Tradimento, onere della prova per ottenere l’addebito nella causa di separazione tra ex coniugi.
Il tradimento resta una delle principali cause di separazione. Tuttavia, non sempre esso è causa di addebito, ossia di imputazione di responsabilità. Lo è solo quando sia l’unico motivo della crisi di coppia. Se invece il matrimonio era già andato in frantumi per altri e pregressi motivi ed il rapporto extraconiugale non è che la conseguenza di tale situazione, esso non può costituire una colpa e quindi non determina alcuni effetti. Prima di lasciare il lettore a una rassegna delle ultime sentenze della Cassazione in tema di separazione per infedeltà, dobbiamo ricordare alcuni aspetti fondamentali di tale disciplina.
Indice
- 1 Che cos’è l’addebito?
- 2 Quali sono le conseguenze dell’addebito?
- 3 Infedeltà: è causa di risarcimento del danno?
- 4 Cosa fare per chiedere l’addebito per tradimento in caso di separazione?
- 5 Conviene chiedere l’addebito per infedeltà?
- 6 Separazione per infedeltà: onere della prova
- 7 Separazione con addebito per infedeltà: onere della prova
Che cos’è l’addebito?
L’addebito è l’accertamento che il giudice fa, nel corso di giudizio di separazione tra coniugi, della violazione dei doveri del matrimonio. Doveri come la fedeltà, la coabitazione, l’assistenza e il rispetto reciproco, la contribuzione ai bisogni della famiglia. Chi viola tali doveri e, a causa di ciò, determina la crisi della coppia, con conseguente intollerabilità della convivenza, subisce una «imputazione di addebito»: ossia il giudice lo dichiara responsabile per la separazione.
Quali sono le conseguenze dell’addebito?
L’addebito ha solo due conseguenze.
La prima: la perdita del diritto a ottenere l’assegno di mantenimento; sicché, ad esempio, chi tradisce o va via di casa senza una valida ragione non può chiedere gli alimenti.
La seconda: la perdita dello stato di erede dell’ex coniuge; pertanto, se quest’ultimo dovesse morire, l’altro – ossia quello colpevole – non potrebbe rivendicare alcun diritto sul suo patrimonio. Si deve a riguardo ricordare che, invece, di norma, il coniuge separato è erede dell’altro fino a quando non interviene il divorzio a cancellare ogni legame tra i due.
Infedeltà: è causa di risarcimento del danno?
La fedeltà è un dovere matrimoniale. Chi tradisce viola tale dovere ma subisce, come unica conseguenza, l’addebito.
Eccezionalmente, il giudice può anche condannare il coniuge fedifrago al risarcimento dei danni in capo all’ex solo se le modalità del tradimento sono state tali da ledere il suo decoro e la sua reputazione. Il caso emblematico è quello di una donna che abbia una relazione con il suo amante di cui siano tutti a conoscenza, tranne il marito. Il risarcimento è dovuto perché viene leso l’onore del coniuge, visto che l’essere traditi è ancora percepito come un disvalore sociale.
Cosa fare per chiedere l’addebito per tradimento in caso di separazione?
Chi chiede l’addebito a carico dell’ex coniuge per il tradimento non può certamente limitarsi a dichiarare di essere stato tradito. Deve anche fornire le prove di ciò. Prove che potrebbero essere costituite da dichiarazioni di testimoni o di un detective privato ingaggiato all’occorrenza. Più difficile – anzi impossibile – far entrare in processo prove acquisite illegittimamente come le email e i messaggi sull’altrui cellulare: trattandosi di dati personali, se l’accesso ad essi è avvenuto segretamente o con metodi violenti, senza quindi il consenso, il giudice non ne può tenere conto.
Ma non basta la sola prova del tradimento. È necessario anche dimostrare che sia stato proprio il tradimento l’effettiva e unica causa della separazione. E tale prova la deve appunto fornire chi agisce, il coniuge tradito. Egli deve cioè convincere il giudice che la convivenza sia stata interrotta proprio in ragione della scoperta della relazione adulterina.
Tali aspetti, collegati all’onere della prova, sono evidenziati nelle sentenze qui sotto riportate.
Conviene chiedere l’addebito per infedeltà?
Spesso, la battaglia per l’addebito per infedeltà si gioca più che altro su un piano di principio. Quando è la moglie a chiedere l’addebito nei confronti del marito e questi ha un reddito superiore alla prima, l’addebito non ha alcuna conseguenza. E difatti la donna avrebbe comunque diritto al mantenimento, indipendentemente dall’addebito o meno. Il mantenimento scatta infatti per altri motivi quali:
- la disparità economica tra i due coniugi;
- l’impossibilità per il richiedente di mantenersi da solo;
- l’assenza di colpe, da parte del richiedente, circa il suo stato di incapacità economica.
Quindi è chiaro che, sussistendo tali tre requisiti, anche se il marito avesse rispettato il dovere di fedeltà, la donna avrebbe comunque diritto al mantenimento.
Diverso è invece il caso dell’uomo, con un reddito più elevato della moglie, che scopra il tradimento di quest’ultima. Dimostrando l’infedeltà, egli non sarà tenuto più a versarle gli alimenti.
Separazione per infedeltà: onere della prova
Si è detto poc’anzi che, chi chiede l’addebito, deve fornire la prova del rapporto di causa-effetto tra infedeltà e crisi coniugale. Deve cioè dimostrare che il matrimonio è naufragato proprio a causa del coniuge che si è macchiato di adulterio. Se infatti il matrimonio era già alle strette per altre ragioni, il tradimento non determinerà alcuna conseguenza.
Ecco dunque una rassegna di sentenze della Cassazione che trattano tale spinoso argomento.
Separazione con addebito per infedeltà: onere della prova
Grava sulla parte che richieda, per l’inosservanza dell’obbligo di fedeltà, l’addebito della separazione all’altro coniuge, l’onere di provare la relativa condotta e la sua efficacia causale nel rendere intollerabile la prosecuzione della convivenza; mentre è onere di chi eccepisce l’inefficacia dei fatti posti a fondamento della domanda, e quindi dell’infedeltà nella determinazione dell’intollerabilità della convivenza, provare le circostanze su cui l’eccezione si fonda, vale a dire l’anteriorità della crisi matrimoniale all’accertata infedeltà.
Corte di cassazione, sezione 6 civile, ordinanza 6 aprile 2022, n. 11130
Famiglia – Separazione – Addebito
Laddove la ragione dell’addebito sia costituita dall’inosservanza dell’obbligo di fedeltà coniugale, un simile comportamento, se provato, rende presumibile, secondo l’id quod plerumque accidit, che la convivenza sia divenuta intollerabile, sicché la parte che lo ha allegato ha così interamente assolto l’onere della prova su di lei gravante e la sentenza che su tale allegazione fondi la pronuncia di addebito è sufficientemente motivata. È invece onere di chi eccepisce l’inefficacia dei fatti posti a fondamento della domanda, e quindi dell’infedeltà nella determinazione dell’intollerabilità della convivenza, provare le circostanze su cui l’eccezione si fonda, vale a dire l’anteriorità della crisi matrimoniale all’accertata infedeltà.
Corte di cassazione, sezione 1 civile, ordinanza 21 luglio 2021, n. 20867
Onere della prova: quanto peso ha avuto tale violazione nella crisi coniugale
In tema di separazione, grava sulla parte che richieda l’addebito l’onere di provare sia la contrarietà del comportamento del coniuge ai doveri che derivano dal matrimonio, sia l’efficacia causale di questi comportamenti nel rendere intollerabile la prosecuzione della convivenza.
Corte di cassazione, sezione 1 civile, ordinanza 5 agosto 2020, n. 16691
Addebito per violazione obbligo fedeltà
La parte che faccia valere la violazione dell’obbligo di fedeltà da parte dell’altro coniuge è tenuta a provare la relativa condotta ed il nesso causale con l’intollerabilità della prosecuzione della convivenza, mentre incombe su chi eccepisce l’inefficacia dei fatti posti a fondamento della domanda, e quindi l’inidoneità dell’infedeltà a rendere intollerabile la convivenza, l’onere di provare le circostanze su cui l’eccezione si fonda, vale a dire l’anteriorità della crisi matrimoniale all’accertata infedeltà.
Corte di cassazione, sezione 6 civile, ordinanza 30 ottobre 2019, n. 27777