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Assegno divorzile da restituire se cambiano le condizioni

19 Ottobre 2021 | Autore:
Assegno divorzile da restituire se cambiano le condizioni

Secondo la Cassazione, se viene stabilito che il beneficiario non aveva diritto al mantenimento, vanno ridati tutti i soldi all’ex.

Sorpresa: se cambiano le condizioni per ricevere l’assegno divorzile e un giudice decide dopo un certo tempo che il beneficiario non ne ha più il diritto, non solo il trattamento non va più erogato ma chi ha incassato gli assegni li deve restituire all’ex, dal primo all’ultimo. Lo ha appena deciso la Cassazione [1].

Ci sono delle circostanze che possono far venire meno il diritto all’assegno, ad esempio quando il percettore «si rilassa» troppo e non vuole cercare un lavoro pur potendolo fare o, al contrario, quando il lavoro l’ha trovato ed è in grado di procurarsi la necessaria autosufficienza economica. A questo punto, la controparte presenta un ricorso in tribunale per ottenere la revisione del mantenimento, con la riduzione dell’importo periodicamente dovuto o anche la revoca totale. Purché i motivi che portano alla revisione siano successivi alla precedente sentenza di separazione o di divorzio.

Di norma, un giudice non può costringere il beneficiario a restituire quanto ha percepito fino a quel momento. Tuttavia, ora, la Cassazione ha disposto che vanno riconosciuti all’ex tutti gli importi incassati a titolo di assegno divorzile, quando viene accertata l’inesistenza dei presupposti per il versamento sin dall’origine o in epoca successiva (in quel caso, l’assegno disposto molti anni fa era stato poi revocato, essendo venuto meno il criterio del tenore di vita, a causa dei mutamenti giurisprudenziali che fra poco ti esporremo). La buona fede di chi ha incassato quelle somme può valere, al più, soltanto per escludere il rimborso degli interessi legali – altrimenti sempre dovuti, sin dal giorno del pagamento in base al principio generale sancito dal Codice civile -, ma non può negare il diritto alla restituzione del capitale in favore di chi aveva versato indebitamente quel denaro.

In buona sostanza, se oggi il giudice decide che il marito deve versare l’assegno alla moglie ma, tra dieci anni, viene fuori che lei non ne aveva il diritto, lui potrà pretendere la restituzione di tutto ciò che ha versato in quei dieci anni. Come detto, se si dimostra che l’ex moglie ha agito in buona fede, potrà aspirare a restituire solo il capitale senza interessi.

Finora, la Suprema Corte aveva stabilito, in precedenti pronunce, che la restituzione dell’assegno di mantenimento potesse avere luogo solo nei casi di inesistenza originaria o sopravvenuta del titolo di pagamento, cioè della sentenza che aveva stabilito l’obbligo di pagamento del mantenimento. Questa nuova ordinanza arricchisce le precedenti con importanti implicazioni: la Cassazione si era già pronunciata nel 2017, disponendo la restituzione delle somme versate a titolo di mantenimento post divorzile ma nel giudizio di rinvio, la Corte d’Appello non aveva correttamente applicato i principi disposti. In questo modo, l’ex coniuge obbligato è stato costretto a rivolgersi nuovamente alla Suprema Corte per ottenere la definitiva interruzione dell’obbligo di pagare l’assegno e la restituzione di quanto aveva versato in precedenza.


note

[1] Cass. ord. n. 28646 del 18.10.2021.


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