Grazie alla loro ridotta dimensione i veicoli a due ruote non rischiano di intralciare il traffico ai mezzi pubblici.
Quante volte, al volante della vostra auto, proprio mentre eravate imbottigliati nel traffico mattutino, vi siete visti sfrecciare accanto una moto sulla corsia preferenziale che sparisce velocemente dal vostro sguardo? E quante volte avete pensato poi «Basta, da domani me ne vado anch’io in motorino»? Seppur la prospettiva di muoversi agilmente in città su due ruote sia allettante, la domanda da farsi è invece questa: ma le moto possono passare sulle corsie preferenziali senza rischiare multe?
Naturalmente, anche se a volte può sembrare che i ciclomotori, assieme a biciclette e scooter, siano i padroni della strada, il codice che regola la circolazione stradale vale anche per loro. Con una recente sentenza della Cassazione [1], però, è stato affermato che i ciclomotori sono liberi di circolare nelle corsie preferenziali senza dover incorrere in alcuna sanzione.
Secondo i giudici di legittimità, grazie alle loro ridotte dimensioni e all’agilità dei loro movimenti, i mezzi a due ruote non corrono il rischio di intralciare il traffico dei mezzi pubblici, motivo per il quale sono state pensate le corsie preferenziali. E proprio per l’assenza di tale rischio può essere concesso ai ciclomotori l’utilizzo delle corsie preferenziali.
Pertanto, il divieto di circolazione previsto dall’articolo 7, comma 4, del Codice della strada, che prevede la possibilità per i Comuni di riservare strade alla circolazione dei veicoli adibiti a servizi pubblici di trasporto, non comporta un limite per i mezzi a due ruote, a meno che non sia loro vietato espressamente il transito.
La Cassazione, interpellata dall’amministrazione comunale di Bologna, si è trovata a confermare la tesi già sostenuta nelle motivazioni dei primi due gradi di giudizio. Tutti e tre i giudici, esaminato il caso, lo hanno interpretato nel senso più favorevole al conducente del motorino che ufficialmente, da oggi, potrà circolare sulla corsia preferenziale destinata agli autobus senza rischiare una multa.
Sulla stessa materia fino ad ora esisteva un unico precedente, peraltro emesso proprio dallo stesso Giudice di Pace di Bologna [2].
L’interpretazione di questa innovativa sentenza deve essere fatta in maniera estensiva anche a biciclette, bici e monopattini elettrici. Qualsiasi veicolo a due ruote non rischia di intralciare il traffico sulle corsie preferenziali, pertanto una multa per aver invaso le «linee gialle» sarebbe illegittima.
Essendo, quella affermata in Cassazione, un’interpretazione del tutto innovativa, per un po’ i motociclisti potrebbero continuare a correre il rischio di venire multati se scoperti sulla corsia dei bus. Il fatto che la multa sia illegittima, però, non la annulla in via automatica ma per non pagare sarà necessario farla annullare dall’organo competente.
Per annullare la multa ci sono due possibili strade da percorrere:
- fare riscorso al Giudice di Pace entro 30 giorni dalla notifica del verbale;
- fare ricorso gratuito al Prefetto entro 60 giorni dalla notifica del verbale: in questo specifico caso, però, questa opzione è sconsigliata perché trattandosi di dover interpretare una norma ancora poco chiara, l’organo amministrativo potrebbe non garantire quell’imparzialità che un magistrato come il Giudice di Pace invece offre.
Nello specifico, il caso si è concluso con la compensazione delle spese giudizio perché – ha ritenuto la Cassazione – si tratta di un’interpretazione nuova della normativa vigente. Ma ora non lo sarà più: quindi, semmai un poliziotto dovesse multare un motociclista per aver invaso la corsia preferenziale, in caso di impugnazione del verbale, il giudice oltre ad annullarlo dovrebbe riconoscere al ricorrente anche il rimborso delle spese processuali.
note
[1] Cass. sent. n. 16801/2022.
[2] GdP Bologna, sent. n. 5165/2018.