Assicurazione sulla vita per assicurare una buona eredità


Troppe tasse sull’eredità: come evitare gli obblighi della legittima stipulando una polizza assicurativa sulla vita.
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Un altro modo per disporre del proprio patrimonio aggirando gli obblighi della legittima, per dare di più a un erede rispetto a un altro oppure per assicurare al convivente more uxorio un capitale sul quale contare per il futuro, è stipulare un’assicurazione sulla vita che li indichi come beneficiari.
Le polizze vita non rientrano nell’asse ereditario, quindi non sono nemmeno tassate con l’imposta di successione, e il beneficiario può essere scelto liberamente dal contraente, senza dover applicare le norme relative alla successione dei legittimari.
Al momento del decesso dell’assicurato, il beneficiario dovrà denunciarne la morte all’assicurazione e compilare il modulo per la richiesta di pagamento, chiamato anche “denuncia di avvenuto sinistro”.
La compagnia di assicurazione deve pagare il dovuto al beneficiario entro un termine massimo, in genere, di 30 giorni, che decorre dal momento in cui ha ricevuto la documentazione completa.
Occhio, però, alla prescrizione. Infatti, i diritti derivanti dal contratto di assicurazione si prescrivono in dieci anni da quando si è verificato l’evento che dà diritto al pagamento.
Non perdete tempo e chiedete il rimborso della polizza, altrimenti i soldi che il defunto vi aveva destinato finiscono nel Fondo dormienti gestito da Consap (Concessionario servizi assicurativi pubblici) e diventano irrecuperabili.
È importante archiviare la polizza con cura e informare i familiari o una persona di fiducia della sua esistenza e degli estremi della polizza stessa, in modo che i beneficiari, in caso di decesso dell’assicurato, possano chiedere la liquidazione del capitale.
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