Sono parenti di terzo grado:
- in linea retta, i bisnonni;
- in linea collaterale, gli zii, cioè fratelli e sorelle dei genitori.
Cos’è la parentela? Qual è la differenza tra linea retta e linea collaterale? Come si calcolano i gradi della parentela?
I parenti fanno parte della famiglia, soprattutto se sono prossimi, come ad esempio i nonni. Ciò non significa, ovviamente, che non si possa voler molto bene anche a uno zio o a un prozio: il legame affettivo va ben oltre quello stabilito dalla legge. Ai fini giuridici, però, la “vicinanza” dei parenti, cioè il loro grado di parentela, può essere importante, a volte determinante. Si pensi all’eredità: per legge, il patrimonio del defunto che è morto senza lasciare figli, genitori, fratelli o altri parenti prossimi, si devolve ai parenti più lontani, fino al sesto grado. Ecco perché può davvero essere importante stabilire chi sono i parenti di terzo grado.
Come vedremo, la legge stabilisce in maniera precisa come calcolare i gradi della parentela, così da stabilire quanto un proprio consanguineo sia vicino noi secondo la legge. Insomma: il vincolo di sangue è molto importante, tant’è vero che, se una persona muore senza lasciare testamento, al suo migliore amico non andrà nulla, mentre potrebbe spettare qualcosa allo zio che vive all’estero e con cui non ci sono mai stati rapporti. Chi sono i parenti di terzo grado? Scopriamolo insieme.
Indice
La parentela è il rapporto che esiste tra soggetti che discendono dalla stessa persona (cosiddetto “stipite”).
È chiaro dunque che la parentela presuppone un vincolo di sangue. La consanguineità è proprio la caratteristica della parentela, che permette così di differenziarla da altri due fondamentali vincoli familiari:
Mentre coniugi e affini non sono uniti da vincolo di sangue, lo sono i parenti.
La parentela può essere di due tipi:
Per la legge non è importante soltanto la parentela, ma anche il suo grado. Come detto in apertura, infatti, non tutti i parenti sono uguali: e ciò non solo per via del legame affettivo, più o meno intenso, che può esserci tra consanguinei, ma anche per le diverse conseguenze giuridiche collegate alla parentela.
Ad esempio, per la legge la parentela è rilevante solamente fino al sesto grado; in alcuni casi, la parentela perde significato anche molto prima del sesto grado: si pensi ad esempio all’obbligo alimentare, a cui sono tenuti al massimo i parenti fino al secondo grado (i fratelli).
Come si calcolano i gradi di parentela? È presto detto: per ottenere il grado di parentela di una persona occorre semplicemente contare il numero di generazioni che passa tra i soggetti, escludendo lo stipite.
Ad esempio, nonno e nipote sono parenti di secondo grado perché tra loro passano tre generazioni (partendo dal basso: quella del nipote, quella del padre e quella del nonno), escludendo alla fine quella dell’avo.
Padre e figlio sono invece parenti di primo grado, sempre perché si deve escludere dal calcolo la generazione dello stipite, cioè in questo caso del padre.
In entrambi gli esempi appena fatti, la parentela è in linea retta, in quanto i parenti discendono direttamente gli uni dagli altri.
Un po’ più complesso è il calcolo dei gradi di parentela in linea collaterale. Anche in questo caso vanno contate tutte le generazioni che separano i due parenti, escludendo lo stipite comune; trattandosi però di soggetti che non discendono direttamente tra loro, il computo dovrà avvenire in questa maniera:
Un esempio chiarirà meglio il calcolo dei gradi di parentela in linea collaterale.
I fratelli sono parenti in linea collaterale di secondo grado, in quanto si esclude la generazione dello stipite, cioè del padre.
I cugini sono parenti in linea collaterale di quarto grado: partendo da un cugino si sale fino ad arrivare allo stipite comune (il nonno); dopodiché, si scende fino a giungere all’altro cugino. Contando, si avranno cinque generazioni, cioè cinque passaggi, ma quello dello stipite comune non si conta. Ecco perché i cugini sono parenti di quarto grado.
Dall’esempio della parentela dei cugini si può evincere chi sono i parenti di terzo grado. Seguendo lo stesso percorso schematizzato nella tabella, si capirà che i parenti di terzo grado, in linea collaterale, sono gli zii.
Partendo dal cugino, infatti, si giunge al fratello del papà, cioè allo zio, avendo contato 3 generazioni (4 meno quella dello stipite comune).
In linea retta, invece, il parente di terzo grado è il bisnonno: se, infatti, i nonni sono parenti di secondo grado, i bisnonni saranno di terzo grado. Insomma: il papà del nonno è parente di terzo grado in linea retta, in quanto tutti discendono dallo stipite comune (cioè, dal bisnonno).
In sintesi, possiamo affermare che sono parenti di terzo grado:
Sono parenti di terzo grado: