Il Papa al Corriere della Sera: «Voglio incontrare Putin. Non so dire se sia giusto rifornire l’Ucraina di armi».
Oggi, il Corriere della Sera apre con una lunga intervista del direttore Luciano Fontana a papa Francesco. Il pontefice, mostra tutta la sua umanità e racconta, «con una vena di pessimismo», i tanti tentativi fatti per ottenere almeno il cessate il fuoco.
Papa Francesco non nasconde i suoi dubbi: «Non so rispondere, sono troppo lontano, all’interrogativo se sia giusto rifornire gli ucraini. La cosa chiara è che in quella terra si stanno provando le armi. I russi adesso sanno che i carri armati servono a poco e stanno pensando ad altre cose. Le guerre si fanno per questo: per provare le armi che abbiamo prodotto. Così avvenne nella guerra civile spagnola prima del secondo conflitto mondiale. Il commercio degli armamenti è uno scandalo, pochi lo contrastano».
Che fare allora? «A Kiev per ora non vado — spiega —. Sento che non devo andare. Prima devo andare a Mosca, prima devo incontrare Putin. Ma anche io sono un prete, che cosa posso fare? Faccio quello che posso. Se Putin aprisse la porta…».
Di certo, non sembra aprirla il patriarca Kirill, capo della Chiesa ortodossa russa: «Ho parlato con Kirill 40 minuti via zoom. I primi venti con una carta in mano mi ha letto tutte le giustificazioni alla guerra. Ho ascoltato e gli ho detto: di questo non capisco nulla. Fratello, noi non siamo chierici di Stato, non possiamo utilizzare il linguaggio della politica, ma quello di Gesù. Siamo pastori dello stesso santo popolo di Dio. Per questo dobbiamo cercare vie di pace, far cessare il fuoco delle armi. Il Patriarca non può trasformarsi nel chierichetto di Putin».
La conclusione (ma ci sono moltissime cose ancora nell’intervista) non è all’insegna dell’ottimismo: «Per la pace non c’è abbastanza volontà. La guerra è terribile e dobbiamo gridarlo».
Oramai è evidente che Putin soffre di onnipotenza in quanto non c’è più sordo di chi non vuol sentire, negare l’evidenza di essere l’aggressore di una nazione libera con la l’assurda pretesa che questi non abbiano il sacrosanto diritto di difesa. Poi le continue minace verso la Nato, classico comportamento di persona molto malata e molto in difficoltà di gestire la situazione da Lui stesso creata. Il Papa dice bene, ma non è il caso di porgere l’altra guancia.