Approvate nuove e più potenti armi per contrastare i russi: quale sarà la reazione di Putin al maggior coinvolgimento degli Stati Uniti nel conflitto? Si va verso uno scontro diretto tra le due superpotenze?
La guerra tra Russia e Ucraina potrebbe essere a un punto di svolta. Gli Stati Uniti hanno deciso un cambio di strategia che potrebbe però implicare il rischio di un’escalation militare coinvolgendo la stessa America e l’Europa. Come mai? Ecco perché, nella guerra in Ucraina, siamo a una svolta pericolosa.
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Come si muovono le truppe russe
Le truppe russe hanno abbandonato Kiev per concentrarsi nelle regioni del sud est. I generali di Putin stanno preparando una manovra a tenaglia. Le truppe russe risaliranno dal Donbass e, nello stesso tempo, si muoveranno da Kharkiv, a oriente, per convergere verso la città di Dnipro, che diventerà l’epicentro strategico dello scontro. L’obiettivo è chiudere in una sacca e poi distruggere l’esercito ucraino ora attestato a difesa di Kharkiv.
Cosa intendono fare gli Stati Uniti
Lasciati a sé stessi gli ucraini potrebbero resistere non più di qualche settimana. Poi, soccomberebbero. Per questo gli Usa hanno deciso un cambio di rotta, fornendo a Zelensky armi più potenti. Una risposta questa che potrebbe bloccare l’avanzata russa.
Lunedì 5 aprile, Joe Biden, commentando i crimini di guerra a Bucha aveva annunciato alla stampa: «Manderemo altre armi all’Ucraina». Notizia confermata poco dopo dal portavoce del Pentagono, John Kirby che, intervistato dalla Cnn, ha aggiunto: «Dobbiamo raddoppiare gli sforzi per aiutare militarmente gli ucraini e dobbiamo essere molto flessibili».
Ora gli Usa si apprestano a consegnare tank di fabbricazione sovietica all’Ucraina. Si tratta di centinaia di vecchi carri armati ex Urss custoditi nei Paesi dell’Est come la Polonia.
Gli Stati Uniti hanno appena approvato un nuovo pacchetto di 100 milioni di dollari, 91,7 milioni di Euro, in aiuti militari specializzati nella difesa dell’Ucraina di fronte all’offensiva militare russa. «Ho autorizzato i 100 milioni di dollari per soddisfare un urgente bisogno di ulteriori sistemi anti-corazza per le forze ucraine», ha dichiarato il segretario di Stato americano Antony Blinken sul suo profilo Twitter.
In particolare, il nuovo pacchetto include missili anticarro “Javelin”, missili antiaerei “Stingers” e velivoli senza pilota, come preannunciato lunedì dal portavoce del Pentagono John Kirby.
«Il mondo è scioccato e inorridito dalle atrocità commesse dalle forze russe a Bucha e in tutta l’Ucraina. Le forze ucraine continuano a difendere valorosamente il loro paese e la loro libertà e gli Stati Uniti, insieme ai nostri alleati e partner, sono fermi nel sostegno della sovranità e dell’integrità territoriale dell’Ucraina», ha affermato Blinken, come riporta una nota.
Con questa mossa Biden intende superare il limite che si era posto all’inizio del conflitto: nessuna fornitura di armi «offensive» per evitare il rischio di un coinvolgimento diretto degli Stati Uniti e della Nato.
Ma ora le cose sono cambiante e l’avanzata russa, forte di nuove reclute, può diventare inarrestabile. La strategia – e la speranza – americana è quella che, con un rifornimento di armi più potenti, gli ucraini possano impantanare i russi in un conflitto che potrebbe durare mesi, con conseguente logoramento della grande armata rossa.
Perché la situazione diventa più rischiosa?
Le scelte nette prese da Washington configurano un coinvolgimento più diretto degli Usa e della stessa Nato nel conflitto: cosa che fino ad oggi non si era perseguita, nel timore che una sconfitta militare di Putin avrebbe portato quest’ultimo, messo alle strette, a ricorrere alle armi chimiche o, ipotesi considerata più improbabile, alle bombe nucleari a corto raggio. Putin aveva avvertito diffidando l’Occidente dal fornire nuove e più potenti armi. Cosa che ora sta per avvenire.