La protezione americana dell’isola cinese è legata a un interesse economico e, pur senza riconoscerla come indipendente, gli USA continueranno a difenderla.
Si sta parlando tanto della difesa degli Stati Uniti su Taiwan, dell’intento di non consentire alla Cina l’invasione e di mantenere al contempo la famosa “ambiguità strategica” americana verso questa isola che sembra essere così importante. Ma perché Taiwan è così rilevante?
A ben vedere, l’importanza di Taiwan è triplice. Dal punto di vista di Pechino c’è innanzitutto una rilevanza di integrità nazionale e, oramai, anche di orgoglio (che per la cultura cinese è tutt’altro che trascurabile). In secondo luogo, l’indipendenza della «Repubblica di Cina», così si autodefinisce Taiwan, potrebbe rappresentare una visione di Cina alternativa rispetto a quella imposta e sorretta dal Partito comunista. Un rischio che la Cina non sarà mai disposta a correre.
L’importanza che l’isola ricopre per Washington, invece, come banalmente si può immaginare, è prettamente economica. Taiwan, infatti, svolge un prezioso ruolo di monitoraggio della Cina con annesso contenimento marittimo. L’obiettivo degli Stati Uniti è quello di impedire che Pechino possa conquistarsi l’egemonia sul Mar Cinese meridionale espandendosi verso l’Oceano Pacifico. Non è certo un segreto, infatti, che la Cina ambisca a ottenere il primato – ad oggi americano – del dominio sugli stretti e sui mari.
Va in ogni caso specificato che ufficialmente la politica statunitense di «ambiguità strategica» verso Taiwan non è cambiata. Questa strategia fino ad oggi ha garantito una stabilità nel triangolo Cina-Usa-Taiwan scoraggiando Pechino da un’azione militare, e dissuadendo l’isola a muoversi verso una pericolosa dichiarazione di indipendenza.
Gli Stati Uniti continuano a riconoscere una sola Cina (comunque sostenendo, ma non legittimando, Taiwan): ad affermarlo è lo stesso presidente americano Joe Biden, a margine del vertice Quad (Stati Uniti, India, Australia, Giappone) a Tokyo. Quando una giornalista gli ha chiesto se il suo Paese manderà delle truppe a Taiwan in caso di invasione cinese, Biden, facendo un’enorme giravolta, ha chiarito: «La politica non è cambiata affatto. L’ho detto quando ho parlato ieri».
In realtà, il giorno prima il presidente degli Stati Uniti era stato molto meno diplomatico, e dopo il passato annuncio di voler inviare le sue truppe a proteggere l’ambasciata Usa a Kiev, ieri ha rilanciato affermando che nel caso servisse, Washington sarebbe pronta a usare la forza per difendere Taiwan e impedire che la Cina la invada.