Smart working: quanto devono riposare gli statali


Connessione Internet e dispositivi forniti dalla Pubblica amministrazione e almeno 11 ore di distacco consecutivo: ecco il piano di Brunetta.
Il dipendente statale che lavorerà da casa in smart working non dovrà utilizzare la propria utenza personale durante l’orario di servizio e dovrà essere dotato dei dispositivi forniti dalla Pubblica amministrazione. Inoltre, dovrà riposare almeno 11 ore. Lo prevedono le nuove linee guida presentate dal ministro Renato Brunetta ai sindacati, non molto felici del contenuto della bozza.
Brunetta si propone di rendere strutturale il suo piano dal 31 gennaio 2022 sulla base del contratto dei lavoratori pubblici e con i seguenti obiettivi: Delineare la modalità di svolgimento della prestazione lavorativa cosiddetta agile avendo riguardo al diritto alla disconnessione, al diritto alla formazione specifica, al diritto alla protezione dei dati personali, al regime dei permessi e delle assenze ed alla compatibilità con ogni altro istituto del rapporto di lavoro e previsione contrattuale».
Secondo il ministro della Pubblica amministrazione, al lavoratore in smart working «si deve fornire idonea dotazione tecnologica per l’accesso alla prestazione in forma agile. Per accedere alle applicazioni del proprio ente può essere utilizzata esclusivamente la connessione Internet fornita dal datore di lavoro. Se il dipendente ha un cellulare di servizio, è possibile inoltrare le chiamate dall’interno telefonico del proprio ufficio sul cellulare di lavoro».
L’amministrazione, continua la bozza, «deve prevedere apposite modalità per consentire la raggiungibilità delle proprie applicazioni da remoto. Se le applicazioni dell’ente sono raggiungibili da remoto, ovvero sono in cloud, il dipendente può accedere tranquillamente da casa ai propri principali strumenti di lavoro. Alternativamente si può ricorrere all’attivazione di una Vpn (Virtual Private Network, una rete privata virtuale che garantisce privacy, anonimato e sicurezza) verso l’ente, oppure ad accessi in desktop remoto ai server. Inoltre, l’amministrazione, dovrà prevedere sistemi gestionali e sistema di protocollo raggiungibili da remoto per consentire la gestione in ingresso e in uscita di documenti e istanza, per la ricerca della documentazione, ecc.».
Secondo Brunetta, lo smart working «sarà una forma di lavoro non più obbligata ma decisa in ragione dell’efficienza e della soddisfazione». In ogni caso, conclude il ministro, «deve essere individuata una fascia di inoperabilità (cioè di disconnessione) nella quale il lavoratore non può erogare alcuna prestazione lavorativa. Tale fascia coincide con il periodo di 11 ore di riposo consecutivo di cui all’art. 17, comma 6, del Ccnl 12 febbraio 2018 a cui il lavoratore è tenuto».