Indennità di disoccupazione per i lavoratori dipendenti: si amplia la platea degli aventi diritto, che cosa cambia dal 2022.
È una miniriforma dell’indennità di disoccupazione, quella prospettata dalla legge di Bilancio 2022: si amplia infatti la platea dei destinatari della Naspi, l’indennità spettante alla generalità dei lavoratori dipendenti. Ma chi ha diritto alla nuova Naspi?
La manovra [1] estende la Naspi agli operai agricoli a tempo indeterminato delle cooperative e loro consorzi che trasformano, manipolano e commercializzano prodotti agricoli e zootecnici prevalentemente propri o conferiti dai loro soci.
Inoltre, disapplica, con riferimento agli eventi di disoccupazione verificatisi dal 1°gennaio 2022, il requisito delle 30 giornate di effettivo lavoro negli ultimi 12 mesi per ottenere l’indennità.
Dispone poi un rallentamento nella decurtazione dell’indennità: in particolare, prevede che, con riferimento agli eventi di disoccupazione verificatisi dal 1°gennaio 2022, la Naspi si riduce del 3% ogni mese a decorrere dal primo giorno del sesto mese di fruizione, non più dal quarto mese, come attualmente previsto. La decurtazione decorre dal primo giorno dell’ottavo mese di fruizione per i beneficiari della disoccupazione che abbiano compiuto 55 anni alla data di presentazione della domanda.
Osserviamo allora, alla luce delle ultime modifiche, quali sono i requisiti previsti per la Naspi.
Indice
Requisiti Naspi 2022
La Naspi, per il 2022, spetta ai lavoratori dipendenti che:
- abbiano perso involontariamente il lavoro e siano in possesso dello stato di disoccupazione;
- dichiarino telematicamente al Sistema Informativo Unitario delle politiche del lavoro (Siu), la propria immediata disponibilità (Did) allo svolgimento di attività lavorativa e alla partecipazione alle misure di politica attiva del lavoro previste nel patto di servizio personalizzato, sottoscritto presso il centro per l’impiego competente;
- abbiano alle spalle almeno 13 settimane di contributi nei 4 anni precedenti la domanda di disoccupazione, che non abbiano già dato luogo ad altre prestazioni di disoccupazione.
Con specifico riferimento al menzionato requisito contributivo delle 13 settimane, si fa presente che sono fatti salvi, e quindi sono considerati utili per l’accesso alla Naspi, i contributi contro la disoccupazione versati nel settore agricolo sia ai fini del diritto, che della misura e della durata della prestazione di disoccupazione. I contributi versati nel settore agricolo precedentemente al 1° gennaio 2022 non potranno tuttavia essere considerati utili ai fini della durata della Naspi, nel caso in cui gli stessi ricadano nel quadriennio di osservazione (4 anni precedenti alla domanda) e siano stati già utilizzati per la fruizione dell’indennità di disoccupazione agricola.
La Naspi spetta poi agli assunti con contratto di apprendistato, anche nelle ipotesi in cui il datore di lavoro non è tenuto a versare la tassa sul licenziamento.
Chi non ha diritto alla Naspi?
Sono esclusi dalla tutela dell’indennità di disoccupazione Naspi i dipendenti a tempo indeterminato delle pubbliche Amministrazioni, nonché gli operai agricoli a tempo determinato o indeterminato (questi ultimi, per il solo 2021, in quanto non più esclusi dal 2022, se dipendenti dalle cooperative e loro consorzi che trasformano, manipolano e commercializzano prodotti agricoli e zootecnici prevalentemente propri o conferiti dai loro soci).
Si fa presente che gli operai agricoli a tempo indeterminato, essendo destinatari della prestazione Naspi esclusivamente per le cessazioni involontarie intervenute dal 1° gennaio 2022, possono accedere all’indennità di disoccupazione agricola in competenza 2021 qualora nell’anno abbiano maturato i requisiti di accesso previsti per l’indennità di disoccupazione agricola, presentando apposita domanda, come di consueto, entro il 31 marzo 2022.
A quanto ammonta e qual è la durata della Naspi?
La Naspi viene corrisposta ogni mese, per un numero di settimane pari alla metà delle settimane contribuite negli ultimi 4 anni, quindi sino a un massimo di 24 mesi.
L’ammontare dell’indennità è pari al 75% della retribuzione media mensile imponibile ai fini previdenziali degli ultimi 4 anni, se questa è inferiore a 1.227,55 euro (valore 2021).
Se superiore, l’indennità è pari al 75% di 1.227,55 euro, con un incremento del 25% della differenza tra la retribuzione media mensile e 1.227,55 euro.
L’importo massimo mensile non può in ogni caso superare, per il 2021, 1.335,40 euro. L’importo è tagliato del 3% ogni mese:
- per il 2021, il taglio si sarebbe dovuto applicare a partire dal 4° mese di fruizione: il decreto Sostegni bis ha previsto però la sospensione della decurtazione sino al 31 dicembre 2021);
- per il 2022, il taglio si applica dal 6° mese di fruizione, dall’8° mese per gli over 55.
Per i periodi di Naspi è accreditata la contribuzione figurativa dall’Inps.