Buoni postali con pari facoltà di rimborso: come funzionano?


Buoni cointestati: cosa succede in caso di decesso di uno degli intestatari se sul titolo è presente la clausola pfr?
Un tempo, i buoni fruttiferi postali rappresentavano lo strumento di risparmio per eccellenza. Tutti coloro che volevano mettere da parte qualcosa per farlo fruttare ricorrevano ai buoni delle Poste, i quali assicuravano un tasso d’interesse molto alto. Ora purtroppo non è più così e ciò a causa del crollo del rendimento di questi titoli, i quali oramai servono solamente per mettere al sicuro i risparmi ma non per lucrare sugli interessi. Poiché però molti, ancora oggi, si trovano alle prese con problemi riguardanti la riscossione dei vecchi buoni (magari risalenti ai nonni o ai genitori), con questo articolo vedremo come funzionano i buoni postali con pari facoltà di rimborso.
Sin da subito va detto che i titoli postali muniti di questa speciale clausola (per brevità denominata pfr) consentono a ciascun intestatario di prelevare i soldi presenti sul buono, anche se lo stesso è intestato anche ad altre persone. In altre parole, la pari facoltà di rimborso consente a ciascun titolare di godere del buono senza dover chiedere il permesso ai cointestatari. Ma cosa succede nel caso di morte di uno dei titolari? È possibile ugualmente riscuotere il buono? In pratica: come funzionano i buoni postali con pari facoltà di rimborso? Sulla questione si è espressa recentemente la Corte di Cassazione.
Indice
Buoni postali: cosa sono?
I buoni fruttiferi postali (per brevità, Bfp) sono titoli di risparmio emessi dalla Cassa depositi e prestiti, società per azioni a partecipazione statale controllata dal ministero dell’Economia e delle Finanze.
I buoni postali sono garantiti direttamente dallo Stato e vengono collocati presso gli uffici delle Poste Italiane. Tutto ciò significa che i buoni fruttiferi postali:
- sono un’esclusiva delle Poste italiane, nel senso che non è possibile sottoscrivere un buono in banca;
- sono sicuri perché sono sempre rimborsati al loro valore nominale. In altre parole, il capitale versato viene sempre restituito.
Buoni postali: quali sono i vantaggi?
Nonostante il bassissimo tasso d’interesse, i buoni fruttiferi postali riservano ancora alcuni vantaggi, tra i quali:
- l’esenzione totale da qualsiasi costo di commissione o gestione;
- una ritenuta fiscale pari al 12,50%, di gran lunga inferiore a quella (pari al 26%) che colpisce i guadagni ottenuti attraverso altri strumenti finanziari, quali le obbligazioni, i conti di deposito, le azioni o i fondi di investimento;
- la possibilità di ottenerne il rimborso in ogni momento, recandosi presso qualsiasi ufficio postale.
Buoni con pari facoltà di rimborso: cosa sono?
I buoni postali possono essere intestati a due persone contemporaneamente. In questa ipotesi, chi è legittimato a riscuotere le somme depositate? Bisogna distinguere:
- se il titolo non prevede alcuna clausola specifica, allora la riscossione è possibile solamente se entrambi i cointestatari si presentano all’ufficio postale;
- se il titolo prevede la clausola di pari facoltà di rimborso, ogni intestatario potrà procedere alla riscossione, con o senza il consenso dell’altro.
Come spiegato nell’articolo “Chi può incassare buoni postali“, se sul buono non è presente la clausola “Pfr”, che significa “pari facoltà di rimborso”, sarà necessaria la presenza contestuale di tutti gli intestatari, muniti dei documenti di riconoscimento sopra indicati.
In caso contrario, cioè qualora vi sia la suddetta clausola, ciascun cointestatario potrà recarsi presso un ufficio postale per chiedere la riscossione del titolo, senza necessità di alcuna procura speciale per la riscossione.
Intestatari superstiti: possono riscuotere il buono con pfr?
I maggiori problemi riguardanti la riscossione dei buoni postali cointestati riguardano il caso in cui uno dei titolari muoia. In questa ipotesi, come funziona il rimborso dei buoni postali con pari facoltà di rimborso?
Secondo la Corte di Cassazione [1], in tema di buoni postali fruttiferi cointestati, in caso di decesso di uno degli intestatari, ove sul buono sia apposta la clausola “pari facoltà di rimborso”, ciascuno degli intestatari superstiti può chiedere il pagamento dell’intero, non essendo applicabile la disciplina prevista per i libretti di risparmio postali, che subordina invece il rimborso del saldo alla quietanza di tutti gli aventi diritto.
Questo orientamento si pone nel solco della precedente giurisprudenza nonché dell’insegnamento dell’Arbitro bancario finanziario, secondo cui la clausola che consente la pari facoltà di rimborso opera anche nel caso di decesso di uno dei cointestatari, con prevalenza sugli eredi del defunto [2].
La Corte di Cassazione, con altra sentenza, ha ritenuto illegittima la condotta delle Poste Italiane che, pur in presenza della clausola “Pfr”, neghi il rimborso del buono ad uno dei titolari [3].
In altre parole, nell’ipotesi di buoni postali cointestati con pari facoltà di rimborso, ciascuno dei cointestatari ha il diritto di riscuoterli anche nel caso di decesso degli altri intestatari.
se credete è un anno che aspetto il rimborso di n. 4 buoni fruttiferi postali emessi nel1999 con la sigla con pari facoltà do rimborso e a tutt’oggi il 22.1.2o22 non mi sono ancora stati rimborsati. Sono il sottoscrittore che è ancora vivo e vegeto Il il beneficiario ha tutte le possibilità di riscuoterli (e non glieli danno. altrro beneficiario inabilitato con tutore con sentenza giudiziale (consegnata in originale rilasciata dal Tribunale presso lo scportello di PT) impediscono il pagamento de buoni perchè vogliono l’autorizzazione del Giudice tutelare – che costa non poco. Mi domando da chi siamo amministrati. Pensiamo che sono soldi della gente che hanno investito dei piccoli risparmi (con sudore della gente , piccole riserve in caso di necessità) per non rimborsare invenetanno problematiche inesistenti per tattenerseli fino a quamdo ?????? mai avrei pensato a conseguenze simili. Veramente allibito a tali posizioni. Gianni