Dopo aver ritirato la mia barca presso il cantiere per il rimessaggio, mi sono recato presso il distributore di benzina per diporto dove il dipendente provvedeva a rifornire il serbatoio. Dopo esser partito, i due motori smettevano di funzionare. Il meccanico mi ha comunicato che, invece della benzina, erano stati imbarcati nel serbatoio litri di gasolio. Posso chiedere i danni?
La condotta del dipendente o, ancor peggio, del proprietario del distributore, è alquanto grave e colposa posto che trattasi di un’evidente negligenza operata da questi ultimi (l’ultimo come condotta materiale, il primo come omessa vigilanza).
La prima cosa da fare è, tramite diffida legale, inviare una lettera al proprietario rappresentando l’accaduto e chiedendo il risarcimento del danno; questo, ovviamente, dopo aver definito con certezza l’ammontare, e ricevuto tutti i giustificativi documentali.
Se a quella diffida non dovesse seguire alcun riscontro, allora sarà necessario agire in giudizio.
In questo caso, se il danno è circoscritto nei 5mila euro, allora si potrà agire davanti al Giudice di Pace competente per territorio; diversamente, bisognerà agire in tribunale.
La differenza risiede, soprattutto, nelle tempistiche posto che dal Giudice di Pace il giudizio durerebbe al massimo due anni, mentre in tribunale più del doppio.
In giudizio, occorrerà allegare:
- la prova del rifornimento (immagino che il costo sia stato pagato con bancomat essendo un rifornimento di una certa rilevanza);
- la presenza di gasolio, rilevata dal tecnico che ha periziato la barca;
- il collegamento tra la presenza di gasolio e l’evento danno, documentabile tramite la perizia del tecnico, oltre che tramite la sua testimonianza;
- la quantificazione dei danni subiti dalla barca, tramite documentazione dei preventivi, o delle relative fatture, se l’intervento è già avvenuto – in questa voce andranno anche allegati i costi di recupero e potenziali danni morali, dovuti al mancato godimento di quella giornata a mare.
Rispettando tutti i punti sopra elencati, si avrà con estrema probabilità una sentenza positiva di accertamento del danno e di condanna del proprietario del rifornimento.
La situazione sarà ancora più agevole per Lei se quel giorno erano presenti altri testimoni, che possano confermare l’avvenuto rifornimento e il problema sorto successivamente.
Tra l’altro, se la condotta negligente è eclatante, com’è nel caso, sarà possibile, se non probabile, che il proprietario in questione, una volta ricevuta la diffida legale, collabori per evitare la causa giudiziaria e trovare un accordo sul pagamento, così risparmiando le ulteriori spese legali.
Articolo tratto dalla consulenza resa dall’avv. Salvatore Cirilla