Covid-19, Bassetti: «Linea rigorista sulle mascherine serve a poco»


Opinioni contrapposte sull’uso del dispositivo di protezione individuale.
Il Covid continua a viaggiare rapidamente in Italia. Sono 62.037 i test positivi al Coronavirus registrati nella Penisola nelle ultime 24 ore. È di ieri la notizia secondo cui nuove sottovarianti di Omicron, Omicron 4 e 5, sono finite sotto la lente dell’Organizzazione mondiale della sanità.
Il ministro della Salute Roberto Speranza sottolinea che le mascherine sono un presidio fondamentale: sono ancora obbligatorie al chiuso e vengono raccomandate all’aperto in presenza di assembramenti. Speranza precisa che: «L’utilizzo delle mascherine» per proteggersi e proteggere dal Covid-19 «è e resta essenziale». E se a fine aprile scadrà l’obbligo di indossarle al chiuso, la decisione su un’eventuale proroga verrà presa dopo Pasqua in base all’andamento epidemiologico.
Dopo le parole del ministro della Salute, all’Adnkronos Salute, Matteo Bassetti (direttore della Clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova) ha evidenziato che «La pandemia non è finita e dobbiamo continuare sulla linea percorsa finora. Ma oggi la linea rigorista sull’uso della mascherina serve a molto poco, visto che abbiamo ancora 60mila contagi al giorno e l’obbligo delle mascherina c’è da 2 anni. Io sono dell’idea che si dovrebbe finire con questa declinazione dell’obbligo e andrei sulla raccomandazione della mascherina per gli anziani e i fragili al chiuso e all’aperto. Gli altri la useranno come il gel alcolico che uno si porta dietro e lo usa quando serve. Deve diventare un oggetto che può funzionare, ma non va declinato come obbligo».
«Sars-CoV-2 è solo l’ultimo virus che causa una malattia respiratoria, ma ci sono centinaia di batteri, protozoi, virus che possono causare malattie infettive – sottolinea l’esperto – C’è un monoteismo quotidiano sbagliato. Dobbiamo tornare a dire alle persone che ci sono le infezioni da pneumococco, da klebsiella, da genere emofilo, che c’è l’influenza o anche altri coronavirus».
Intervenendo su quanto affermato in un tweet dal virologo Massimo Galli rispetto al numero ancora alto di decessi in Italia, Bassetti precisa che «Oggi viaggiamo su 150 morti al giorno, ma dobbiamo guardare ad un indicatore: qual è la differenza tra i morti giornalieri del primo trimestre del 2022 e quanto era la percentuale di decessi al giorno nel periodo 2016-2019, prima della pandemia? Ebbene, se guardiamo questi numeri, è abbastanza evidente che non si vede oggi nel 2022 un effetto sull’aumento della mortalità».
«Prima del Covid, quando non si facevano i tamponi, le persone morivano ugualmente per altri problemi, anche per l’influenza o per altri virus. Quindi non dobbiamo guardare il numero di decessi ‘per Covid’ o ‘con Covid’, ma l’eccesso e nel 2022 grazie ai vaccini non c’è», conclude Bassetti.