9 suggerimenti per far crescere una Start up


Come incrementare il proprio business: le ricette per far decollare una Srl Start Up e accedere ai finanziamenti.
Si parla spesso a sproposito di Start up. Le si identifica con società di nuova costituzione, caratterizzate da una forte componente innovativa, legata al settore tecnologico, al mondo delle app o di Internet. Nell’immaginario collettivo, la Start Up è una piccola azienda, composta da pochi soci per lo più giovani, rivolta ad offrire soluzioni sperimentali a problemi della vita comune, in grado di attrarre grandi finanziamenti e di fatturare milioni di euro.
Questa definizione delle Start Up, più economica che giuridica, non coglie propriamente nel segno. Per legge, si può definire Start Up innovativa solo l’azienda che risponde a determinate caratteristiche e che, per accedere a finanziamenti ed agevolazioni, deve rispettare alcuni limiti, tra cui quello di non distribuire utili per almeno 5 anni.
Proprio per questo, per condurre una Start Up ci vuole una forte visione, un focus, caratterizzato da un progetto a medio termine, che non si risolva nella semplice gestione di un’azienda ordinaria, dove a fine giornata si fa la sintesi dei costi e dei ricavi e si dividono i guadagni. Le cose però non vanno quasi mai così. Ed è proprio l’alto tasso di mortalità delle Start Up che dimostra un approccio superficiale all’esperienza imprenditoriale, privo di studi, competenze e di un team di professionisti e consulenti.
Così le Start Up restano piccole e deboli, con un volume della produzione di 171mila euro in media. Il 52% sono in perdita: creano cioè più debiti che guadagni. Per fortuna si tratta per lo più di Srl, dove le obbligazioni della società non si trasferiscono mai sui soci e questi ultimi non rischiano di subire pignoramenti sui propri beni personali. Ma il mercato ne subisce traumi e i giovani, dopo un’esperienza fallimentare di qualche anno, restano senza un’occupazione.
Esistono in rete numerosi guru che hanno creato Start Up per dare consigli alle Start Up, per spiegare come fare business. Start Up al servizio di altre Start Up, cavalcando l’onda del momento, quasi fosse una moda, che però hanno poco a che fare sia con la finanza che con l’economia. Si tratta, per lo più, di consulenze in materia di marketing e coaching: hanno una funzione più che altro motivazionale. E questo perché sarebbe difficile, se non impossibile, creare un manuale di istruzioni su come far crescere una Start Up.
Eppure, qualche consiglio utile è possibile comunque fornirlo.
Sul Sole24Ore è apparso uno speciale davvero interessante: 9 ricette per far crescere la tua Start Up, per realizzare il proprio business. Si tratta di consigli pratici per avviare un’impresa in modo innovativo e sostenibile. I suggerimenti spaziano in campi molto ampi: si va dalla struttura all’organizzazione societaria, dalle modalità di finanziamento e ai rapporti con gli investitori e coi dipendenti. Eccoli qui sintetizzati.
Indice
Pochi soci
Tanti più soci ci sono, tanto più complesso, farraginoso e lento diventa il funzionamento della Start Up. Il che ne pregiudica la crescita, specie in settori dove le decisioni devono essere prese in tempi brevi.
Succede spesso quando si fanno entrare nella compagine societaria degli investitori come nel caso di crowdfunding: da un lato, c’è l’indubbio vantaggio di acquisire capitali senza dover ricorrere ai finanziamenti bancari; dall’altro, però, bisogna fare i conti con soggetti sconosciuti, che esigono garanzie e trasparenza. Ed allora, ogni volta che bisogna procedere a una delibera, diventa necessario convocare i soci, redigere il verbale di assemblea, acquisire le firme e così via. Il tutto ovviamente allo scopo di evitare eventuali contestazioni che potrebbero invalidare le votazioni.
Al contrario, una compagine societaria ridotta agevola la gestione.
Per risolvere il problema si potrebbe pensare di consentire l’entrata in società degli investitori attraverso la costituzione di un’altra società esterna, a cui gli investitori parteciperebbero, e che acquisirebbe una partecipazione della Start Up. Lo statuto e gli accordi tra fondatori e investitori sarebbero più snelli.
Attenzione ai diritti di veto
Spesso, gli investitori chiedono di avere il diritto di veto su determinate decisioni societarie o impongono dei quorum qualificati più difficili da raggiungere al fine di blindare alcuni aspetti della vita della Start Up ed impedire che ciò possa pregiudicare le loro aspettative di guadagno. Queste richieste potrebbero contrastare con l’esigenza dei fondatori di avere una struttura operativa snella. Meglio negoziare con cura sia l’elenco delle materie “riservate” sia i quorum deliberativi speciali o i diritti di veto, cercando una soluzione che non ingessi la gestione della società e dia fiducia all’iniziativa imprenditoriale.
L’individuazione degli amministratori
Spesso, gli investitori chiedono di nominare un membro del consiglio di amministrazione o un sindaco per esercitare un controllo sull’attività della società. Ma un Cda numeroso potrebbe appesantire la gestione. Gli investitori possono accordarsi per nominare in Cda insieme uno o due amministratori. O un uditore che partecipi alle riunioni senza diritto di voto ma dovrà ricevere le stesse informazioni degli amministratori.
Mantenere la maggioranza
Non appena si costituisce una società con altre persone il primo ostacolo è stabilire a chi spetti la maggioranza perché è da questa che dipenderanno le scelte e il controllo della stessa, con la nomina degli amministratori.
I fondatori della Start Up non devono mai perdere la maggioranza del capitale anche quando decidono di far entrare nella compagine degli investitori. Meglio non cedere agli investitori più del 50% delle quote: la troppa diluizione può minare la credibilità dei fondatori nelle altre fasi di raccolta e disincentivare altri investitori.
Creare quote particolari
Per semplificare la gestione della società in presenza di investitori è possibile creare categorie di quote apposite da assegnare a questi ultimi, senza diritto di voto o con voto limitato a particolari argomenti. In questo modo, si può riconoscere un peso inferiore in alcune decisioni ad alcuni soci in modo da non ingessare il funzionamento della società tutte le volte in cui si tratta di prendere decisioni in materie meno importanti ma comunque urgenti. Si pensi al caso in cui si tratti di fare una spesa per prodotti di cancelleria, di siglare un contratto per l’acquisto di uno spazio pubblicitario e così via: se anche per queste piccole decisioni dovesse essere necessario attendere la riunione del Cda, la Start Up rallenterebbe il proprio funzionamento.
Partecipazioni ai dipendenti
Spesso, il problema di ogni società è la scarsa motivazione dei dipendenti, che poi sono i remi della barca. E se nessuno spinge i remi, il timoniere, per quanto bravo possa essere, non andrà da nessuna parte. È quindi necessario rendere partecipi i dipendenti dei progressi della società, attribuendo loro partecipazioni al capitale sociale: tramite piani di incentivazione e work for equity si fidelizzano persone in ruoli chiave. La start up diventa più competitiva sul mercato del lavoro.
Peraltro, in questo modo, si risolve un altro problema: quello della liquidità necessaria a pagare gli stipendi; difatti, sostituire (in tutto o in parte) la retribuzione con una partecipazione al capitale può consentire di far funzionare la Start Up quando ancora i guadagni sono risicati.
Finanziamenti innovativi
Come tutte le società, anche le Start Up hanno bisogno di un capitale per funzionare. Ma, poiché la componente societaria è per lo più giovane e squattrinata, priva peraltro di garanzie per accedere al credito bancario, si ricorre a strumenti innovativi come il crowdfunding. Il crowdfunding permette a più persone di sostenere iniziative anche con piccole somme, acquistando una quota di partecipazione nel capitale.
Il rischio però, come detto, è di far entrare in società troppe persone, quasi sempre sconosciute, che ingesseranno il funzionamento della Start Up.
Diventare società benefit
Sulla scia della sostenibilità e dell’impatto sociale, oggi le start up innovative puntano a diventare società benefit (SB). Le SB sono società che perseguono obiettivi non economici oltre al profitto. Questo aiuta la startup ad attrarre investimenti ad impatto sociale, a incrementare il “capitale intangibile” e a consolidare la reputazione.
Condividere la visione
Fondatori e investitori dovrebbero condividere la stessa visione di sviluppo e gestione. Gli investitori dovrebbero dar fiducia ai fondatori e all’iniziativa su cui hanno deciso di puntare. I fondatori si devono lasciar consigliare dall’esperienza degli investitori, che potrebbero supportarli anche attraverso la propria struttura organizzativa.