Telefono sulle pagine bianche senza consenso: è lesione della privacy


Diritto alla privacy: si paga per i dati pubblicati senza consenso.
Spetta il risarcimento del danno morale all’utente che si ritrova con il proprio numero di telefono (ed eventualmente indirizzo di residenza) pubblicato, senza consenso, sulle pagine bianche.
Il principio è stato appena fissato dalla Cassazione, in una causa avviata da un cliente della Wind, ma che, per ovvie considerazioni, varrà anche per tutte le altre compagnie. Le quali dovranno stare ben attente a chiedere il consenso agli utenti prima di stilare gli elenchi telefonici cartacei.
Per ottenere il risarcimento, sarà bene dimostrare anche un effettivo danno morale (diversamente potrebbe essere chiesto solo un risarcimento in via equitativa, per la semplice lesione della privacy). Nel caso di specie, una signora era stata oggetto di un’aggressione a scopo di rapina, che aveva denunciato, ed era caduta in uno stato depressivo ansioso, come dichiarato da tutti i testimoni, per timore di rappresaglie, visto che l’autore era stato condannato in sede penale.
Il risarcimento in via equitativa – ossia in base a quanto appare giusto al giudice – consente di evitare la prova dell’ammontare del danno, ma è possibile solo se:
1. il pregiudizio del quale la parte reclama il risarcimento sia certo nella sua esistenza ontologica
2. e se risulti obiettivamente impossibile, o particolarmente difficile, per la parte interessata, provare il danno nel suo preciso ammontare.
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