Utilizzo del cortile del condominio per piantare frutta e verdura: i limiti di legge.
L’agricoltura biologica non è semplicemente una moda, ma una necessità. In un mercato ortofrutticolo in cui tutto è contaminato da anticrittogamici e pesticidi, gestire il proprio orto, oltre ad essere un hobby piacevole, lo è anche da un punto di vista salutare. Ma non tutti hanno lo spazio e il terreno per farlo. Così, sempre più spesso ci si chiede se è possibile fare un orto nel giardino condominiale, sfruttando cioè lo spazio a verde attorno al palazzo di proprietà del condominio. Cerchiamo di chiarire alcuni punti sulla questione perché, se è vero che il giardino è considerato una «parte comune» e che quindi tutti i proprietari di appartamenti ne possono disporre per i propri scopi, entro determinati limiti, non sempre è possibile fare un orto nel giardino condominiale. Ecco allora alcune importanti questioni da conoscere su tale punto.
Giardino condominiale: si può usare?
Ai sensi dell’articolo 1117 del Codice civile, il giardino del condominio è un’area comune. Ragion per cui, poiché la proprietà appartiene ai condomini (nessuno escluso) in proporzione ai rispettivi millesimi, tutti ne possono far uso. Un uso però che deve rispettare due limiti. Innanzitutto quello di non mutare la destinazione del bene; se il giardino nasce come luogo di passeggio o di coltura della vegetazione non ci si può né giocare a palla, né parcheggiare le auto. In secondo luogo, quello di non farne un uso talmente ampio da impedire agli altri condomini di fare altrettanto; sarebbe ad esempio illegittimo organizzare una festa nel giardino impedendo agli altri condomini di accedervi o il fatto di piantarvi tanti alberelli da escludere la possibilità per gli altri di fare altrettanto in base ai rispettivi gusti.
Ad ogni modo, oltre ai limiti appena esposti che derivano dalla legge, bisogna anche leggere attentamente il regolamento di condominio nel quale potrebbero essere impresse al condominio finalità ulteriori o diverse, con conseguenti limitazioni.
Quindi, per tornare al problema di partenza, se il regolamento vieta di usare il giardino come orto personale, ciò non sarà certamente possibile.
Si possono piantare ortaggi e alberi da frutto nel giardino condominiale?
Un aspetto molto importante che consegue dalla dichiarazione di “condominialità” del giardino è che, per l’utilizzo individuale dello stesso, nessun condomino deve chiedere autorizzazioni all’assemblea o all’amministrazione. Se infatti non fa un uso diverso dalla distinzione del bene e non impedisce agli altri condomini il pari uso e godimento dell’area, l’eventuale impiego del giardino per scopi personali non è soggetto a preventive concessioni.
Tutto ciò farebbe pensare che sia possibile fare un orto nel giardino condominiale. In verità, bisogna valutare una serie di circostanze, primo tra tutti lo spazio a disposizione e, non meno importante, lo stato dei luoghi.
In merito al primo punto, è chiaro che tanto più è ampio il giardino, tanto più irrilevante sarà il fatto che pochi metri vengano sfruttati da uno dei condomini per piantarvi zucchine o pomodori (tanto per rimanere nel campo degli esempi pratici).
In merito al secondo aspetto, forse più problematico, entra in gioco la questione estetica. Spesso il giardino, nella destinazione impressa dal regolamento, è inteso come terreno destinato a relax o passeggio, coltivato a piante ornamentali e fiorifere. Di sicuro, le piante hanno una funzione rivolta ad abbellire il contesto. Il loro scopo è quindi dare maggiore valore anche commerciale all’edificio. Dall’altro lato, l’orto ha certo una enorme funzione pratica (rivolta cioè a garantire frutta e verdura di qualità), ma non estetica come può averla un’aiuola di rose, di margherite o di altri fiori o piante. Peraltro, l’orto non è “verde” tutto l’anno. C’è un periodo in cui la terra va “solcata”, arata e seminata: in quest’ampio arco dell’anno, lo spazio potrebbe non apparire di bell’aspetto. Ecco perché il condominio potrebbe anche rifiutarsi legittimamente di consentire a un condomino di utilizzare uno spazio per un orto. A meno che non si tratti di piccole piantine, poco visibili, come ad esempio quelle delle spezie e odori (si pensi al prezzemolo, basilico, salvia, menta, rosmarino, peperoncini, ecc.).
Insomma, la soluzione al problema – come spesso succede in tutte le vertenze condominiali – è che una regola valida in ogni contesto non c’è: bisogna vedere caso per caso se le condizioni consentano di utilizzare un (pur sempre modesto) spazio del giardino condominiale a orto personale.
Di sicuro, per quanto riguarda le spese, queste non possono ricadere sulla compagine condominiale ma saranno unicamente a carico del condomino interessato all’orto.