Incendio ad Aruba: il fuoco, quel nemico.


Un surriscaldamento nella “sala macchine” degli UPS e Aruba S.p.A., leader in Italia per i servizi di hosting, va in blackout. Così la rete, per diverse ore, si ferma: impossibile accedere a milioni di siti o agli account di posta elettronica.
Il fuoco è un nemico difficilmente arginabile per l’uomo. Centrali nucleari, archivi di stato, linee telefoniche, motori e stabilimenti elettrici: tutto teme quella scintilla che, in un secondo, può decretare la cancellazione della materia. Che poi, se anche Lavoisier insegna che tutto si trasforma, alla fine la cenere é utile solo ai campi.
Il fuoco è anche raccordo tra il mondo dei bit e quello reale, elemento che riporta alla normalità il virtuale, come uno scossone nel sonno. Ed ecco che miliardi di dati si bloccano d’un tratto, risvegliati da quella realtà parallela che li aveva prodotti.
La grande Aruba S.p.A., con 1.650.000 domini registrati e mantenuti, società per azioni che si vanta di essere la “numero uno” in Italia, nella Repubblica Ceca e in Slovacchia, è andata in panne per poche ore a causa di un guasto generato da un incendio. È successo nelle prime ore della mattina del 29 aprile. Poi tutto è tornato alla normalità e il tam tam generato in rete, i timori di un attacco informatico, si sono sedati.
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