi del carburante più conveniente nelle varie aree di servizio.

Ritardo in autostrada: c’è il risarcimento?

Più complicato vedersi riconoscere un risarcimento per il ritardo in autostrada, sia del danno patrimoniale (un cliente perso) sia di quello non patrimoniale (la situazione di ansia e di stress provocata dal ritardo e dalle conseguenze che può avere lo stare continuamente in coda).

In teoria, non garantire la qualità minima del servizio dovrebbe essere un elemento valido per poter chiedere il risarcimento. Tuttavia, e secondo la giurisprudenza, il fatto di pagare il pedaggio per percorrere un tratto di strada non comporta l’esistenza di un contratto vero e proprio tra l’automobilista e la società che gestisce l’autostrada. Il pedaggio, osservano i tribunali, equivale ad una prestazione pecuniaria che l’utente deve pagare per utilizzare un servizio pubblico.

Proprio per questo – e qui subentrano anche le disposizioni del Codice della strada [1] – non pagare un pedaggio viene ritenuto un illecito amministrativo. Dice la normativa: «Chiunque transita senza fermarsi in corrispondenza delle stazioni, creando pericolo per la circolazione, nonché per la sicurezza individuale e collettiva, ovvero ponga in essere qualsiasi atto al fine di eludere in tutto o in parte il pagamento del pedaggio, è soggetto, salvo che il fatto costituisca reato, alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da 430 a 1.731 euro».

Che cosa può fare l’automobilista? In primis, avviare una conciliazione con il gestore dell’autostrada per vedersi riconoscere in via stragiudiziale il risarcimento del danno patito (e dimostrato). Se questo tentativo dovesse fallire, ci sarebbe la via giudiziale, portando sul tavolo del magistrato le multe comminate dall’Antitrust ad Aspi per non avere ridotto i pedaggi nonostante code e rallentamenti cronici causati dalla scarsa manutenzione in alcuni punti della rete.


note

[1] Art. 176 co. 17 cod. str.

Autore immagine: canva.com/


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